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Urso: “Servono fondi per transizione industria”. No di Elkann all’audizione in Parlamento. Puglia approva piano da 800 milioni. Che c’è sui giornali

Urso (Mimit): Fondi Ue per accompagnare la transizione dell’industria”. Elkann (Stellantis) dice no all’audizione in Parlamento. Regione Puglia approva Just transition fund da 800 milioni. La rassegna Energia

Servono fondi europei, filiere solide e green per accompagnare l’industria dell’automotive e delle rinnovabili nella transizione verso la decarbonizzazione. Altrimenti, rischiamo di arrivare all’appuntamento net zero con zero industria. È il messaggio lanciato dal ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso durante il terzo dei Green & Net Zero Talk di Rcs Academy e Corriere della Sera.
Il presidente di Stellantis, John Elkann, non andrà in Parlamento per un’audizione sulla situazione e le prospettive industriali del gruppo. Elkann ha sottolineato che attende la convocazione ufficiale a Palazzo Chigi, che avverrà attraverso un mozione di Montecitorio. Un scelta che ha suscitato lo sconcerto e Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Il Just transition fund (JTF) approvato dalla Regione Puglia per l’area di Taranto mette in cantiere interventi green per 800 milioni. Produzione di idrogeno “verde”, comunità energetiche, incubatori e acceleratori d’impresa, formazione, riforestazione, sostenibilità delle produzioni legate al mare sono solo alcune delle misure previste. La rassegna Energia.

AUTO, URSO (MIMIT): “FONDI EUROPEI PER TRANSIZIONE INDUSTRIA”

Servono fondi europei, filiere solide e green per accompagnare l’industria europea dell’automotive e delle rinnovabili nella transizione verso la decarbonizzazione. Altrimenti, rischiamo di arrivare all’appuntamento net zero con zero industria. È il messaggio lanciato dal ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso durante il terzo dei Green & Net Zero Talk di Rcs Academy e Corriere della Sera.

“«Il Green Deal è stato disegnato prima della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina. Il rischio della decarbonizzazione è evidente con la crisi dell’automotive. Rischiamo di arrivare all’appuntamento net zero con zero industria». Così il ministro del Made in Italy e delle Imprese Adolfo Urso ai Green & Net Zero Talk di Rcs Academy e Corriere della Sera. Il ministro ha parlato della necessità di un’accelerazione sul fronte degli investimenti europei, citando gli 800 miliardi all’anno necessari per i prossimi 10 anni secondo il Rapporto Draghi. Urso ha evidenziato l’urgenza di costruire filiere solide e green ribadendo che in questa direzione vanno i circa 13 miliardi di Transizione 5.0. Incentivi che potranno aiutare le imprese a scommettere sull’economia circolare. Su questo punto Marco Ravazzolo di Confindustria ha ricordato come le aziende debbano lavorare «in anticipo sulla produzione di rifiuti» portando l’esempio dell’85% di acciaio prodotto in Italia da materiali recuperati. Un riuso necessario citato anche da Claudia Brunori di Enea e Stefano Soro della Commissione Ue. (…) Per Lavinia Lenti di Sace la chiave per sostenere le piccole e medie imprese è far sì che gli investimenti in sostenibilità vadano di pari passo con quelli in innovazione: «Portano a un + 8% di Roi»”, si legge su Il Corriere della Sera.

“Di numeri ha parlato anche Francesco Starace, partner Eqt e già ad Enel: la transizione per compiersi nel mondo dovrebbe attrarre 9 trilioni di dollari all’anno da qui ai prossimi 30 anni. Cifre che non devono spaventare se «si pensa che spendiamo 8 trilioni l’anno per i combustibili fossili». (…) Simona Fontana di Conai, Susanna Martucci di Alisea SB e Marco Volpi del Gruppo Saviola hanno parlato invece di filiere più green mentre Francesco Buresti di Acea ha ricordato come il 20% del Pil sia legato all’acqua e di come serva un’infrastruttura resiliente. In chiusura focus sull’economia circolare urbana. Dice Marcello Milani di Amsa: «A Milano siamo al 62% di raccolta differenziata. I rifiuti sono avviati al recupero di materia o di energia azzerando il ricorso alla discarica”, continua il giornale.

