Il nostro Paese è il peggiore in Europa per livello industriale dei prezzi dell’elettricità. Nell’ultimo consiglio dei ministri, il governo di Giorgia Meloni ha annunciato lo stop alla proroga del mercato tutelato, richiesto anche dall’Ue, scatenando un dibattito su ciò che avverrà con il passaggio alla liberalizzazione
Il nuovo anno si avvicina e, dal punto di vista del settore energetico, una delle novità italiane sarà quella del passaggio al mercato libero di nove milioni di utenti. Ufficialmente, si verificherà dal prossimo aprile. Dal Consiglio dei Ministri che ha sancito questo cambio, si è acceso un dibattito attorno alla convenienza del nuovo sistema.
DAL MERCATO TUTELATO AL LIBERO
Ripartiamo dalla decisione del governo dello scorso 5 dicembre.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha approvato specifiche modifiche e integrazioni al decreto-legge recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia, già approvato nel Consiglio dei ministri del 27 novembre 2023.
Le disposizioni aggiuntive sono, tra l’altro, finalizzate a disciplinare il passaggio graduale al mercato libero dei nove milioni di utenze domestiche che ancora usufruiscono del mercato tutelato, rafforzando al contempo gli strumenti finalizzati a prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e possibili alterazioni delle condizioni di fornitura di energia elettrica.
Tali norme consentiranno a circa quattro milioni e mezzo di famiglie “vulnerabili” di continuare a usufruire di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati anche a seguito della liberalizzazione del mercato, prevista dalla legge 4 agosto 2017, n. 124 (legge annuale per il mercato e la concorrenza) e dagli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) previsti nel 2021 come condizione per il pagamento della terza rata. Per le altre famiglie, attualmente nel mercato tutelato e corrispondenti a circa quattro milioni e mezzo di utenze, vengono introdotte misure per assicurare la massima informazione e le migliori condizioni nel passaggio al mercato libero dell’energia elettrica, che già riguarda circa 21 milioni di famiglie.
Limitatamente alla fornitura di energia elettrica in favore delle famiglie non vulnerabili, entro il 10 gennaio 2024 si procederà all’individuazione degli operatori economici che subentreranno nella fornitura.
Gli utenti interessati dal passaggio al mercato libero saranno destinatari di una specifica campagna informativa, nonché i principali beneficiari di una costante attività di monitoraggio sulle attività degli operatori e sull’andamento dei prezzi definita dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e con il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative. Si introducono anche semplificazioni relativamente al trasferimento della domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette, di cui viene prevista l’emissione con cadenza necessariamente bimestrale, ferma restando la libertà dell’utente di scegliere un fornitore diverso da quello assegnato all’esito delle procedure competitive e una differente modalità di pagamento.
Nel rispetto degli impegni assunti con il PNRR e in coerenza con la disciplina europea di settore, si provvede a definire le modalità di erogazione dell’energia elettrica in favore delle fasce sociali più deboli (gli utenti vulnerabili), prevedendo un obbligo di fornitura in capo all’operatore economico individuato all’esito di una procedura ad evidenza pubblica regolata da ARERA. Nei confronti di tali utenti viene garantito il mantenimento di prezzi calmierati anche all’indomani della definitiva cessazione del regime del mercato tutelato.
COME AVVERRÀ IL PASSAGGIO
Come abbiamo raccontato anche su Energia Oltre, le aziende energetiche hanno iniziato ad inviare delle lettere per avvisare del passaggio. I clienti non vulnerabili del mercato a maggior tutela – circa 3 milioni per il gas e circa 5 milioni per la luce – sono destinati a passare al mercato libero, ma ciò avverrà con modalità e tempi diversi.
La gradualità del passaggio consisterà, per chi non aveva scelto il mercato libero, nel trasferimento al servizio a tutele graduali, della durata triennale. Arera rimarrà quindi il riferimento per fissare il prezzo unico nazionale dell’energia scambiata sul mercato all’ingrosso, un prezzo variabile di cui sarà fatta la media a consuntivo. Tutto, come detto in apertura, da aprile prossimo (o forse più tardi).
🧵#liberalizzazione elettrica: ma oggi non dovevano esserci le aste per superare la #maggiortutela? Piccola cronologia (quasi) senza commenti di una pasticcioneria senza precedenti, tra riforme promesse, retromarce annunciate e #pnrr incombente 1/n
— Carlo Stagnaro 🏴🇺🇦 (@CarloStagnaro) December 11, 2023
Come ha rilevato Carlo Stagnaro stamani su X (ex Twitter), infatti, le aste che dovevano partire oggi per decidere i nuovi fornitori non si sono svolte.
Nella stessa giornata (sabato) l’@arera_it sposta al 10 gennaio le aste per la fine della #maggiortutela. Si può presumere un leggero slittamento (2-3 mesi) nella presa in carico dei clienti, originariamente prevista per il 1 aprile https://t.co/OEhSRry3mZ 18/n
— Carlo Stagnaro 🏴🇺🇦 (@CarloStagnaro) December 11, 2023
Tutto rinviato al 10 gennaio: “con lo spostamento (ormai inevitabile) delle aste, anche la conferma che non ci sarà alcun salasso per i consumatori arriverà quando la polvere si sarà posata e nessuno chiederà conto a nessuno della disinformazione sparsa a piene mani da tutti i lati”, ha aggiunto.
