L’emendamento di AIEL, sostenuto da tutte le forze politiche, chiarisce la normativa con l’obiettivo di favorire l’economia circolare nel settore delle biomasse legnose
AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali si fa promotrice di un’importante iniziativa parlamentare volta a chiarire definitivamente la possibilità di impiegare come sottoprodotti i residui derivanti dalle attività di manutenzione del verde, incluso il legname fluitato, ossia depositato nell’alveo e sulle sponde di fiumi, torrenti e laghi da agenti atmosferici.
L’EMENDAMENTO DI AIEL AL DL AMBIENTE
Uno specifico emendamento al DL Ambiente è stato presentato e sostenuto dai senatori Sigismondi (FdI), Paroli (FI), Spagnolli (Aut), Irto (PD), Bergesio (Lega), Naturale (M5S) e Fregolent (IV), rappresentanti di forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, a conferma del sostegno trasversale alle istanze del settore. L’emendamento punta a risolvere le incertezze normative che attualmente ostacolano la valorizzazione energetica dei residui del verde urbano, promuovendo un approccio di economia circolare e sostenibilità ambientale.
LA QUESTIONE DEI RESIDUI DERIVATI
L’emendamento proposto chiarisce infatti che i residui derivanti dalla manutenzione del verde sono da considerare sottoprodotti, nel rispetto dei requisiti dell’articolo 184-bis del Testo Unico Ambientale. Ciò favorirebbe la valorizzazione energetica dei residui legnosi, riducendo la quantità di rifiuti da smaltire e promuovendo l’utilizzo in ottica circolare di questo materiale energetico rinnovabile.
Negli ultimi anni, la normativa italiana sulla gestione dei residui agricoli, forestali e di manutenzione del verde ha subito interpretazioni contrastanti, generando confusione tra gli operatori del settore. Fino al 3 agosto 2023 l’interpretazione prevedeva l’esclusione dalla regolamentazione sui rifiuti dei residui delle attività agricole e forestali riutilizzati in agricoltura o per la produzione di energia. Inoltre, era possibile classificare come sottoprodotti sfalci e potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico o privato, ricorrendo alle condizioni dell’articolo 184-bis.
GLI INTERPELLI DEL MASE
Tuttavia, tale interpretazione è stata messa in discussione a seguito delle risposte a due interpelli da parte della Direzione Generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che presentavano conclusioni divergenti. Questa incertezza è stata ulteriormente alimentata dalla risposta della Commissione europea del 26 aprile 2024, che sembra aderire a un’interpretazione restrittiva della nozione di sottoprodotto, qualificando come rifiuti anche i residui derivanti dalla manutenzione del verde, compresi sfalci e potature legnose.
Un’interpretazione così restrittiva rischia di avere conseguenze negative sulla filiera legno-energia e sulle imprese agricole e forestali che operano nella manutenzione del verde.
I COSTI PER LO SMALTIMENTO DELLA BIOMASSA LEGNOSA
Attualmente, in Italia, si stima che circa 3 milioni di tonnellate all’anno di biomassa legnosa derivino da potature, manutenzione di parchi e giardini, gestione del territorio “fuori foresta”, manutenzione di viali alberati, pulizia degli alvei fluviali e raccolta del legname fluitato. Se tali residui fossero classificati come rifiuti, i Comuni italiani si troverebbero ad affrontare un costo stimato tra 150 e 180 milioni di euro per il loro smaltimento. Al contrario, la loro valorizzazione energetica potrebbe generare un possibile guadagno di circa 45 milioni di euro, distribuito lungo la filiera locale, favorendo l’economia circolare e riducendo gli oneri per le amministrazioni pubbliche.
AIEL: VALORIZZARE I RESIDUI DEL VERDE URBANO
“La valorizzazione dei residui del verde urbano come sottoprodotti rappresenta un’opportunità unica per coniugare sviluppo economico, sostenibilità ambientale e sicurezza del territorio – dichiara Domenico Brugnoni, presidente di AIEL –. È quindi fondamentale che la normativa nazionale riconosca questa possibilità. L’emendamento proposto rappresenta un passo decisivo per chiarire definitivamente la questione e sostenere le filiere locali del legno-energia”.
La gestione sostenibile dei residui legnosi non è solo una questione economica, ma anche ambientale e di sicurezza. L’accumulo di legname negli alvei fluviali costituisce infatti un rischio significativo, come dimostrato dalle recenti alluvioni in Emilia-Romagna, dove il legname fluitato ha contribuito alle devastazioni. Una normativa chiara e favorevole alla valorizzazione dei residui legnosi può aiutare a prevenire eventi calamitosi, riducendo l’accumulo di materiali nei corsi d’acqua e favorendo la manutenzione del territorio.
“Confidiamo che il Parlamento accolga favorevolmente l’emendamento, riconoscendo l’importanza strategica dell’approccio circolare portato avanti dalla filiera legno-energia per il Paese. La valorizzazione dei residui del verde urbano come sottoprodotti rappresenta un passo importante verso un modello di sviluppo sostenibile, capace di generare benefici ambientali, economici e sociali”, conclude Brugnoni.