L’espansione del Corridoio Meridionale del Gas richiederà notevoli investimenti per installare dei compressori aggiuntivi, che a loro volta richiedono garanzie che in Azerbaigian ci sarà gas extra disponibile a riempire le condutture ampliate e che potrà essere venduto
I piani concordati lo scorso anno dall’Azerbaigian e dall’Unione europea affinché Baku raddoppi il volume di gas inviato in Europa a 20 miliardi di metri cubi all’anno sono sospesi, poiché gli acquirenti europei devono ancora confermare che prenderanno il gas.
Parlando ai giornalisti durante una tavola rotonda tenutasi lo scorso 14 settembre ad Ankara, il ministro turco dell’Energia, Alparslan Bayraktar, ha confermato che il suo ministero ha incaricato l’operatore del gasdotto TANAP – che trasporta il gas azero attraverso la Turchia fino alla Grecia – di prepararsi ad espandere il gasdotto affinché raggiunga la sua piena capacità di 31 miliardi di metri cubi l’anno, per trasportare 10 miliardi di metri cubi in più all’anno.
L’EUROPA HA DAVVERO BISOGNO DI GAS EXTRA DALL’AZERBAIGIAN?
Il ministro ha però aggiunto che, al momento, né gli operatori dei principali giacimenti di gas azeri, né gli operatori dei tre gasdotti che trasportano il gas dall’Azerbaigian ai mercati europei hanno ricevuto la conferma che il combustibile abbia effettivamente un mercato in Europa.
“Non sono sicuro che il mercato europeo sia pronto a ricevere più gas dal TANAP a lungo termine”, ha spiegato Bayraktar, aggiungendo di aver discusso più volte la questione con la compagnia petrolifera statale azera SOCAR, che è partner del progetto in tutti i giacimenti del Paese caucasico e nei 3 gasdotti di transito che trasportano il gas in Europa. “Da parte europea, non credo si prendano un vero e proprio impegno a lungo termine per il prelievo di questo gas aggiuntivo. Senza questo impegno, non credo che l’espansione sia possibile”, ha affermato il ministro turco, aggiungendo che, senza impegni per l’acquisto di gas extra, anche le società che gestiscono i giacimenti di gas dell’Azerbaigian non potranno investire per espandere la produzione nella misura necessaria per produrre i volumi extra.
IL GASDOTTO TANAP E LE FORNITURE ALL’EUROPA
Di proprietà dell’Azerbaigian (58%), della Turchia (30%) e di BP (12%), il TANAP è uno dei 3 gasdotti che compongono il Southern Gas Corridor, il Corridoio Meridionale del Gas sostenuto dall’Unione europea e progettato già negli Anni 90. Il Corridoio, finalmente, nel 2020 ha iniziato a fornire all’Europa fino a 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Tutti e tre i gasdotti dovranno essere ampliati al massimo della loro capacità, per consentire alle esportazioni di raggiungere i 20 mmc/anno, ma l’espansione richiederà notevoli investimenti per installare dei compressori aggiuntivi, che a loro volta richiedono garanzie che ci sarà gas extra disponibile a riempire le condutture ampliate e che questo gas extra potrà essere venduto.
I piani per raddoppiare le esportazioni di gas azero verso l’Europa sono stati concordati nell’ambito di un memorandum d’intesa tra l’Ue e l’Azerbaigian firmato nel luglio 2022. L’accordo è stato firmato sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina e dei crescenti timori che la perdita delle importazioni di gas russo di oltre 180 miliardi di metri cubi all’anno avrebbe lasciato l’Europa a corto di gas e in balìa di possibili interruzioni di corrente.
RADDOPPIARE LE ESPORTAZIONI ENTRO IL 2027
La formula dell’accordo, tuttavia non era quella di un impegno formale, ma indicava solamente che le due parti avevano concordato di “ambire” a sostenere il raddoppio delle esportazioni di gas azero verso l’Europa ad “almeno 20 miliardi di metri cubi di gas all’anno entro il 2027, in conformità con la fattibilità commerciale e la domanda del mercato”.
Mentre l’Europa ha dovuto affrontare dei fortissimi aumenti dei prezzi dell’energia, finora una carenza energetica a livello continentale è stata evitata grazie al forte aumento delle importazioni di GNL e all’incremento della produzione di energia da altre fonti, come carbone, nucleare ed energie rinnovabili.
Ciò ha lasciato entrambe le parti di fronte ad un enigma: se non c’è carenza di gas, non c’è un mercato garantito per il gas extra che l’Azerbaigian dovrebbe fornire, e non c’è motivo di investire nell’espansione della produzione o della capacità dei gasdotti. Allo stesso tempo, non è ancora chiaro quanto gas extra l’Azerbaigian sarà in grado di fornire, né quando.
IL TAP E IL GAS CHE DALL’AZERBAIGIAN ARRIVA IN ITALIA
Il TAP – Trans Adriatic Pipeline-, è il gasdotto che trasporta il gas dall’Azerbaigian all’Italia. Lungo 878 km (di cui 773 km onshore e 105 km offshore), inizia in prossimità di Kipoi, al confine tra Grecia e Turchia, attraversa Grecia settentrionale, Albania e Mar Adriatico fino ad arrivare sul litorale salentino a Melendugno, in Puglia, dove si connette alla rete italiana di trasporto del gas.
