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Stellantis

L’allarme della FIM-CISL: “per Stellantis si prospetta una produzione poco sopra i 500mila veicoli. Il governo ci convochi per rilanciare un settore in difficoltà”

“Negli stabilimenti di produzione Stellantis – ha spiegato il segretario generale FIM-CISL, Ferdinando Uliano– abbiamo riscontrato una situazione particolarmente negativa e una tendenza al peggioramento rispetto alla flessione del -23,8% già riscontrata nel primo trimestre

I dati della produzione Stellantis nei primi sei mesi del 2024, dopo tre anni di crescita, segnano un’inversione di tendenza negativa rispetto al semestre dell’anno precedente, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali di 303.510 unità, contro le 405.870 del 2023. La produzione di autovetture segna un -35,9%, pari a 186.510, mentre quello relativo ai veicoli commerciali evidenzia una crescita del 2% raggiungendo una quota di 117.000 unità.

ULIANO (FIM-CISL): SITUAZIONE NEGATIVA E UNA TENDENZA AL PEGGIORAMENTO

“Negli stabilimenti di produzione delle auto – ha spiegato in un comunicato stampa il segretario generale FIM-CISL, Ferdinando Uliano– abbiamo riscontrato una situazione particolarmente negativa e una tendenza al peggioramento rispetto alla flessione del -23,8% già riscontrata nel primo trimestre. Fatta eccezione per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, che rappresenta più della metà della produzione totale, dove riscontriamo una crescita del +3,5% rispetto al 1° semestre 2023, che comunque subisce un forte rallentamento negli ultimi tre mesi. Negli altri quattro stabilimenti la produzione di auto ha subito flessioni molto significative, con valori che vanno dal -57,6% al -63%, rispettivamente Melfi e Mirafiori (polo produttivo di Torino).

IL RUOLO DEGLI INCENTIVI ALLE AUTO ECOLOGICHE

Un dato negativo condizionato dal ritardo degli incentivi per le auto ecologiche partiti un mese fa e il rimbalzo negativo, dopo un 2023 in crescita, una volta superati i problemi nelle forniture determinati dal covid e dalla mancanza di semiconduttori e componenti. Il polo produttivo di Mirafiori perde volumi sulla 500 elettrica e non riesce più a compensare il continuo calo delle Maserati. Gli stabilimenti di Melfi e Cassino subiscono l’attesa verso la transizione alle future produzioni sulle due nuove piattaforme Stla Medium e Stla Large previste nel 2025.

Per i veicoli commerciali Lvc di Atessa di fatto si è interrotta la crescita rispetto al 2023 (+2%), che si era riscontrata invece nel primo trimestre (+28,5%). Se l’andamento riscontrato nel 1° semestre 2024 venisse confermato nei prossimi mesi e senza inversione di tendenza per gli incentivi, partiti di fatto con ritardo nel mese di giugno 2024, la produzione complessiva si attesterà intorno alle 500 mila unità, al di sotto delle 751 mila del 2023, a metà strada dall’obiettivo di 1 milione di veicoli nel 2030 stabilito a livello governativo e assunto dal Gruppo Stellantis.

IL PIANO INDUSTRIALE DEL GRUPPO STELLANTIS

Il piano “Dare Foward 2030” ha come obiettivo la strategia zero emissioni di carbonio entro il 2038. Con una riduzione del 50% entro il 2030: il 100% delle vendite in Europa e il 50% negli Stati Uniti, sarà costituito da veicoli elettrici a batteria (BEV), con più di 75 modelli (45 nel 2024), raggiungendo circa 5 milioni di veicoli BEV. Entro il 2025 l’investimento complessivo per l’elettrificazione sarà di 30 miliardi, comprendendo anche un aumento della capacità produttiva delle batterie da 140 GWh a 400 GWh, con tre fabbriche in Europa (di cui una a Termoli) e due negli Usa. Dal 2022-2030 globalmente saranno complessivamente 100 i lanci di nuovi modelli, su n. 4 vehicle platforms (small, medium, large, frame) e n. 3 tech platforms. Il peso delle nuove auto dai segmenti dei veicoli premium e di lusso (Maserati, Alfa Romeo, Lancia e Ds) triplicherà entro 2030 (dal 4% al 11%), i ricavi aumenteranno di quattro volte e la redditività di 5 volte. Sarà rafforzata la leadership nel mercato dei veicoli commerciali. Gli Investimenti e le spese in R&D saranno pari all’8% dei ricavi.

