La Francia auspica una rapida adozione di “misure commerciali protettive sull’acciaio, da attuare già a giugno 2026” e una revisione del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) prima della sua entrata in vigore, all’inizio del prossimo anno
La Francia chiede all’Unione europea di impegnarsi a rafforzare la protezione commerciale per l’industria siderurgica e a rivedere la sua tassa sulle emissioni di carbonio, prima di sostenere la proposta Ue di accelerare la riduzione delle emissioni al 90% entro il 2040.
FRANCIA: “L’EUROPA DEVE SVILUPPARE NUOVE INDUSTRIE COMPETITIVE IN SETTORI STRATEGICI”
Come spiega Bloomberg, il governo di Parigi ha delineato le azioni che l’Unione europea dovrebbe intraprendere nell’ambito della sua spinta verde in un documento condiviso con gli altri Stati membri, prima di una riunione dei ministri della competitività prevista per il 29 settembre a Bruxelles. Il ritmo e la progettazione della transizione verde Ue nel prossimo decennio sono diventati una priorità nell’agenda politica del blocco e saranno discussi dai leader il mese prossimo.
“Per raggiungere i suoi obiettivi climatici, preservando al contempo la sua sovranità industriale e tecnologica, l’Europa deve non solo trasformare le sue attuali capacità produttive, ma anche sviluppare nuove industrie competitive in settori strategici”, afferma la Francia in un documento visionato da Bloomberg. “Per questo motivo, l’adozione di tale obiettivo non può essere disgiunta dall’adozione delle misure di politica industriale europea necessarie per preservare e trasformare questi settori”.
LE “CONDIZIONI ABILITANTI” PER LA TRANSIZIONE PULITA
Quando i capi di governo Ue si incontreranno a Bruxelles per un vertice di due giorni, a partire dal 23 ottobre, con tutta probabilità discuteranno le cosiddette “condizioni abilitanti” per la transizione pulita. La sfida sarà trovare una soluzione che si adatti a ciascun Paese membro, con le sue diverse fonti di energia, ricchezza e forza industriale, in un momento in cui i governi cercano di aumentare la spesa per la difesa ed evitare conflitti commerciali.
Le discussioni tra i capi di governo solitamente sono riservate alle questioni più controverse e i risultati vengono adottati all’unanimità, richiedendo concessioni e compromessi da parte dei Paesi membri per raggiungere un accordo. Sebbene i leader non approvino le proposte di legge, tradizionalmente sono loro a stabilire il tono e le linee guida per l’ulteriore lavoro dei ministri sugli obiettivi climatici.
LA FRANCIA CHIEDE MISURE PROTETTIVE SULL’ACCIAIO E LA REVISIONE DEL CBAM
Secondo il documento, la Francia auspica una rapida adozione di “misure commerciali protettive sull’acciaio, da attuare già a giugno 2026” e una revisione del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) prima della sua entrata in vigore, all’inizio del prossimo anno. Parigi invita inoltre l’Unione europea a tener conto delle incertezze legate allo sviluppo di pozzi di carbonio naturali e tecnologici.
Altre richieste includono un finanziamento efficace per l’industria per la decarbonizzazione e un meccanismo che attivi misure di sostegno in caso di minaccia alla competitività Ue.
CREARE MERCATI PER I PRODUTTORI LOCALI DI PRODOTTI A BASSE EMISSIONI
La Francia punta inoltre alla creazione di mercati per i produttori locali di prodotti a basse emissioni di carbonio in settori strategici come acciaio, cemento, fertilizzanti, carburanti per l’aviazione e per la navigazione marittima, oltre che all’adozione di un sistema di misurazione dell’impronta di carbonio per garantire “un impatto reale su scala globale”.
L’Unione europea nel 2019 ha introdotto delle misure di salvaguardia provvisorie per limitare l’importazione di determinati prodotti siderurgici a seguito dei dazi statunitensi. Tra queste, i dazi sulle importazioni che superano le quote esenti dalle tariffe. Tali misure scadranno alla fine di giugno 2026 e si prevede che la Commissione europea nelle prossime settimane presenterà un nuovo meccanismo di protezione.