La prima pietra venne posata in una cerimonia tenutasi il 17 maggio 2016, mentre dal 2020 il gasdotto è in funzione. La capacità del TAP al momento è di circa 10 miliardi di metri cubi l’anno.
Lo scorso anno il nostro Paese ha importato oltre 10 miliardi di metri cubi di gas azero tramite il TAP, pari al 14% delle forniture. Rispetto al 2021, il gas che abbiamo importato dal Paese asiatico è aumentato del 42%, passando dai 7,2 miliardi di metri cubi del 2021 ai 10,3 del 2022.
In attesa del raddoppio, nel breve periodo il TAP sarà ulteriormente potenziato: da qui alla fine del 2024, si prevede che da Baku arriveranno altri 2,5 miliardi di metri cubi in più, portando il gasdotto alla capacità massima consentita. Poi, entro il 2027, il governo conta di raddoppiare la portata, che permetterebbe di trasportare fino a 20 miliardi di metri cubi.
L’Azerbaigian è un Paese chiave per l’approvvigionamento energetico dell’Italia: è infatti il nostro secondo fornitore di gas dopo l’Algeria, con una quota del 15%. Appena al di sopra di quella russa, che a causa della guerra in Ucraina è scesa sensibilmente.
I GIACIMENTI DI GAS IN AZERBAIGIAN GESTITI DA BP E TOTALENERGIES
L’attuale capacità produttiva del giacimento Shah Deniz – gestito da BP e che fornisce la maggior parte delle esportazioni di gas dell’Azerbaigian – non è in grado di fornire tutti i 10 miliardi di metri cubi di gas extra richiesti. BP ha iniziato a perforare pozzi esplorativi in due giacimenti profondi che potrebbero essere in grado di fornire più gas, ma non è chiaro se troveranno volumi sfruttabili commercialmente. Anche se ciò avvenisse, però, la messa in funzione di quei pozzi richiederà tempo e ulteriori investimenti, che a loro volta richiederanno una qualche forma di garanzia che il gas troverà un mercato.
Inoltre, la francese TotalEnergies di recente ha avviato la produzione di circa 1,5 miliardi di metri cubi all’anno di gas dal giacimento Absheron. Ciò può essere ampliato fino a circa 5,5 miliardi di metri cubi all’anno, ma anche in questo caso richiederà più investimenti, per i quali gli operatori richiederanno una “assicurazione” che il gas verrà venduto.
ESPORTAZIONI DI GAS IN EUROPA IN AUMENTO
L’Azerbaigian lo scorso anno è già riuscito ad aumentare le sue esportazioni di gas verso l’Europa a 11,4 miliardi di metri cubi, e si prevede che nel 2023 raggiungeranno 11,6 miliardi di metri cubi. Tuttavia, Baku ha degli impegni a fornire gas anche ai suoi vicini Georgia e Turchia, oltre alla crescente domanda interna, e le maggiori esportazioni del 2022 sono state realizzate in parte da un complesso accordo di scambio di gas con Turkmenistan e Iran – che è stato ampliato di recente e potrebbe essere ampliato ancora – e anche in parte dal fatto che l’Azerbaigian importa gas russo, contravvenendo all’intenzione politica dell’accordo con l’Ue di ridurre la dipendenza dal gas russo.
Anche in questo caso non è chiaro fino a che punto “l’accordo di scambio” potrà essere ampliato e se il gas proveniente dall’Iran potrebbe essere utilizzato per fornire esportazioni verso l’Europa, considerato che Teheran è ancora soggetta alle sanzioni internazionali.
IL RUOLO DELL’HUB DEL GAS IN TURCHIA
Una soluzione al dilemma potrebbe arrivare dalla Turchia, sotto forma del progettato hub di scambio del gas di Ankara nel nord-ovest del Paese, vicino ai 4 gasdotti turchi che già trasportano gas in Europa. Anche se i dettagli devono ancora essere finalizzati e rivelati, Ankara prevede un punto di scambio in qualche modo simile al TTF olandese, dove viene scambiato il gas proveniente da più fonti, tramite gasdotto o come GNL.
Intervenendo alla tavola rotonda, il ministro dell’Energia turco, Alparslan Bayraktar, ha detto di prevedere che il gas proveniente da varie fonti tramite gasdotto e il GNL in arrivo in Turchia potrebbero essere scambiati sulla borsa energetica EPIAS di Istanbul, che già commercia gas per il mercato turco.
Questo, però, richiede gas proveniente da più fonti, che può essere scambiato. La Turchia attualmente ha una notevole capacità di importazione di GNL in eccesso e importa gas via gasdotto da Azerbaigian, Russia e Iran. Con le sanzioni internazionali che probabilmente limiteranno il transito verso l’Europa sia del gas russo che di quello iraniano attraverso un hub turco, questo potenzialmente lascerà solo il GNL e il gas azero – offrendo un possibile incentivo agli investimenti per incrementare sia la produzione di gas azero, sia la capacità dei gasdotti di trasportare qualsiasi volume extra in Europa.