“GARANTIRE UNA PROSPETTIVA INDUSTRIALE E OCCUPAZIONALE”

L’impostazione di Stellantis è quella di adattare il piano presentato nel 2022, in funzione del contesto e dei cambiamenti che possono influenzare le strategie nel settore. Questo significa che il piano deve essere costantemente verificato, attraverso un confronto continuo tra sindacato e azienda, anche presso incontri istituzionali. Periodicamente vengono effettuati gli incontri presso il Mimit, oltre ad una serie di incontri di verifica a livello locale e nazionale. Il nostro obiettivo è che per ogni realtà è necessario garantire una prospettiva industriale e occupazionale, assumendo l’obiettivo di non chiudere gli stabilimenti ma di trasformarli tecnologicamente, con soluzioni concrete e positive dentro una transizione ecologica e digitale che sta investendo il settore automotive, di seguito gli aspetti più rilevanti emersi negli ultimi incontri con il Gruppo Stellantis e con le istituzioni.

IL TORINO MANUFACTURING DISTRICT DI STELLANTIS

Il Torino Manifacturing District è il polo produttivo di veicoli e componenti, dove l’azienda ha confermato la sua valenza come centro di progettazione per l’elettrificazione e la sostenibilità, cuore progettuale dei marchi iconici italiani. Per Maserati GT e GC il lancio delle produzioni è avvenuto nel corso del 2023. Dall’inizio del 2024 sono iniziate le produzioni anche nelle versioni elettriche. Il lancio della futura Maserati berlina luxury E a Mirafiori è stato spostato dal 2025 al 2028 e il lancio del nuovo large E-UV BEV nel 2027, ma Stellantis non ha comunicato in quale stabilimento verrà assegnato. La Fiat 500e, costruita a Mirafiori da inizio 2024, viene esportata negli Stati Uniti. La Fiat 500 ibrida è prevista in partenza a fine 2025.

La joint-venture con Punch Powertrain, denominata e-Transmissions, operativa a febbraio 2024, ospiterà a Torino uno stabilimento avanzato per la produzione e la fornitura di innovative trasmissioni elettrificate per la nuova generazione di modelli ibridi e PHEV. Avrà una capacità installata di 600.000 trasmissioni elettrificate all’anno per supportare le esigenze complessive di Stellantis. Attualmente vi lavorano già circa 300 persone (con potenziale organico a regime di 500 dipendenti). Attualmente la produzione è in corso.

IL CIRCULAR ECONOMY HUB E IL BATTERY TECNHNOLOGY CENTER

Il primo Circular Economy Hub (Hub per economia circolare), che mira ad allungare la vita di componenti e veicoli, garantendone una maggiore durata è stato inaugurato il 23 novembre 2023, con circa 300 lavoratori, per giungere a regime nel 2025 intorno alle 500 unità. Il Battery Technology Center è stato inaugurato nel mese di settembre 2023, dove verranno effettuati i test prestazionali e la validazione dei componenti delle batterie per i veicoli elettrici di Stellantis durante le fasi di sviluppo e produzione.

Per gli enti centrali hanno ribadito l’impegno a sviluppare le competenze su ricerca e innovazione, collegate in particolare e non solo alle produzioni negli stabilimenti Italiani, aumentando la collaborazione con Politecnico. Le funzioni di ricerca e sviluppo occupano in Italia 4.300 lavoratori (3.700 impiegati e 500 operai) ripartiti nelle sedi di Torino, Modena, Pomigliano, Balocco, Trento, Bari e Melfi. C’è una forte tendenza in tutto il gruppo Stellantis a utilizzare risorse esterne, noi pensiamo che tutto rischia di impoverire le professionalità interne e la competitività complessiva.

