Dalla Russia al Venezuela e agli Stati Uniti, il 2024 sarà uno degli anni elettorali più importanti degli ultimi decenni
Il nuovo anno porterà non solo una nuova leadership nelle principali aree energetiche di tutto il mondo, ma anche degli sviluppi di grande impatto, poiché gli operatori storici agiranno per assicurarsi a tutti i costi un futuro migliore. Dalla Russia al Venezuela e agli Stati Uniti, il 2024 sarà uno degli anni elettorali più importanti degli ultimi decenni.
ELEZIONI IN RUSSIA: 15-17 MARZO 2024
Il presidente russo Vladimir Putin sta facendo di tutto per candidarsi alla presidenza nel marzo 2024. Per farlo – scrive Charles Kennedy su Oilprice – ha ordinato il sequestro del principale critico del Cremlino, la figura più influente dell’opposizione e attivista anticorruzione del Paese, Alexei Navalny, che da due settimane è stato portato in un luogo segreto. Secondo il Mosca Times, Navalny – che stava scontando una pena detentiva nel carcere 1K-6 fuori Mosca – non è comparso in nessuna udienza in tribunale programmata per dicembre, e i suoi avvocati non lo vedono dallo scorso 5 dicembre.
LA CONDANNA DI ALEXEI NAVALNY
Ad agosto Navalny è stato condannato a 19 anni di carcere con l’accusa di “estremismo”, in un tentativo di tenerlo fuori dalla politica. Nel frattempo, la sensazione è che Putin stia cercando di annientare qualsiasi suo detrattore: sempre secondo il Mosca Times, quest’anno sono stati inviati ai tribunali ben 63 casi di alto tradimento, e altri 7 casi sono stati definiti di “cooperazione riservata con uno Stato o un’organizzazione straniera”. In pratica sembra di essere tornati ai tempi di Stalin.
Il 22 dicembre Putin ha sequestrato la più grande concessionaria di automobili del Paese – la Rolf – e l’ha messa sotto la gestione statale, sostenendo che sia per ragioni commerciali, ma la realtà è che il proprietario è Sergei Petrov, un critico del Cremlino. Rolf – che ha sede a Cipro – esiste dalla caduta dell’Unione Sovietica. Il Cremlino ha accusato l’azienda di spostare illegalmente denaro all’estero, in un momento in cui l’economia di guerra della Russia non può permetterlo. L’opinione di Petrov a riguardo è che Putin sta aprendo la strada ai suoi amici per ridistribuire i beni tra di loro.
LA GUERRA IN UCRAINA
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, non è chiaro se Putin sia riuscito a trasmettere all’opinione pubblica che si tratta in qualche modo di una vittoria, o cosa abbia significato per l’economia russa o per l’influenza di Mosca nell’area ex sovietica. La Russia nel 2024 vedrà indubbiamente un’altra vittoria per Putin, ma i suoi amici e lealisti hanno cambiato direzione, e ciò significa una ridistribuzione delle risorse e un Paese che è in gran parte privo di investimenti. La vittoria di Putin ovviamente non sconvolgerà il mercato, né avrà un grande impatto sui prezzi del petrolio e del gas, che da tempo hanno calcolato qualsiasi risultato Putin possa ottenere. Un’eventuale sconfitta del presidente russo, invece, sconvolgerebbe i mercati a causa dell’enorme quantità di incertezza che comporterebbe.
I POSSIBILI SFIDANTI DI PUTIN ALLE ELEZIONI
In questo momento sembra che nessuno sia in grado di sfidare Putin. L’unica sfidante con qualche speranza è l’ex giornalista Yekaterina Duntsova, accusata di essere sostenuta dal capo della Yukos Oil, Mikhail Khodorkovsky (anche se entrambi negano), che in Russia è classificato come un “agente straniero”. Khodorkovsky è un oligarca fuggitivo che gestisce un movimento di opposizione al di fuori del Paese.
A dicembre è comparso un secondo candidato, il 60enne Boris Nadezhdin, ex politico e commentatore che ha accusato Putin di minare le istituzioni democratiche russe con il suo autoritarismo. Nadezhdin ha anche definito l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin “un errore fatale”, un’affermazione che potrebbe portarlo in prigione per tradimento.
LA VICENDA WAGNER E LE PREVISIONI SUL SETTORE PETROLIFERO
Putin non sembra essere stato indebolito in modo significativo dal fallito ammutinamento della Wagner, all’inizio del 2023; la controffensiva dell’Ucraina ha mostrato segni di stallo e, anche se l’economia potrebbe non essere solida a causa dello sforzo bellico, la macchina della propaganda sta lavorando a pieno ritmo per trasmettere una narrazione diversa, e sembra stia funzionando.
La maggior parte degli analisti si sta preparando ad un’elezione che vedrà Putin – già al potere dal 1999 – restare in carica grazie agli emendamenti costituzionali, che gli consentiranno di proseguire il suo mandato per oltre un decennio in più. Sul fronte petrolifero, ciò comporterà qualcosa in più dell’attuale status quo della guerra in Ucraina, delle sanzioni e del price cap occidentali, che semplicemente diverranno la norma.
ELEZIONI IN VENEZUELA – 2024 (DATE DA DEFINIRE)
Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, ha stretto un accordo con Washington per un allentamento temporaneo delle sanzioni sul petrolio. L’accordo prevede delle elezioni libere ed eque, e che Maduro non tenterà di ostacolare la partecipazione dell’opposizione. La prima mossa del presidente è stata emettere dei mandati di arresto per alcuni esponenti dell’opposizione, tra cui l’ex leader dell’Assemblea nazionale Juan Guaido e membri dello staff della candidata presidenziale dell’opposizione, Maria Corina Machado.
Ciò è coinciso con lo svolgimento di un referendum sull’annessione di Essequibo, la zona ricca di petrolio della Guyana, che costituisce circa due terzi del territorio del Paese. Mentre Guyana e Venezuela da allora hanno tenuto dei colloqui e hanno promesso di astenersi da uno scontro militare sulla questione, Maduro è disperato e, da un punto di vista interno, si tratta di un gioco progettato per aggirare le elezioni portando la situazione ad un livello che gli consentirebbe di dichiarare uno stato di emergenza.
LA STRATEGIA DI MADURO
Per raggiungere i suoi obiettivi, Maduro potrebbe inviare una forza invisibile per rivendicare Essequibo senza sparare un solo proiettile. Stabilendo questa presenza e dichiarando ufficialmente Essequibo sotto il controllo venezuelano, Maduro creerebbe un incidente internazionale che l’Occidente riterrà necessario affrontare. Sotto la pressione sempre crescente di questa “questione internazionale”, Maduro troverà la legittimità di cui ha bisogno per dichiarare lo stato di emergenza e annullare le elezioni del 2024, o almeno rinviarle a tempo indeterminato.
A quel punto, l’Occidente agirebbe lentamente, perché Cina e Russia sosterrebbero la richiesta del Venezuela e l’Occidente cercherebbe di evitare qualsiasi confronto reale. Questo è anche un potenziale vaso di Pandora con delle conseguenze geopolitiche, perché Maduro viene utilizzato anche come un burattino per gli scopi di Cina e Iran.
Questi ultimi hanno lavorato con Maduro per intensificare la crisi della Guyana come un modo per costringere Washington a ritirare le forze dall’Indo-Pacifico e reindirizzarle. Anche la guerra tra Russia e Ucraina ha avvantaggiato la Cina, poiché ha bloccato le forze occidentali nell’area euro-atlantica.