Rosneft e Gazprom avrebbero trovato un accordo per implementare un “progetto pilota” con cui Rosneft fornirà 10 mmc di gas russo all’Europa
Un piano per autorizzare alla compagnia russa di gas Rosneft ad esportare il gas metano in Europa. È quello che, per la prima volta, verrà presentato al presidente russo Vladimir Putin ad inizio marzo 2022. Lo riferisce l’agenzia russa Interfax. Secondo i documenti visionati dall’agenzia, la scadenza è stata fissata durante un meeting del governo russo dello scorso ottobre.
IL PROGETTO DI ROSNEFT E GAZPROM PER IL METANO IN EUROPA
Secondo il report il governo russo, Rosneft e il gigante del gas Gazprom avrebbero trovato un accordo per implementare un “progetto pilota” con cui Rosneft fornirà 10 miliardi di metri cubi di gas russo all’Europa. La notizia di questo progetto è stata ampiamente diffusa, tuttavia non è stata ancora resa nota la calendarizzazione delle operazioni.
Né Rosneft, né Gazprom, né il ministro dell’Energia hanno risposto alla richiesta di un commento arrivata ieri. Tuttavia, a seguito del meeting di ottobre alcuni funzionari, incluso il vicepresidente russo Alexander Novak, hanno dichiarato che i dettagli di come funzionerà il progetto sarebbero stati comunicati. Il 14 ottobre Rosneft annunciò che stava valutando la possibilità di fornire gas all’Europa mediante un accordo di esportazioni con British Petroleum.
“L’implementazione di un progetto pilota per l’esportazione di 10 miliardi di metri cubi di gas provenienti dalle risorse di Rosneft, attraverso un contratto con BP, potrebbe aiutare in futuro a fornire scorte addizionali al mercato di gas europeo”, dichiarò in quell’occasione il CEO di Rosneft, Igor Sechin. BP – che detiene un 19,75% di azioni di Rosneft – qualche anno fa firmò un accordo con la compagnia russa per una potenziale fornitura di gas in Europa per l’anno 2017.
IL MONOPOLIO DI GAZPROM SUL METANO
L’ostacolo principale a qualsiasi futura esportazione di gas metano in Europa è il fatto che Gazprom detiene il monopolio sulle esportazioni dalla Russia. Gli altri produttori della federazione, come Novatek, sono autorizzati ad esportare gas sotto forma di gas naturale liquefatto, ma Gazprom è l’unica compagnia che attualmente può esportare il metano. Rosneft e Novatek in passato hanno fatto pressione su Mosca affinché modifichi la legge e autorizzi le due compagnie ad esportare il gas attraverso la vasta rete di gasdotti del Paese.
L’APERTURA DEL GOVERNO RUSSO
Storicamente il governo russo ha sempre negato una mossa di questo genere, ma negli ultimi mesi alcuni funzionari russi hanno dichiarato di star valutando la possibilità di permettere a Rosneft di esportare gas metano. La questione è riemersa dopo che la Direttiva dell’Unione Europea sul Gas, in vigore da maggio 2019, ha richiesto ai nuovi gasdotti extraeuropei in Europa di permettere l’accesso di terzi alle loro strutture.
Il gasdotto Nord Stream 2 (con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno) deve soddisfare le nuove normative e permettere a Rosneft di operare lungo la linea è visto come un modo per assicurare il rispetto delle normative.
Gazprom ha dichiarato che non c’è bisogno di autorizzare Rosneft ad esportare metano poiché la stessa Gazprom ha risorse di gas sufficienti a rifornire l’Europa autonomamente. Tuttavia la Gazprom è stata criticata negli ultimi mesi per non aver aumentato le forniture all’Europa nonostante gli altissimi prezzi di oggi.
Lo scorso 5 ottobre Sp Global Platts stimò un prezzo TTF sul giorno precedente di be 116,10 euro per megawatt-ora, con una volatilità di prezzo che è proseguita fino a dicembre. Il 6 dicembre il prezzo TTF sul giorno precedente fu di 89,40 euro per megawatt-ora, superiore del 511% rispetto allo stesso periodo del 2020.