L’investimento sul Green Campus Mirafiori verrà completata nel dicembre 2025. Accoglierà 10.000 dipendenti, tra ingegneri, tecnici e impiegati degli enti centrali. Allo stesso tempo, abbiamo ribadito la necessità di rafforzare e investire di più sugli aspetti relativi alla ricerca e sviluppo, in modo che Torino sia sempre di più uno dei quattro centri d’innovazione, nell’ambito della mobilità, più importanti del gruppo Stellantis.

L’IMPIANTO STELLANTIS DI TERMOLI

Durante l’ultimo incontro di giugno i vertici di ACC hanno comunicato la volontà di posticipare a data da destinarsi l’investimento per la realizzazione della gigafactory molisana per la produzione di batterie. La decisione riguarda anche l’investimento in Germania, questo perché il processo di elettrificazione del mercato automotive è molto indietro rispetto alle aspettative di crescita ipotizzate e richiede tempi più lunghi rispetto a quanto programmato. Tutto rinviato a fine anno dove si avrà più certezze sostengono i vertici di ACC. Per quanto ci riguarda la scelta di ACC di rinviare gli investimenti su Termoli è negativa, soprattutto alla luce delle ingenti aspettative che si riponevano sugli investimenti oltre al lavoro fatto fino ad oggi, per essere pronti a far partire gli investimenti entro quest’anno.

Abbiamo chiesto al governo di aprire subito una discussione con ACC e Stellantis, per rivedere questa scelta e avviare almeno il primo modulo produttivo come previsto nei piani, anche perché le risorse del PNRR destinate al sito circa 400 milioni di euro, per un investimento complessivo di oltre 2 miliardi, devono essere utilizzate entro giugno 2026. La nostra priorità oggi è mettere in sicurezza, sul piano lavorativo, tutte le lavoratrici e i lavoratori del sito, non escludiamo a breve la mobilitazione. Al contempo, chiediamo a Stellantis di assumersi fino in fondo le sue responsabilità, di chiarire quali motori produrrà a Termoli e per quanti anni, perché non ci possono bastare rassicurazioni di principio come quelle ricevute senza precise assegnazioni produttive.

I RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI

Nei vari incontri avuti con azienda ed istituzioni, sia nazionali che locali, abbiamo chiesto che oltre alle richieste specifiche sulle allocazioni di nuove produzioni negli stabilimenti e i volumi delle future produzioni, sia necessario avere garanzie sulle funzioni di ricerca e sviluppo assegnate al nostro Paese e sulle forniture relative all’indotto e alla componentistica degli stabilimenti italiani. E’ necessaria la convocazione immediata a Palazzo Chigi, l’obiettivo è definire tutti gli impegni necessari per garantire volumi, occupazione e prospettive oggetto degli incontri fatti al Mimit al tavolo permanente per lo Sviluppo Automotive.

LA CONVOCAZIONE DEL TAVOLO AUTOMOTIVE

Recentemente il ministro Adolfo Urso ha dichiarato la convocazione del Tavolo Automotive nel mese di luglio 2024, presso la Presidenza del Consiglio, per concludere con un Accordo di Sviluppo del settore. La situazione produttiva che abbiamo rilevato nel primo semestre 2024 evidenza un peggioramento dei volumi produttivi ed una crescita del ricorso agli ammortizzatori sociali e quindi, diventa ancora più urgente dare conseguenza concreta agli impegni già presi e alle necessità e garanzie ancora da definire emerse nei numerosi incontri.