IL NON PAPER SULLA SIDERURGIA EUROPEA
Sul settore dell’acciaio qualche mese fa è intervenuto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il 27 febbraio scorso, a Parigi, nel corso della Conferenza sul futuro dell’industria dell’acciaio europeo presieduta insieme al ministro dell’industria francese Marc Ferracci, Urso ha sottoscritto il non-paper sulla siderurgia europea, firmato insieme ai ministri di Francia, Belgio, Lussemburgo, Romania, Slovacchia e Spagna. Il documento delinea un piano d’azione per rafforzare la competitività del settore e salvaguardare la produzione di acciaio in Europa, in un contesto di forte crisi caratterizzato dal calo della produzione e dalla crescente concorrenza internazionale.
Il non-paper è strettamente collegato al documento promosso dall’Italia e sottoscritto da Austria, Bulgaria, Polonia, Grecia e Cipro sulla revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM) per le industrie energivore, a partire proprio dalla siderurgia e dalla chimica.
“La siderurgia – aveva dichiarato nell’occasione il ministro Urso – è la spina dorsale dell’industria europea e italiana: senza acciaio non c’è industria e, senza un’industria forte, l’Europa non può competere a livello globale. Difendere la nostra capacità produttiva siderurgica significa garantire l’autonomia strategica del continente, a cui non possiamo rinunciare”.
GOZZI (FEDERACCIAI) A MADE IN STEEL: “L’EUROPA FACCIA SCELTE CORAGGIOSE PER POTER COMPETERE ALLA PARI”
Del maggio scorso, invece, sono le parole del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che dall’undicesima edizione di “Made in Steel” a Milano aveva spiegato: “servono scelte coraggiose e azioni concrete da parte dell’Europa: non possiamo più accettare che i nostri impianti elettrici green paghino l’energia più cara d’Europa o che la materia prima strategica, il rottame, continui a uscire dal continente. È ora di alzare la voce contro l’inerzia ideologica, contro le resistenze tecnocratiche che bloccano ogni reale passo avanti. Serve una svolta culturale, una rivoluzione del pensiero industriale europeo. L’Italia, con la sua manifattura, chiede regole giuste per competere ad armi pari e per continuare ad innovare nel segno della sostenibilità economica e sociale, non solo ambientale”.
L’INCONTRO TRA IL COMMISSARIO UE SEFCOVIC E I DIRIGENTI EUROPEI DELL’ACCIAIO
Infine, il 19 settembre scorso il commissario Ue per il Commercio Maros Sefcovic ha incontrato a Bruxelles una delegazione di amministratori delegati di aziende siderurgiche europee sulla crisi globale dell’acciaio e sulle sfide che l’industria siderurgica Ue si trova ad affrontare nel contesto di ingenti investimenti per la decarbonizzazione.
“Accogliamo con favore il forte impegno del commissario Sefcovic nel presentare, nella prima metà di ottobre, una misura altamente efficace sul commercio dell’acciaio che garantirà le capacità e gli investimenti dell’UE nel settore siderurgico in questo settore strategico per l’autonomia geoeconomica dell’Europa”, ha affermato Henrik Adam, presidente di EUROFER, l’associazione europea dell’acciaio.
Il commissario Sefcovic si è inoltre impegnato a continuare a perseguire con gli Stati Uniti un approccio comune per limitare l’eccesso di capacità produttiva di acciaio a livello mondiale, inclusa una soluzione alla tariffa statunitense del 50% sull’acciaio europeo e sui suoi derivati.
I CEO dell’industria siderurgica europea sono rimasti molto incoraggiati dallo scambio con Sefcovic e si sono impegnati a creare sostegno tra le istituzioni e l’industria per una misura commerciale così efficace. “L’Ue ora deve reagire e lottare per la propria spina dorsale industriale di fronte alla minaccia esistenziale senza precedenti dell’eccesso di capacità produttiva globale di acciaio, con milioni di posti di lavoro europei di qualità a rischio. Ci auguriamo che l’attesa proposta della Commissione costituisca la base per l’adozione di una soluzione forte da parte del Parlamento europeo e del Consiglio”, ha concluso Adam.