Le Big Oil spendono da decenni milioni di dollari in ricerche e studi “indipendenti”. Ecco i veri motivi dei finaziamenti
Molti studi commissionati da Big Oil sono un bluff. La conferma riguardo una pratica legale ma molto discussa arriva da alcuni documenti della Camera e del Senato americani, che rivelano le ragioni per cui le aziende dell’Oil&Gas hanno investito milioni di dollari negli ultimi decenni per finanziare programmi di ricerca esterni.
PERCHÉ LE BIG OIL SPENDONO MILIONI IN RICERCA?
Le compagnie petrolifere hanno speso milioni di dollari in ricerca per rafforzare la loro influenza e monitorare le nuove tecnologie. Commissionare studi scientifici a università e istituti di ricerca indipendenti di per sé non rappresenta un crimine. Infatti, le aziende hanno tutto il diritto di finanziare studi esterni, ma per salvaguardare la propria autorevolezza e indipendenza, le istituzioni scientifiche dovrebbero rifiutarsi di condurre ricerche di parte. Tuttavia, le risorse offerte dalle Big Oil fanno gola e alcune università e ricercatori finiscono per accettare di mettere da parte i principi della Scienza.
In questo modo, istituti di ricerca e università diventano uno strumento di disinformazione sul cambiamento climatico. Le prove si trovano nei nuovi documenti emersi nel corso di un’indagine avviata dalla Commissione di Sorveglianza della Camera e del Comitato del Tesoro del Senato.
BIG OIL E GREENWASHING
Per decenni le grandi compagnie petrolifere hanno utilizzato gli studi “indipendenti” per tentare di ingannare le persone sugli effetti del cambiamento climatico per decenni. È quanto emerge da un altro rapporto della Camera e del Senato Usa, secondo quanto riporta Axios. La relazione è frutto di un’indagine durata tre anni, che mostra come le Big Oil sarebbero a conoscenza dei danni dei combustibili fossili all’ambiente sin dagli anni ’60. Inoltre, sarebbero passate dalla negazione dell’impatto sul cambiamento climatico a una campagna basata su “inganno e disinformazione”. Un campagna che sarebbe stata favorita dal supporto di organizzazioni commerciali come l’American Petroleum Institute (API) e la Camera di Commercio.
“Vi è una significativa evidenza scientifica che le emissioni del ciclo di vita del gas sono altrettanto dannose di quelle del carbone”, si legge nel rapporto.
CHI HA INVESTITO DI PIÙ
BP e ExxonMobil sono in cima alla classifica delle compagnie petrolifere che hanno speso di più per finanziare studi e ricerche di istituti di ricerca e università. In particolare, per più di vent’anni BP ha investito milioni di euro nella ricerca sulla scienza del clima, l’energia e la politica della Princeton University, attraverso la Carbon Mitigation Initiative.
Inoltre, insieme a ExxonMobil ha finanziato “Net-Zero America”, studio che ha contribuito in maniera importante alla legge sul clima emanata dalla Casa Bianca nel 2022. Una tesi confermata dalle comunicazioni interne di BP, che mostrano come l’azienda puntasse a investire nei programmi di ricerca di Princeton per avere influenza sull’amministrazione Biden e per salvaguardare il business del petrolio, invece di studiare soluzioni alternative Green e traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione. I documenti descrivono infatti il rapporto tra Princeton-BP come una “vera collaborazione”, che la società sentiva in contrasto con il suo finanziamento di altri istituti di istruzione superiore.
“Se le elezioni presidenziali vanno nel modo in cui sembra ora, non sarei sorpreso di vedere alcuni dei nostri amici in ruoli di politica di governo senior!” ha scritto Robert Stout, allora capo della politica statunitense della BP, in una email del 2020.