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Transizione

Palazzo (RSE): “Il sistema energetico integrato massimizza l’uso delle rinnovabili per efficienza e circolarità”

Riparte la Clean Energy Transition Partnership, l’iniziativa per la transizione energetica che vede l’Italia in prima fila. L’iniziativa è finanziata da agenzie di diversi Paesi europei e non, con il supporto di Horizon Europe, per un totale di 130 milioni di euro. L’intervista a Giuseppe Palazzo di RSE

Mobilità elettrica, idrogeno, cattura di CO2, integrazione tra mondo dell’energia e processi industriali. Sono solo alcuni dei pilastri della Clean Energy Transition Partnership (CETPartnership), l’iniziativa supportata da Horizon Europe che vede l’Italia in prima fila. Quest’anno, i partner mettono in campo 130 milioni di euro per accelerare la transizione energetica. Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) gestisce la Transition Initiative I, incentrata sul sistema energetico integrato. Giuseppe Palazzo, Project Manager Sviluppo sostenibile e Fonti Energetiche ci racconta gli obiettivi e i numeri dell’iniziativa, soffermandosi sulle potenzialità dell’integrazione tra diversi vettori e reti, attraverso sistemi di accumulo e conversione.

Cos’è la Clean Energy Transition Partnership?

“La Clean Energy Transition Partnership (CETPartnership) è un’iniziativa, supportata da Horizon Europe, di finanziamento e promozione di progetti di ricerca e innovazione per la transizione energetica. Raccoglie finanziamenti da diverse agenzie di Paesi UE e non, come Turchia, Norvegia, Svizzera, Israele, Canada, India e Stati Uniti e li mette a disposizione di progetti transnazionali (con almeno tre soggetti da tre diversi Paesi tra quelli adereti alla partnership). I progetti sono selezionati attraverso bandi preparati dai partner della CETPartnership e valutati da esperti indipendenti. Ogni anno fino al 2027 ci sarà una Joint Call, composta da diversi Call Module, che coprono differenti aspetti della transizione energetica. L’anno scorso erano stati messi in campo 140 milioni di euro, quest’anno sono 130 milioni di euro. La Germania è il primo finanziatore, subito dopo viene l’Italia”.

Com’è composta la Partnership?transizione

“La Partnership è composta da sette Transition Initiatives (TRI). Ogni TRI copre temi specifici, lavorando a Call Module tematici e ad attività di knowledge community ad hoc. Gli obiettivi sono lo scambio di conoscenze e la massimizzazione dell’impatto dei progetti. I temi al centro sono diversi, dall’idrogeno alla CCUS, passando per l’integrazione tra mondo dell’energia e processi industriali, coprendo tutti i fronti della transizione energetica. RSE coordina la TRI 1, incentrata sul sistema energetico integrato. È il sistema energetico a cui guarda l’UE per il 2050, in cui si metteranno in relazione i diversi vettori (elettricità, gas, calore, idrogeno, carburanti) e le diverse reti, con l’aiuto di sistemi di accumulo e di conversione (power-to-X e X-to-power). Questo permette di massimizzare l’utilizzo delle rinnovabili, integrando diverse fonti e soluzioni tecnologiche per elevati livelli di efficienza e circolarità. Inoltre, così facendo si integrano diversi settori, mettendo in relazione l’energia elettrica e la mobilità, ad esempio, o le reti elettriche e del calore con processi industriali che potrebbero contribuire all’equilibrio del sistema. Al centro c’è la gestione della flessibilità, in un nuovo sistema rinnovabile e smart, in cui giocherà un ruolo importante anche la modulazione dei consumi tramite sistemi di demand response.”

Quali sono le prossime tappe?

“La Joint Call 2023 è stata pubblicata il 13 settembre e ci si può candidare con una pre-proposal entro il 22 novembre.
Il 24-25 ottobre, durante la prima Annual Conference della CETPartnership, presenteremo i progetti selezionati lo scorso anno e che partiranno presto. Quelli selezionati nella TRI 1 puntano a sviluppare nuovi strumenti di natura statistica e computazionale per una pianificazione resiliente delle infrastrutture di rete del sistema energetico e per abilitare alti livelli di flessibilità.

Quali sono gli obiettivi della call?

“La Joint Call 2023 contiene dodici Call Module su tanti temi. RSE e i partner della TRI 1 hanno preparato il Call Module 1 “DC technologies for power networks” per lo sviluppo di tecnologie a supporto delle reti in corrente continua a ogni livello di tensione. RSE ha inoltre sviluppato, con la TRI 2, coordinata dal MUR, e la Green Powered Future Mission di Mission Innovation, il Call Module 2 “Energy system flexibility: renewables production, storage and system integration”. Questo modulo si concentra su cinque macro temi: generazione rinnovabile su larga scala; tecnologie per lo storage e i servizi di flessibilità; integrazione di sistema; tecnologie, fonti innovative e mercati per la flessibilità; energy data management and security.”

Quali sono i benefici della corrente continua?

“La corrente continua in alta tensione è ideale per il trasporto di energia a lunghe distanze, basti pensare all’offshore, mentre in media e bassa tensione supporta l’integrazione di diverse tecnologie per generazione e consumi a livello locale e industriale, dal fotovoltaico alle batterie, dai sistemi di conversione alla ricarica dei veicoli elettrici. Il tutto con l’efficienza, la flessibilità e la riduzione delle perdite che caratterizzano la corrente continua. La diffusione delle reti in corrente continua, a ogni livello di tensione, ha una saerie di implicazioni. La necessità di gestire reti di trasmissione e distribuzione ibride AC/DC, l’integrazione tra nuove reti e infrastrutture esistenti, l’evoluzione verso configurazioni multi-terminal, multi-vendor, magliate, anche ad alti livelli di tensione, in linea con la realizzazione di energy island e di offshore bidding zones in grado di interfacciarsi con più mercati nazionali.

Con la diffusione dei parchi eolici offshore in Nord Europa, ad esempio, si stanno studiando configurazioni in cui un parco non è collegato solo alla rete di uno Stato, ma si stanno diffondendo anche impianti che sono connessi a più Stati, abilitando non solo il trasporto di energia prodotta offshore ma anche lo scambio di energia tra mercati diversi. Il nostro Call Module vuole promuovere lo sviluppo delle tecnologie necessarie per la pianificazione, il coordinamento, il controllo e la gestione dell’operatività di questi nuovi sistemi”.

RSE sta lavorando a qualche progetto nell’ambito della mobilità elettrica?

“Negli ultimi due anni abbiamo portato avanti una sperimentazione sulla ricarica di auto elettriche in ambito aziendale. In tre mesi sono state evitate cinque tonnellate di CO2. In particolare, ci siamo concentrati su un sistema di controllo smart della ricarica e lo sviluppo di dispositivi avanzati per la ricarica domestica a integrazione del Controllore di Infrastruttura di Ricarica (CIR). Per la seconda fase della sperimentazione stiamo cercando imprese per sviluppare la prima infrastruttura prototipale ICT che abiliti il funzionamento di migliaia di CIR. A breve pubblicheremo la manifestazione di interesse rivolta a costruttori di CIR e Aggregatori.

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