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State Grid Corporation

Ecco come la Cina vuol portare l’energia dell’Asia in Germania

State Grid Corporation of China vuol portare l’energia pulita dell’Asia centrale in Germania, sfruttando il potenziale eolico e fotovoltaico. Articolo di Giusy Caretto

Energia pulita dalla Cina alla Germania. E’ questo il progetto, già passato al vaglio del Joint Research centre (Jrc) della Commissione europea, di State Grid Corporation of China, colosso elettrico cinese che vuol portare l’energia pulita dell’Asia centrale in Germania, attraverso un’infrastruttura di linee in corrente continua (Hvdc).

Il piano è davvero ambizioso: la Cina, infatti, vorrebbe sfruttare il potenziale eolico e solare, ma la percentuale di carbone nel mix energetico è ancora troppo alta. C’è anche da dire che la Cina si sta impegnando seriamente per cambiare le carte in tavola e per migliorarsi:  vanta la maggiore potenza installata globale nel carbone e nel fotovoltaico, mentre aspira ad essere il primo importatore di petrolio e gas naturale. Dal 2016 al 2040, secondo lo scenario New Policies della IEA, il peso del carbone dovrebbe scendere dal 58% al 32% della potenza installata complessiva, mentre dovrebbe crescere fino al 22% il fotovoltaico e fino al 18% l’eolico.

IL PROGETTO DI STATE GRID

State Grid vorrebbe portare tutta l’energia pulita dell’Asia Centrale in Europa. Il Joint Research centre (Jrc) della Commissione europea, come riporta il Sole 24 Ore, ha stimato i costi infrastrutturali tra i 15 e i 28 miliardi di euro, a seconda del tracciato scelto tra i tre individuati. Un primo tracciato prevede che le infrastrutture seguano la rotta nord, la più breve: pochi Paesi e un tracciato che si snoda sulla terraferma. Un secondo tracciato, invece, prevede l’attraversamento di due mari, coinvolgendo anche più Stati. Scegliendo, invece, la rotta Meridionale, la più lunga, il tracciato dovrebbe fare i conti con montagne, altipiani e deserti.

BRUXELLES NON CI CREDE (TANTO)

Il percorso è lungo. Prima di tutto, infatti,  la Cina dovrebbe rafforzare la rete elettrica e poi procedere a realizzare le interconnessioni con i paesi vicini. Solo dopo, potrebbe iniziare al lavorare al completamento delle infrastrutture rimanenti e dunque all’interconnesione con la Germania.

Per questo, anche, Bruxelles resta con i piedi per terra. E a tutti i problemi tecnici dovremmo anche aggiungerele questioni inerenti alla sicurezza energetica.

 

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