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2i Rete Gas, Superbonus e auto: cosa c’è sui giornali di oggi

L’Ipo di 2i Rete Gas, la stretta del governo sul superbonus, incentivi auto e la possibile fine dell’alleanza Nissan-Renault: la rassegna dei giornali

Procede verso la quotazione il gruppo 2i Rete Gas che secondo indiscrezioni avrebbe iniziato i colloqui con i potenziali investitori istituzionali. Intanto il Tesoro è pronto a varare una nuova stretta sul Superbonus con il recupero in 10 anni dei crediti d’imposta. Fronte auto, il governo, secondo La Repubblica, avrebbe tagliato 400 milioni ai fondi per sostenere l’auto in Italia mentre sarebbe agli sgoccioli l’alleanza tra Renault e Nissan, entrambe alla ricerca di nuovi partner.

ENERGIA: 2I RETE GAS INIZIA I COLLOQUI CON GLI INVESTITORI PER L’IPO

“Procede verso la quotazione il gruppo 2i Rete Gas, la controllata dal fondo infrastrutturale italiano F2i con una quota del 64%. Secondo indiscrezioni sarebbe infatti iniziata la fase di marketing con i colloqui con i potenziali investitori istituzionali. Al lavoro sono le cinque banche come coordinatori globali: cioè Unicredit, Intesa Sanpaolo Imi e Bnp Paribas che si sono aggiunte a Goldman Sachs con l’obiettivo di collocare circa 600 milioni di euro di azioni. La quotazione dovrebbe quindi riguardare almeno il 30% del capitale per un valore complessivo dei 2I Rete Gas che dovrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro. (…)”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi.

SUPERBONUS, GIORGETTI: COME IL VAJONT, ORA CREDITI RIMBORSABILI IN 10 ANNI

“Il Tesoro è pronto ad un’altra forte stretta sul Superbonus 110%. I crediti d’imposta derivanti dalle ristrutturazioni edilizie, nei piani del Mef, potranno essere recuperabili solo in dieci anni. E ciò varrebbe per tutti i crediti in circolazione, che sono scontabili in quattro o cinque anni, oltre che per quelli nuovi, che sono già quasi tutti con durata decennale (restano a 5 anni solo Sismabonus e Bonus barriere). Una misura molto drastica, criticata dall’opposizione, dalle banche e dai costruttori edili, ma che suscita perplessità anche nella maggioranza”. È quanto si legge sul Corriere della Sera di oggi. “Si dovrà fare, dicono al Mef, «una valutazione politica». Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, caldeggia la misura, perché è l’unica (come ha scritto nel Def) in grado di incidere significativamente sul debito pubblico dei prossimi due o tre anni. Se non di fermare, almeno di attenuare l’impatto «della valanga del Superbonus, come il Vajont, già partita quando siamo intervenuti» ha detto il ministro ieri al Senato, (…)La compensazione di questi crediti, secondo l’attuale profilo temporale, comporta un maggior debito pubblico di circa 35 miliardi l’anno. Se il periodo venisse allungato a 10 anni, l’impatto delle compensazioni sul fabbisogno di cassa sarebbe molto inferiore, di oltre la metà. Per i conti pubblici sarebbe una buona soluzione. Lo stesso per i cittadini che hanno in mano i crediti, non possono più cederli, ma non hanno capienza fiscale per scontarseli in quattro anni, e che rischiano di bruciarne una parte. Molto meno per banche e imprese — edili e di fornitura — che hanno acquistato i crediti Superbonus: (…) Con l’emendamento il governo potrebbe anche recuperare al beneficio dello sconto in fattura le ricostruzioni post sisma escluse e i lavori negli Iacp, in entrambi i casi con un tetto alla spesa. (…)”, ha concluso il quotidiano.

INCENTIVI AUTO 400 MILIONI FINISCONO ALTROVE

“Il governo taglia 400 milioni ai fondi per sostenere l’auto in Italia. Nonostante le discussioni sulla difesa delle quattro ruote nel nostro Paese, il governo Meloni predica bene, ma razzola male. E viene da pensare che il battibecco a distanza tra il vicepremier Matteo Salvini, che ha impostato la sua campagna elettorale per l’Europa sulla difesa dell’auto dall’ideologia di Bruxelles, e il ministro Adolfo Urso, padre dei nuovi incentivi che non debuttano mai, sia stato un diversivo”. È quanto si legge su La Repubblica di oggi. “(…)Basta andare a guardare l’articolo 37 per vedere che viene intaccato il tesoretto creato da Draghi. Viene ridotto di 130 milioni il fondo incentivi auto stanziati per il 2024 dal dpcm vecchio. (…) Tagliati altri 250 milioni dal fondo automotive, soldi che servivano dal 2025 in poi, e 20 dai soldi per sostenere l’installazione di punti di ricarica nei condomini”, conclude il quotidiano.

AUTO: L’ALLEANZA NISSAN-RENAULT È AGLI SGOCCIOLI OCCHI SU HONDA

“L’alleanza tra Renault e Nissan è “sull’orlo della rottura”. A sostenerlo è Le Parisien, secondo il quale la relazione che lega i due costruttori (e include anche Mitsubishi Motors) è ormai giunta alla fine sebbene il rapporto tra le parti resti «cordiale». A nulla sembrerebbe essere servito il riequilibrio del matrimonio deciso lo scorso anno, in base al quale il gruppo francese ha abbassato la sua partecipazione nel partner nipponico portandola dal 43% al 15%”. È quanto si legge su La Stampa di oggi. “(…)Nissan sembrerebbe sempre più vicina al connazionale Honda, con il quale ha già stretto una partnership strategica nell’elettrico. Un primo passo che porterebbe ad una nuova intesa a tre totalmente giapponese con la partecipazione di Mitsubishi. (…) Ma anche il gruppo francese guidato dall’ad Luca de Meo si starebbe guardando intorno, studiando nuovi progetti con Volkswagen e Geely”, ha concluso il quotidiano.

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