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OMC Med Energy 2025: Gli investimenti sono il motore della transizione. Cosa serve per accelerare

Gli investimenti sono il motore della transizione. Ecco cosa serve per accelerare. Chi c’era e cosa si è detto durante “Financing the Energy Transition” nella cornice di OMC Med Energy 2025

La transizione energetica richiede una grande mole di investimenti, più del doppio rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Il private capital, però, sta rallentando a livello globale. Servono regole chiare per accelerare gli investimenti. È quanto emerso nel corso di “Financing the Energy Transition”, che si è tenuto nella cornice di OMC Med Energy 2025.

LA RICETTA DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Il processo di transizione energetica è complesso e necessita di trovare un equilibrio tra il “mondo vecchio” e il “mondo nuovo” e tra diverse strategie.

“Per affrontare la transizione energetica, come Eni, abbiamo realizzato un modello ‘satellitare’, costruendo catene del valore che includono sia la parte rinnovabile che i clienti a cui vendere prodotti decarbonizzati. Attirando così investitori privati, pronti a mettere a disposizione i fondi per sviluppare queste attività, ma senza andare a toccare il motore del business tradizionale, utilizzato per mantenere o accrescere la capacità produttiva e la distribuzione. È un modello unico con cui eseguiamo la transizione, perché è equilibrato dal punto di vista economico”, ha affermato Francesco Gattei, Chief Transition & Financial Officer di Eni,.nel corso di Financing the Energy Transition, nella cornice di OMC Med Energy 2025.

Ma cosa chiedono gli investitori? Prima di tutto regole chiare, secondo Davide Manunta, Head of Equity Investments and Portfolio Management di CDP.

“Serve equità e stabilità politica. Siamo nel mezzo di un viaggio, hai bisogno di planning, una roadmap e il supporto dagli stakeholder. Serve un’infrastruttura base di investimento. Gli investitori hanno bisogno di pianificazione. Non credo chiedano sussidi, ma regole chiare. Quando investi sai che qualcosa cambierà, probabilmente non in meglio rispetto a quando hai deciso di investire”, ha affermato Manunta.

IL PRIVATE CAPITAL RALLENTA, TRANNE IN ITALIA

Gli investimenti privati sono la chiave per la transizione, ma stanno calando a livello globale. L’Italia fa eccezione, ma serve un cambio di cultura per sfruttare il tesoretto rappresentato dal private capital.

“L’Italia ha visto un aumento degli investimenti del private capital nel 2024, ma il resto del mondo sta investendo meno capitale. La maggior parte degli investimenti viene da grandi deal. Perché la transizione è attraente? Cambierà la prospettiva degli investimenti green. Servono il giusto management e business model. Oggi c’è un grande interesse nel mercato per questa tipologia di investimenti. Bisogna trovare i giusti investitori per i progetti, così tutto potrà cambiare”, ha affermato Valerio Camerano, Head di Green Transition Algebris Investments.

“Il settore privato è la chiave, ma serve anche supporto pubblico da realtà come CDP. Per quanto riguarda la Borsa serve un approccio domestico, fornendo accesso alla Finanza quando le aziende sono pronte ad aprire il proprio capitale. Serve un cambio di cultura”, ha affermato Paolo Moretti, Head of Turnaround & Credit Opportunities illimity.

IL NODO DEL RITORNO DEGLI INVESTIMENTI

Il problema non è la disponibilità di capitali, ma il ritorno degli investimenti, ha sottolineato Valeria Sterpos, Partner Bain & Company.

“Serviranno 4.6 trilioni di dollari all’anno per raggiungere il Net Zero nel 2050. Dobbiamo lavorare a nuovi asset, per lo scale up delle tecnologie e sviluppare nuove supply chain. Ma è anche importante introdurre IA e machine learning. Dovremo concentrarci su revenues e domanda. I clienti sono preoccupati della sfida climatica ma non sono pronti a pagare il prezzo. Una delle principali leve della transizione energetica non è l’accesso al capitale ma assicurare un sicuro ritorno economico”, ha affermato Sterpos.

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