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Rinnovabili, quale politica industriale serve per essere competitivi?

Le richieste dell’industria e la strategia energetica del Governo. Chi c’era e cosa si è detto durante il convegno “Le competitività nelle tecnologie verdi – Una nuova politica industriale per le imprese italiane”, organizzato da Confindustria e Deloitte

Eolico offshore e idrogeno saranno due pilastri della strategia energetica a lungo termine che il Governo sta mettendo a punto. Un piano integrato a medio-lungo termine in cui le aziende saranno sempre più protagoniste, contribuendo in prima persona attraverso tavoli di lavoro in formazione presso i diversi ministeri. L’obiettivo dichiarato è definire un nuovo modello di sviluppo industriale che dovrà coniugare i target di sostenibilità con lo sviluppo della competitività e l’aumento della capacità produttiva delle filiere. Dal canto loro, le imprese chiedono a gran voce una strategia per la transizione energetica nazionale con orizzonte decennale e lo snellimento degli iter burocratici, secondo quanto emerge dall’indagine “La competitività nelle tecnologie verdi, una nuova politica industriale per le imprese italiane”, condotta da Confindustria e Deloitte su un campione di aziende associate al sistema confindustriale, selezionate in quanto leader di settore, e aderenti alle Federazioni Elettricità Futura, Anie e Anima, che è stata presentata questa mattina a Roma in Confindustria.

LA CAPACITÁ DI INNOVARE

La capacità di trasformare e innovare la nostra produzione industriale sarà centrale nella transizione. La sfida economica del cambiamento può essere vinta solo con un salto tecnologico, secondo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Ambientale, Gilberto Pichetto Fratin.

“Il decreto Energia è ai dettagli, Confindustria ha dato un grande supporto. Nel decreto di oggi ci saranno tanti elementi rilevanti, alcuni riguardano correzioni di percorso, il gas release ma anche una messa a punto per il sistema degli energivori. Lo studio di Deloitte è un elemento di partenza importante che dice che la sfida del cambiamento va vissuta come protagonisti perché abbiamo vissuto la nostra crescita economica grazie alla capacità di trasformare, puntando sulla moda, sul design e sulla qualità della manodopera. Il cambiamento è una sfida economica che dobbiamo vincere con un salto tecnologico. Vuol dire che dobbiamo arrivare per primi, fare i prodotti migliori, avere le professionalità migliori, diventando campioni dell’efficienza altrimenti rischiamo tantissimo nel quadro attuale”, ha affermato Gilberto Pichetto Fratin.

IDROGENO E EOLICO OFFSHORE

La parola d’ordine del nuovo piano è neutralità tecnologica, ma Pichetto anticipa che il Governo sta guardando con attenziona a eolico e idrogeno.

“Sto definendo un ragionamento sull’eolico offshore, una grande sfida per il nostro Paese, dobbiamo creare una filiera industriale. Dobbiamo trovare grandi aree in mare aperto, accordarci con gli altri Paesi, serve anche un impegno di materiali colossale. Il quadro geopolitico internazionale impone una serie di cautele riguardo previsioni e pipeline”, ha sottolineato Pichetto.

“Nell’idrogeno sono in campo oltre 3 miliardi e mezzo di euro, inoltre abbiamo avuto l’ok della Commissione Ue per gli elettrolizzatori, oggi costa ancora 7/8 euro al kg. Bisogna fare passi importanti nella capacità di produrre standardizzato. L’idrogeno può affiancare le rinnovabili, stiamo andando avanti sul fotovoltaico, con tutte le difficoltà dovute al numero di monumenti e alla base importante di agricoltura del nostro Paese. Ci stiamo confrontando con le Regioni, dobbiamo coniugare utilizzo del suolo e necessità energetiche”, ha aggiunto Pichetto.

RINNOVABILI, INVESTIMENTI E INCENTIVI

Il Governo è al lavoro per definire una politica industriale a lungo termine che comprenda una riforma strutturale degli incentivi, che dovrebbe arrivare entro la fine del mese.

“Servono ingenti risorse, l’obiettivo del Governo è sostenere gli investimenti, i contratti di sviluppo sono lo strumento più utilizzato. Stiamo lavorando alla politica industriale perché manca da tantissimo tempo, stiamo coinvolgendo tutti gli stakeholder, entrando nel merito delle questioni. I tavoli tematici specifici sono una delle basi. Stiamo lavorando alla riforma degli incentivi, che dovrebbe passare l’esame della Camera entro fine mese, forse questa settimana. Poi seguiranno i decreti attuativi. L’obiettivo è rendere gli incentivi strutturali”, ha affermato Fausta Bergamotto, Sottosegretario MIMIT, nel corso del convegno

“La politica di incentivi non deve essere a pioggia, rischiando di andare a beneficio di produzioni a basso costo extra UE, ma deve favorire invece lo sviluppo di una capacità produttiva, cioè filiere strategiche in grado di intercettare la domanda di nuove tecnologie green. In sede comunitaria stiamo completando il Net zero Industry Act per il rilancio delle filiere green per il quale si stimano investimenti per lo sviluppo della capacità produttiva nelle tecnologie chiave tra gli 80-100 Mld di euro: il Paese deve essere pronto con una idea chiara sulle opportunità che il tessuto industriale italiano potrà cogliere”, ha sottolineato Aurelio Regina, Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria.

“Sarebbe l’ideale se il Pniec presentasse anche una visione di sviluppo industriale associato, oltre alla strategia energetica”, ha aggiunto Massimo Beccarello, Senior Advisor per la Transizione Energetica di Confindustria.

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