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Emissioni

Nel 2022 la vendita delle quote di carbonio ha fruttato ai governi 63 miliardi di dollari

Stefano De Clara (ICAP): “La crisi energetica ha spinto i governi a porre fine più rapidamente alla loro dipendenza dai combustibili fossili, sostenuta da politiche come lo scambio di emissioni”

Lo scorso anno i governi di tutto il mondo hanno raccolto la cifra record di 63 miliardi di dollari dalla vendita di quote di carbonio nei sistemi di scambio di quote di emissione, poiché molti Paesi hanno aumentato le ambizioni di ridurre l’inquinamento. È quanto è emerso da un rapporto diffuso oggi.

Molti Paesi e regioni del mondo hanno lanciato dei sistemi di scambio di quote di emissione (ETS) per fissare un prezzo sulle emissioni di CO2 e incentivare le aziende ad investire in tecnologie a basse emissioni di carbonio e contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici.

“Anziché indebolire le ambizioni climatiche, la crisi energetica ha spinto i governi a porre fine più rapidamente alla loro dipendenza dai combustibili fossili, sostenuta da politiche come lo scambio di emissioni”, ha affermato Stefano De Clara, capo del forum intergovernativo International Carbon Action Partnership (ICAP). A partire dal 2023, a livello globale sono operativi circa 28 ETS, che coprono circa il 17% delle emissioni globali.

IL FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI ETS

Nell’ambito di un ETS, i governi stabiliscono un limite gradualmente decrescente sulla quantità di emissioni che un settore o un gruppo di settori può produrre. Creano quindi delle quote di carbonio per quelle emissioni, che vengono messe all’asta, e le aziende devono acquistarne una per ogni tonnellata di CO2 che emettono.

Il rapporto ha mostrato che i 63 miliardi di dollari raccolti dalle aste di indennità nel 2023 sono aumentati rispetto ai 59 miliardi di dollari del 2022. I prezzi nell’EU ETS – lo schema dell’Unione europea ed il più consolidato al mondo – sono saliti ad una media di 83 dollari a tonnellata, rispetto ai 65 dollari del 2021.

Lo scorso anno i Paesi e gli europarlamentari hanno concordato delle riforme del mercato del carbonio dell’Unione europea che ridurranno le emissioni più rapidamente e inizieranno a ridurre gradualmente le quote gratuite concesse all’industria. Il prezzo dell’indennità in California e Quebec – che hanno schemi collegati – nel 2022 è cresciuto a 28 dollari rispetto ai 22 dollari del 2021. Nell’ETS cinese il prezzo medio dell’indennità è stato di 8 dollari nel 2022 rispetto ai 7 dollari del 2021.

LE QUOTE ETS UTILIZZATE NELL’UNIONE EUROPEA

I Paesi membri dell’Unione europea hanno esaurito il 62% delle loro quote 2023 di carbonio gratuite nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione, una percentuale molto più alta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo ha comunicato la Commissione europea, secondo la ricostruzione di S&P Global.

Al 16 marzo, i 27 Stati Ue avevano prelevato 327 milioni di tonnellate di quote su un totale di 526 tonnellate di EUA che possono essere distribuite gratuitamente agli emettitori industriali. Al 17 marzo del 2022 erano state assegnate 288 tonnellate di EUA su un totale di 533 milioni, circa il 54%.

Secondo i dati, Austria, Belgio, Croazia, Estonia, Germania, Olanda, Slovenia e Svezia hanno esaurito oltre il 90% delle loro assegnazioni gratuite, mentre Polonia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Finlandia non hanno ancora utilizzato quote gratuite.

VOLATILITÀ DI PREZZO

Lo scopo principale del sistema è ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l’intensità di carbonio dell’Unione europea per raggiungere gli obiettivi net zero, come l’impegno a ridurre le emissioni nette del 55% entro il 2030. Le quote UE, i permessi di carbonio nell’ambito dell’EU ETS, hanno vissuto alcune settimane molto volatili, con prezzi oscillanti tra gli 83 e i 101/mtCO2e. I prezzi del carbonio dell’Unione europea sono diminuiti drasticamente, dopo aver raggiunto livelli record a inizio marzo, grazie alla debole domanda e ai tiepidi risultati delle aste, insieme alle preoccupazioni macroeconomiche.

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