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Energia Norvegia

La svolta a basso impatto ambientale di Equinor

Entro il 2026, Equinor aumenterà  di 10 volte la propria capacità in fonti rinnovabili, soprattutto nell’eolico

La norvegese Equinor – già Statoil, prima della fusione con la Hydro nel 2007 – è uno dei maggiori produttori di petrolio e gas naturale al mondo: al suo attivo ha circa 2 milioni di barili di greggio al giorno, è il secondo fornitore di gas naturale dei paesi europei dopo la Gazprom (lo scorso anno ne ha venduti oltre 100 miliardi di metri cubi, in tutto il mondo).

I TRE ORIZZONTI: 2026, 2030, 2050

La scorsa settimana ha però annunciato una svolta nelle sue strategie di sviluppo, tracciando – attraverso il suo amministratore delegato, Eldar Saetre – scenari di breve, medio e lungo periodo che puntano a trasformarla in azienda maggiormente allineata alla lotta contro i cambiamenti climatici.

In cifre: entro il 2026, aumentare di 10 volte la propria capacità in fonti rinnovabili, soprattutto nell’eolico; entro il 2030, migliorare l’efficienza operativa fino a raggiungere la neutralità complessiva; entro il 2050, diminuire di almeno il 50% l’intensità di carbonio dell’energia prodotta (dalla produzione iniziale al consumo finale.

Più specificamente riguardo il primo obiettivo, la Equinor ha in animo di raggiungere una capacità tra i 4 e i 6 megawatt: il che comporta una crescita costante fino al 2026 del 30% all’anno; nel decennio successivo, entro cioè il 2035, questa capacità è stimata poter crescere fino a 16 megawatt (questa cifra dipende però dall’esistenza di progetti sufficienti in cui investire).

PIU’ RINNOVABILI, PIÙ OPPORTUNITÀ PER AZIONISTA E INVESTITORI

Il tutto ovviamente senza trascurare gli interessi dei propri azionisti – le quote dell’azienda sono in mano per il 67% al ministero del tesoro di Norvegia – e ad altri potenziali investitori. “Sappiamo che ci saranno cambiamenti significativi nei mercati dell’energia and il nostro portafogli di investimenti cambierà di conseguenza per restare competitivi. Produrremo meno petrolio in un futuro a basso contenuto di carbonio, ma il valore aggiunto dal petrolio e dal gas continuerà a essere elevato, mentre le rinnovabili ci daranno nuove opportunità per offrire rendimenti attraenti – così viene citato Saetre in un comunicato stampa di Equinor.

Già in precedenza, l’azienda norvegese aveva annunciato la volontà di tagliare in modo drastico le proprie emissioni di gas a effetto serra dai propri impianti nazionali sia offshore sia onshore: del 40% entro il 2030, del 70% entro il 2040 per poi tendere a zero entro il 2050. Tra le misure previste per operare i tagli, c’è anche il ricorso all’idrogeno e a sistemi per la cattura e il riutilizzo di anidride carbonica.

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