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Petrolio

Petrolio, cosa succede se il prezzo aumenta

La fluttuazione dei prezzi del petrolio non riguarda solo i privati ma crea un vero e proprio effetto domino sull’apparato produttivo di enti, aziende e pubblica amministrazione

 

Il prezzo del petrolio continua a salire, spinto dal consolidarsi della crescita economica a livello mondiale, che abitualmente porta alla naturale crescita dei consumi, e dalla convinzione degli analisti che il prossimo 30 novembre verranno rinnovati dai paesi facenti parte del cartello Opec (e affini, Russia compresa) i tagli alla produzione – elaborati al fine di risollevare i prezzi del barile – in scadenza al 30 marzo. I mercati  (e gli operatori di settore) festeggiano, ma per i cittadini (e non solo) non mancheranno i problemi.

Difficile da stabilipetroliore se il prezzo del greggio è destinato a salire: mentre quella di Mosca di continuare ad appoggiare i tagli di produzione potrebbe esser solo una mossa strategica che si conclude in un nulla di fatto, negli Stati Uniti dopo settimane in cui si è registrato un calo delle scorte, che solitamente è preavviso di nuovi rifornimenti – e di aumento di pressione della domanda sull’offerta con successivo aumento dei prezzi -, si è assistito a un incremento della produzione locale.

Una fluttuazione del prezzo del petrolio, però,  potrebbe avere conseguenze notevoli sui paesi dipendenti dall’oro nero, come l’Italia. Da un rincaro non dipende solo l’aumento dei prezzi del carburante ma anche quello delle bollette delle aziende e della pubblica amministrazione, nonché i costi per l’approvvigionamento. E questo avrebbe conseguenze importanti sull’intero sistema economico della penisola.

 

Giovanni Malaspina

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