Salva Casa ottiene la fiducia e si prepara a diventare legge, Zollino (Azione) chiede un drastico cambio di rotta a von der Leyen per favorire nuove filiere industriali europee, rinnovati vertici di Invimit e Consip. La rassegna stampa Energia
Il Salva Casa incassa la fiducia in Parlamento e oggi passa a Montecitorio per l’approvazione in prima lettura. La seconda tappa è il Senato, ma i tempi stringono: la deadline per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è il 28 luglio. “Se vogliamo avere una speranza di azzerare in Ue le emissioni, serve un drastico cambio di rotta tecnologico e gestionale. E siccome sostenibilità economica e sociale sono condizioni necessarie, occorre favorire lo sviluppo di nuove filiere industriali europee, abbandonando la nociva pratica degli obiettivi obbligatori definiti a tavolino”, scrive Giuseppe Zollino, responsabile Energia di Azione, su Il Foglio. Rinnovati i vertici di Invimit e Consip: i nuovi ad sono Scalera e Reggiani.
ENERGIA, SALVA CASA INCASSA FIDUCIA, SANATORIA ESTESA
“Il Salva casa sta per diventare legge. Dopo avere incassato la fiducia ieri (180 sì, 99 no e tre astenuti), il decreto n. 69/2024 sarà approvato oggi in prima lettura da Montecitorio nella versione uscita dalla commissione Ambiente della Camera. E passerà al Senato, per un esame sprint: entro il 28 luglio dovrà andare in Gazzetta Ufficiale. A questo punto, insomma, non sono più possibili correzioni. Così, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini commenta: «Ottima notizia per milioni di italiani»”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“Confermate tutte le novità anticipate in questi giorni, come la sanatoria estesa agli aumenti di cubatura e la possibilità di rendere abitabili le mini-abitazioni, con il passare delle ore emergono nuovi dettagli tecnici sui contenuti delle modifiche portate dal Parlamento. Le tolleranze, ad esempio, saranno applicabili anche ai requisiti igienico sanitari”, continua il giornale.
“Queste tolleranze (cioè, la differenza tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato) saranno applicabili anche ai nuovi parametri di abitabilità, nella versione rivista proprio dalla legge di conversione del decreto Salva casa. Quindi, l’altezza minima potrà essere leggermente inferiore ai 2,40 metri (ci si potrà attestare intorno ai 2,35 metri) e le superfici minime potranno andare leggermente sotto la quota di 20 metri quadrati per i monolocali e 28 metri quadrati per i bilocali (rispettivamente, si potrà arrivare poco oltre i 19,5 metri quadrati e poco sotto i 27,5 metri quadrati). (…) Sono state, cioè, tagliate le sanzioni, seguendo una filosofia simile a quella adottata per la riduzione del perimetro dei lavori di adeguamento che i Comuni potranno richiedere nell’ambito delle sanatorie”, continua il giornale.
ENERGIA, ZOLLINO (AZIONE): “I PROBLEMI DEL PIANO VON DER LEYEN”
“Dei punti toccati da Ursula von der Leyen durante la presentazione dei suoi orientamenti politici, prima del voto in Parlamento europeo, è centrale il Clean Industrial Deal: un piano a sostegno di industrie innovative, competitive a livello globale, capaci di fornire quanto serve all’implementazione del Green Deal, creando lavoro di qualità. Se finanziato con debito comune europeo e consistenza paragonabile all’Inflation Reduction Act di Biden e soprattutto tecnologicamente neutro, con l’unico obiettivo della decarbonizzazione, potrebbe essere uno strumento straordinario: una Industria 4.0 comunitaria. Von der Leyen ha dichiarato che esso favorirà investimenti in tecnologie pulite, citando esplicitamente rinnovabili, cattura della CO2 e “tecnologie a basse emissioni”, formula un po’ ipocrita, in uso a Bruxelles da 20 anni, per evitare di nominare il nucleare”, scrive Giuseppe Zollino, responsabile energia di Azione, su Il Foglio.