I DATI ARERA SUL MERCATO
Secondo i dati diffusi da Arera, i clienti domestici del settore elettrico serviti sul mercato libero sono passati dal 49,4% circa nel 2019 al 71% di giugno 2023 (con il 78,5% dell’energia fornita); alla stessa data i clienti non domestici in bassa tensione sul mercato libero hanno raggiunto quasi l’80,1% dei punti di prelievo (92,4% dell’energia fornita), mentre permangono nel servizio a tutele graduali l’1,5% delle piccole imprese (il 3,5% nel luglio 2021 all’avvio del servizio) e il 17,2 delle microimprese (il 19,3% nell’aprile 2022 all’avvio del servizio).
“Nonostante persista una certa disomogeneità sul territorio nazionale in merito alla consistenza del mercato libero, nella gran parte delle regioni e delle province italiane, oltre il 60% dei clienti, sia domestici sia non domestici di entrambi i settori, è uscito dal relativo regime di tutela”, scrive Arera. “Nel 2022 i clienti domestici usciti dal servizio di maggior tutela, che hanno scelto sul mercato libero un soggetto di vendita che appartiene allo stesso gruppo societario dell’esercente la maggior tutela, risultano pari a circa il 53% e i clienti in bassa tensione altri usi sono pari a circa il 44%. Il tasso di cambio del fornitore da parte dei clienti domestici è in aumento rispetto agli altri anni in entrambi i settori”.
Altri dati: “il tasso di cambio fornitore dei clienti domestici nel 2022 è stato pari a 19,4%, di cui 12,4% riguarda i cambi di fornitore da libero a libero. Inoltre, nella prima metà del 2023 (gennaio – giugno), i clienti domestici hanno cambiato fornitore con un tasso del 9,9%, piuttosto elevato rispetto agli anni precedenti fino al 2021 e leggermente inferiore a quello della prima metà del 2022. Dato che, se confermato nel resto dell’anno, porterebbe ad un tasso annuo del 19,9%. Nel settore del gas naturale, i clienti domestici hanno cambiato fornitore a un tasso del 14,4% nel 2022. Il tasso registrato nel periodo gennaio-giugno del 2023, pari al 7,8%, è in leggera crescita rispetto ai valori registrati nella prima metà del 2022. La percentuale di rientro nel servizio di maggior tutela risulta decisamente basso sia per i clienti domestici (0,2% nel 2021 e 0,5% nel 2023) sia per quelli in bassa tensione altri usi (0,3% nel 2021 e 0,02% nel 2023)”.
Per l’Autorità, serve “gradualità nell’adozione degli ultimi passaggi per la conclusione del processo di superamento delle tutele di prezzo”. Anche perché va considerata “l’attuale consistenza del servizio di maggior tutela, ancorché si sia ridotta via via negli anni, risulti ancora significativa, con oltre 9 milioni e mezzo di clienti domestici ivi riforniti, di cui circa 4 milioni e mezzo vulnerabili”.
CRISI DELLA COMPETITIVITA’
Sono tante le posizioni di associazioni, politici e utenti espresse in questi giorni su questo passaggio dal mercato tutelato al libero.
Citato da Federico Fubini sull’inserto economico del Corriere di oggi, l’analista Enrico Mariutti mostra in un grafico che l’Italia è ultima per competitività dei prezzi dell’elettricità con 61 cent/Kwh. “Abbiamo costi un terzo più alti della Germania, più del doppio rispetto alla Francia e tre volte più alti di quelli della Spagna. Il Qatar, l’Iraq, la Russia e l’Islanda invece vincono, producendo da sé l’energia primaria per le proprie centrali (geotermica per l’Islanda, da gas naturale per le altre)”, nota Fubini. La Cina viene subito dopo questi Paesi grazie alla produzione dalle centrali a carbone. L’Italia non è autosufficiente.
Secondo il Codacons, quella decisa dal governo di Giorgia Meloni è stata e sarà una stangata per i consumatori. Ma “la vera campagna informativa la faranno i tanto vituperati operatori. Di questo c’è piena consapevolezza da parte di tutti coloro che ne avrebbero la responsabilità istituzionale. Allora, ancora una volta, a che pro sollevare questo polverone?”, commentava ancora Stagnaro su X stamani, riflettendo sul ruolo dell’Acquirente Unico nell’acquisto di energia all’ingrosso per i clienti tutelati. “Questa polemica, coi titoloni su consumatori “deportati” e “stangate”, ha prodotto un enorme danno reputazionale a tutti gli operatori. Dovrebbero fare un esame di coscienza soprattutto quelli che, per qualche mese di “tutela” in più, l’hanno sconsideratamente alimentata”.