In primavera l'emisfero settentrionale ha registrato i primi dati record relativi alle emissioni causate da…
Perché la Cina promuove un future sul petrolio

La Cina prova a farsi notare nel mercato del petrolio e lancia un suo contratto future sul greggio. I dettagli nell’articolo di Giusy Caretto
La Cina lancia il suo contratto future sul petrolio, dichiarando guerra al duopolio storico del settore Wti-Brent. Pechino vuole farsi strada nel mercato del greggio, essendo il maggior compratore al mondo della materia prima, ma non solo. Tra gli obiettivi anche quello di diffondere l’utilizzo della proprio valuta.
IL FUTURE CINESE SUL PETROLIO
Il nuovo contratto cinese, dal nome INE, è denominato in yuan e ha debuttato questa mattina al mercato di Shanghai dedicato all’energia. La collocazione è stata di 427,9 yuan al barile, poco meno di 68,22 dollari: la scelta si allinea più al valore del Brent, mentre il Wti oscilla intorno ai 64 dollari al barile.
“La Cina ha utilizzato questo future sul petrolio in modo innovativo per riempire il vuoto di una voce che rappresenta i compratori in Asia”, ha detto Li Li, analista e ricercatore sulle materie prime di Shanghai ICIS-Cina. “Con questo lancio, il mercato presterà più attenzione alla storia della domanda cinese di petrolio”.
I contratti sono aperti alla compravendita da parte dei broker stranieri, come scrive Bloomberg: tra gli obiettivi di Pechino, c’è quello di attrarre l’interesse di chi è fuori area, e per questo potrebbe anche rinunciare alla tassazione sul reddito da parte delle imprese (o le persone fisiche) estere. Glencore e Trafigura Group, in base ad indiscrezioni della borsa locale, hanno già dimostrato il loro interesse.
UNA SFIDA DIFFICILE
La sfida, per Pechino, non è certo facile, come prefigura Bloomberg. A frenare l’interesse degli stranieri sarà, soprattutto, una Borsa locale controllata dallo Stato. “È difficile vederlo diventare un importante motore dei prezzi del petrolio a breve e medio termine”, ha dichiarato Daniel Hynes, analista senior di materie prime presso l’Australia & New Zealand Banking Group. “Continuo a pensare che ci sia una generale riluttanza da parte degli investitori globali a negoziare contratti basati sulla Cina”.
Ma c’è anche chi ci crede nel petro-yuan, come il gestore di fondi hedge Adam Levinson, che afferma che l’inizio di un “petro-yuan” sarà una “storia enorme” e aumenterà l’uso della valuta cinese negli insediamenti commerciali.
L’OBIETTIVO (VERO) DI PECHINO
Obiettivo di Pechino, in realtà, sarebbe proprio quello di diffondere l’uso della moneta Yuan. La Cina punta sulla nascita di un benchmark capace di conquistare almeno il dominio regionale perchè questo possa far da traino alla diffusione della propria valuta, il vero obiettivo di lungo termine delle autorità locali.
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere la nostra newsletter