“L’importante è puntare a decarbonizzare e non a favorire l’una o l’altra tecnologia. E anche riconoscere che il nucleare è la prima fonte di produzione di elettricità dell’Ue (25,1 per cento, dati del Fraunhofer), con le emissioni nel ciclo di vita più basse in assoluto (6 grammi di CO2 per kWh), e soprattutto continua e modulabile. (…) è cruciale il riferimento a tutte le tecnologie low carbon, come da tassonomia verde europea, che ora però dovrà essere seguito dalla rimozione degli obiettivi vincolanti di produzione da fonti rinnovabili e dalla rimodulazione del cronoprogramma del Green Deal, per concedere all’industria europea il tempo di “cambiare pelle”, continua il giornale.
“Condizione necessaria perché il Green Deal divenga strumento di crescita economica ed evitarne il definitivo fallimento. Confligge tuttavia con quest’approccio l’annuncio di una legge europea sul clima, con target del 90 per cento di riduzione delle emissioni al 2040. Dal 1990 a oggi, con grandi sforzi, le abbiamo ridotte del 30 per cento circa, a un tasso medio annuo dell’1,1 per cento. Non un gran risultato, anche perché abbiamo posto obiettivi obbligatori su tecnologie poco efficaci, dirottando su quelle una massa enorme di incentivi, a danno di altre più adatte. (…) Ridurre le emissioni europee nei prossimi 16 anni sino a -90 per cento significherebbe aumentare di 10 volte il tasso di riduzione medio annuo sin qui registrato. Un salto quantico impossibile a tecnologie invariate. Se vogliamo avere una speranza di azzerare in Ue le emissioni, serve un drastico cambio di rotta tecnologico e gestionale. E siccome sostenibilità economica e sociale sono condizioni necessarie, occorre favorire lo sviluppo di nuove filiere industriali europee, abbandonando la nociva pratica degli obiettivi obbligatori definiti a tavolino”, scrive il responsabile Energia di Azione.
SCALERA AD INVIMIT, REGGIANI AD CONSIP
“Superata l’impasse di Cassa depositi e prestiti, la macchina delle nomine del ministero dell’Economia ha ripreso a girare a pieno ritmo, e ieri ha portato al traguardo i rinnovi dei vertici di Invimit e Consip. Le incognite principali, a questo punto, riguardano solo (si fa per dire) la Rai. A Invimit, la sgr del Tesoro che gestisce lo sviluppo di fondi chiusi immobiliari per la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, il nuovo amministratore delegato è Stefano Scalera”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“(…) alla presidenza, dove Mario Valducci assume l’incarico fin qui occupato da Trifone Altieri. Il nuovo consiglio di amministrazione si completa con Michela Sciurpa, Mario Agnelli e Carla Cappiello. Scalera arriva al vertice di Invimit dopo una lunga carriera di vertice al Tesoro, dove dal febbraio 2022 era titolare di un incarico di funzione dirigenziale generale per il supporto dell’attuazione del Pnrr”, continua il giornale.
“(..) Scalera ha sempre dedicato un’attenzione particolare al filone degli investimenti pubblici e della gestione del patrimonio immobiliare, in particolare quando fra 2011 e 2014 è stato direttore dell’agenzia del Demanio avviando il piano di geolocalizzazione degli immobili pubblici e rilanciando il progetto «Valore Paese» per la valorizzazione del mattone di proprietà dello Stato e degli altri enti pubblici. Strutturalmente più vicino all’area di centrodestra è invece il presidente Mario Valducci, tra i fondatori di Forza Italia dopo una carriera in Finivest e Standa e deputato azzurro dal 1994 al 2013. Alla Consip, la centrale di acquisto nazionale al centro dell’azione di revisione e digitalizzazione della spesa pubblica per i consumi intermedi della Pubblica amministrazione, la carica di amministratore delegato è affidata a Marco Reggiani, dal 2023 ad e direttore generale di Thaleia”, continua il giornale