Skip to content
opec

Petrolio: prezzi in aumento dopo i tagli dell’OPEC+. Ecco i numeri e gli scenari

I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre 4 dollari al barile, registrando il più grande rialzo giornaliero in quasi un anno, a seguito dei tagli annunciati dall’OPEC+

I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre 4 dollari al barile, registrando il più grande rialzo giornaliero in quasi un anno. Nel frattempo, l’OPEC+ ha annunciato l’intenzione di tagliare nuovamente la produzione, aumentando – secondo quanto riporta Reuters – i costi per le raffinerie dall’Asia all’Europa e spingendole a cercare maggiori forniture da Russia e Africa e le Americhe.

OPEC+ ANNUNCIA TAGLI ALLA PRODUZIONE

L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i loro alleati, compresa la Russia, hanno sorpreso i mercati annunciando tagli alla produzione di circa 1,16 milioni di barili al giorno (bpd) da maggio fino al resto dell’anno. Secondo i calcoli di Reuters, gli impegni porteranno il volume totale dei tagli effettuati dal gruppo OPEC+ da novembre a 3,66 milioni di bpd, pari al 3,7% della domanda globale.

PREZZI DEL PETROLIO: COSA SUCCEDE CON I TAGLI OPEC+

Le conseguenze di questa decisione potrebbero riflettersi nelle forniture di greggio dal Medio Oriente che potrebbero restringersi ulteriormente da maggio.

Inoltre, il recente taglio di produzione potrebbe portare il prezzo del petrolio a un brusco rialzo di almeno 10 dollari secondo quanto riferito nella nota degli analisti di Pickering Energy Partners. Goldman Sachs ha solertemente aumentato le previsioni per il prezzo del petrolio Brent a 95 dollari al barile entro la fine dell’anno e a 100 dollari per il 2024. «Il taglio a sorpresa di oggi (domenica, ndr) è coerente con la nuova linea dell’OPEC+ di agire preventivamente finché possono farlo senza perdite significative di quote di mercato», ha spiegato Goldman.

COSA POTREBBE ACCADERE IN CINA, INDIA E GIAPPONE

Secondo alcuni funzionari della raffinazione indiana, con l’aumento dei prezzi e la riduzione dell’offerta di greggio sour del Medio Oriente, la Cina e l’India potrebbero essere spinte ad acquistare più petrolio russo, incrementando le entrate di Mosca..

“La stretta sull’offerta di greggio dell’OPEC+ sarà negativa per il Giappone, in quanto potrebbe far aumentare ulteriormente l’inflazione e indebolire l’economia del Paese”, ha dichiarato in una nota Takayuki Honma, capo economista della Sumitomo Corporation Global Research. “I Paesi produttori apparentemente desiderano che i prezzi del petrolio salgano a 90-100 dollari al barile, ma prezzi del petrolio più alti significano anche un rischio maggiore di recessione economica e di rallentamento della domanda”, ha aggiunto.

LE MOSSE DEL KUWAIT E DI SAUDI ARAMCO

Il Kuwait ha già comunicato agli acquirenti che ridurrà le esportazioni per mantenere più greggio per la sua raffineria di Al Zour, e Saudi Aramco sta intensificando le operazioni presso la sua raffineria di Jizan.

I DATI SUL GREGGIO STATUNITENSE

L’amministrazione Biden, in una nota, ha affermato che la mossa annunciata dai produttori non è stata saggia. Alcuni analisti, inoltre, hanno messo in dubbio la logica dell’OPEC+ per il taglio della produzione extra. “È difficile credere al ragionamento ‘preventivo’ e ‘precauzionale’, soprattutto ora che la crisi bancaria si è placata e il Brent è risalito fino a 80 dollari dai minimi di 15 mesi all’inizio di marzo”, ha affermato in una nota Vandana Hari, fondatore del fornitore di analisi del mercato petrolifero Vanda Insights.

Secondo i dati riportati da Reuters, il Brent è sceso il mese scorso a 70 dollari al barile, il più basso in 15 mesi, a causa dei timori che una crisi bancaria globale e l’aumento dei tassi di interesse avrebbero colpito la domanda nonostante la minore produzione di petrolio dell’OPEC a marzo, a causa della manutenzione del giacimento petrolifero in Angola e dell’arresto di alcune esportazioni irachene. La produzione di greggio statunitense, invece, è salita a gennaio a 12,46 milioni di barili al giorno (bpd), il più alto da marzo 2020, secondo i dati dell’Energy Information Administration (EIA) mostrati venerdì.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su