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Ilva

Si riparte da 0 per l’Ilva, ma spunta la clausola di “recompra”

Ilva, tutto da rifare: il Governo riparte da zero, ma stavolta con una rete di sicurezza. Nuovo piano green da 8 mln ton/anno, nuova gara a ottobre e clausola anti-fallimento: chi compra e non rispetta, rivende allo Stato. In corsa Jindal, Arvedi e non solo

Tutto da rifare per l’Ilva, ma questa volta il Governo vuole essere sicuro del successo. La priorità è la firma del tanto atteso programma interistituzionale con Acciaierie d’Italia, Regione, enti locali e sindacati. Successivamente, verrà indetta una gara per assegnare l’acciaieria. Il Mimit, però, ha inserito una clausola di sicurezza, attualmente allo studio del Senato. L’articolo 5 prevede infatti che se i nuovi proprietari non dovessero rispettare gli impegni presi, potrebbero evitare multe e sanzioni rivendendo l’acciaieria a un altro investitore, anche pubblico, ad un prezzo non più alto dell’80% del valore di aggiudicazione. Tutti gli scenari.

IL NUOVO PIANO PER ILVA

Il nuovo piano per il rilancio dell’Ilva presentato ieri dal Ministro Urso prevede una produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno attraverso quattro forni elettrici. 3 saranno installati a Taranto, dove si produrranno 6 milioni di tonnellate di acciaio. A Genova, invece, sarà attivo un forno elettrico, che produrrà 2 milioni di tonnellate. Gli impianti di preridotto (Dri) necessari per alimentare i forni saranno costruiti tutti a Taranto, perché non è fattibile costruirne uno a Genova. “Per l’alimentazione di forni e Dri a Taranto, servono 5,1 miliardi di metri cubi di gas l’anno che si punta ad ottenere – salvo altri apporti come il gasdotto Tap da approfondire – con l’arrivo a Taranto di una nave di rigassificazione”, scrive il Sole 24 Ore.

IN ARRIVO UNA NUOVA GARA PER L’ILVA

L’ultima gara per la vendita dell’Ilva risale a luglio 2024. “Ci sono nuove condizioni e un polo Dri significativo. Dobbiamo farlo sapere agli attori”, ha detto il ministro Urso, aggiungendo che “riaprendo da agosto i termini della gara con queste modifiche, possono agganciarsi altri soggetti in modo che ad ottobre si possa tentare di assegnare gli impianti”. Il 1° agosto sarà pubblicato il nuovo bando, che chiuderà ad ottobre. Per conoscere i nuovi proprietari dell’acciaieria, però, bisognerà attendere il vaglio antitrust al golden power, che farà slittare i tempi agli inizi del 2026. Questa volta, il Mimit ha proposto un articolo che prevede una clausola di rivendita a un altro investitore o allo Stato.

“Il ministero delle Imprese e del made in Italy ha costruito una rete di salvataggio con l’articolo 5 dell’ultimo Dl Ilva, ora all’esame del Senato. In sintesi, se i commissari straordinari dovessero rilevare l’inadempienza dei futuri acquirenti (ad esempio sugli obblighi di conversione green della produzione o di tutela occupazionale fissati dal nuovo bando) questi ultimi potranno evitare di incorrere in violazione degli obblighi e pagamento delle garanzie cedendo gli asset a terzo investitore, «anche in controllo pubblico»”, scrive Il Sole 24 Ore.

TUTTO DA RIFARE PER L’ILVA

Il nuovo bando annulla i risultati raggiunti durante 4 mesi di trattative serrate tra Governo e azeri di Baku Steel. Ora tutto si rimescola e non è da escludere anche la prospettiva della vendita a blocchi del polo siderurgico di Taranto.

Tornano così in corsa gli indiani di Jindal Steel International. Infatti, potrebbero aggirare il nodo della nave rigassificatrice, centrale nel progetto di Baku Steel. Gli impianti del Nord, invece, potrebbero essere acquistati dal gruppo italiano che include Arvedi.

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