Ora è indispensabile che questo tavolo di sistema, raggiunga l’obiettivo di costruire un accordo di sviluppo con Stellantis e tutti gli attori del settore automotive italiano per l’aumento dei livelli produttivi negli stabilimenti italiani, il consolidamento dei centri di ingegneria e ricerca, maggiori investimenti sui modelli innovativi, la riqualificazione delle competenze dei lavoratori e il sostegno alla riconversione della filiera della componentistica. A tal fine i cinque gruppi di lavoro sul Mercato (incentivi, future evoluzioni), sulla Competitività (efficientamento, energia, ecc.), sulla Componentistica, su Lavoro e competenze e, infine su R&S e centri di ingegneria, hanno analizzato la situazione ed hanno predisposto delle proposte comuni propedeutiche alla definizione di quello che sarà l’accordo che impegnerà le istituzioni e i vari enti a partire dal Mimit e il Ministero del Lavoro, Stellantis, le Regioni, Anfia e le organizzazioni sindacali.

UN TAVOLO DI SETTORE TRA STELLANTIS E TUTTI GLI ATTORI DELLA FILIERA

Nei vari incontri abbiamo sottolineato l’importanza di aver attivato un tavolo di settore con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera dell’auto. Per affrontare le transizioni in atto nell’automotive è importante indirizzare le risorse disponibili in maniera precisa con investimenti. Certo siamo tutti d’accordo sugli obiettivi di aumento della produzione, ma dobbiamo stabilire i tempi di realizzazione, sapendo che il milione di veicoli (auto + veicoli commerciali), significa aumentare le attuali produzioni del doppio visto i dati negativi del primo semestre (rispetto alle produzioni 2023 bastava 1/3 dei volumi).

La discussione che stiamo facendo negli ultimi giorni analizzando la situazione e le prospettive di ciascun sito produttivo ed ente, deve trovare risposte positive e concrete ed essere parte integrante dell’accordo che dovrà essere definito con il Governo per ottenere il massimo di garanzie.

Oggi il gruppo è una multinazionale che produce nel nostro Paese i marchi italiani, ma anche marchi esteri del gruppo come Jeep, Dodge e in futuro anche DS. Su alcuni stabilimenti abbiamo delle missioni produttive certe come quello di Melfi, con l’aggiunta della Jeep Compass Ibrida, su altri stabilimenti negli ultimi mesi abbiamo ottenuto risposte e nuove assegnazioni che non avevamo, come la 500 ibrida a Torino, la Pandina ibrida a Pomigliano, il terzo modello sulla Stla large a Cassino.

FIM-CISL: “CREARE CONDIZIONI PER SVILUPPO E CRESCITA DEI VOLUMI PRODUTTIVI E OCCUPAZIONALI”

È necessario che il tutto faccia parte di una puntuale analisi della situazione, considerando l’attuale flessione dei volumi, per anticipare i tempi di partenza delle nuove assegnazioni e la previsione di nuovi modelli. Per tutto questo servono impegni precisi sulla saturazione degli stabilimenti, su come i vari modelli aumenteranno volumi, quali investimenti in R&S, l’impegno sulla rete dell’indotto. Per quanto riguarda i 6 miliardi rimasti (rispetto agli 8 mld che costituivano il fondo dell’auto), devono essere usati non solo per gli incentivi all’acquisto, ma per investire sull’offerta, cioè sull’industria e sulla filiera della componentistica, che altrimenti rischierebbe un forte ridimensionamento.

È necessario creare concretamente le condizioni di sviluppo e di crescita dei volumi produttivi e occupazionali, per gli stabilimenti Stellantis in Italia e per il settore della componentistica. Bisogna utilizzare le risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75.000 lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni. Il clima di incertezza politica sull’attuale sistema regolatorio non deve essere l’alibi per non destinare risorse al sistema industriale dell’automotive. L’accordo di sviluppo del settore dell’auto dovrà porsi l’obiettivo di accorciare la catena di fornitura, portando in Italia le produzioni di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro, dai semiconduttori, dalle batterie, ai componenti necessari per la motorizzazione elettrica, per la guida autonoma, per la digitalizzazione e la connettività. Senza un piano preciso e condiviso per la transizione industriale attivabile immediatamente, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza.

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