ENERGIA, ELKANN (STELLANTIS) DICE NO AD AUDIZIONE IN PARLAMENTO

Il presidente di Stellantis, John Elkann, non andrà in Parlamento per un’audizione sulla situazione e le prospettive industriali del gruppo. Elkann ha sottolineato che attende la convocazione ufficiale a Palazzo Chigi, che avverrà attraverso un mozione di Montecitorio. Un scelta che ha suscitato lo sconcerto e Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

John Elkann non andrà in Parlamento per discutere dei piani di Stellantis in Italia. «Non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato», ha scritto Elkann al presidente della commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, riferendosi all’audizione di Carlos Tavares dello scorso 11 ottobre. Piuttosto, il presidente del gruppo auto attende la convocazione ufficiale a Palazzo Chigi, a cui proprio una mozione di Montecitorio ha impegnato il governo e che dovrebbe arrivare a breve. E ribadisce «la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso» nell’ambito del tavolo di confronto istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy che, tra gli altri, dovrebbe affrontare anche il tema del taglio da 4,6 miliardi apportato dalla manovra di bilancio al fondo per l’automotive. La decisione di Elkann ha suscitato lo «sconcerto» del presidente della Camera, Lorenzo Fontana. «Mi auguro che questa posizione possa essere presto chiarita», ha rimarcato in una nota. «Scavalcare il Parlamento sarebbe un atto grave»”, si legge su Il Corriere della Sera.

“Lo scontro si inserisce in una fase di grave tensione industriale per l’auto europea che, inevitabilmente, diventa anche sociale e politica. In Italia così come in Germania, dove il cancelliere Olaf Scholz ha incontrato ieri il ceo di Volkswagen, Oliver Blume, per chiedergli conto della decisione di chiudere tre fabbriche in Germania — e una di Audi in Belgio — licenziando migliaia di dipendenti. Il problema per i costruttori tedeschi risiede soprattutto nel ripiegamento protezionistico del mercato cinese. Nel 2017 i costruttori occidentali controllavano il 57% delle vendite in Cina; nel 2024 la quota è crollata al 35%, privandoli della principale valvola di sfogo per la sovraccapacità produttiva degli impianti europei. Per proteggere un’industria che vale il 7% del pil e il 7% dell’occupazione, così, la Commissione Ue ha approvato un aumento dei dazi fino al 45% sulle importazioni dalla Cina di auto elettriche che, secondo Bruxelles, hanno beneficiato di ingenti incentivi pubblici”, continua il giornale.

ENERGIA, PIANO DA 800 MILIONI PER TARANTO

“Produzione di idrogeno “verde”, comunità energetiche, incubatori e acceleratori d’impresa, formazione, riforestazione, sostenibilità delle produzioni legate al mare sono solo alcune delle misure previste dal piano di attuazione del Just transition fund (JTF) finalmente approvato dalla Regione Puglia per l’area di Taranto e spedito a Roma all’Autorità nazionale di gestione che dovrà esaminarlo e approvarlo. Dopo il successivo via libera della Commissione europea, il piano potrà partire e si attiveranno i bandi, già impostati. I fondi messi a disposizione per Taranto dall’Unione europea sono 796 milioni di euro. Taranto e il Sulcis in Sardegna (che ha una dote di 367 milioni) sono le uniche due aree italiane che beneficiano del fondo istituito dall’Unione europea”, si legge su Il Sole 24 Ore.

“Il piano prevede otto azioni con un riferimento guida: accompagnare la transizione e mitigarne gli effetti negativi, sia economici che sociali, guardando a tre aspetti: l’ambiente (riduzione delle emissioni inquinanti), l’economia (creare nuove filiere tenendo insieme competitività e sostenibilità) e l’inclusione sociale (esempio, come governare gli effetti sull’occupazione dell’applicazione dell’intelligenza artificiale)”, continua il giornale.

“Nelle riunioni dei giorni scorsi a Taranto con i Comuni e il partenariato sociale, è stata sollevata l’esigenza di sollecitare il Governo a chiedere a Bruxelles una proroga almeno della scadenza del 2026. «Il 2025 sarà l’anno in cui si inizieranno a spendere queste importanti risorse e non potremo permetterci di perdere tempo. Dobbiamo centrare l’obiettivo della transizione e del rilancio di Taranto – commenta Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia -. Il piano è stato confezionato dopo mesi di lavoro conclusisi con la convocazione del partenariato economico, sociale e istituzionale a inizio ottobre. Si tratta di un risultato ottenuto grazie al lavoro dei tecnici della Regione». Nel 2025, spiega Mattia Giorno, consigliere delegato dal presidente Emiliano al piano per la transizione, «oltre ai bandi per le imprese, partiranno anche le procedure negoziate per il Comune di Taranto, il commissario per le bonifiche, le Università e il Consorzio per lo sviluppo dell’area industriale. (…) Il piano prevede un ricco pacchetto di iniziative per l’energia. A imprese, pubblica amministrazione ed enti locali è rivolta la proposta di realizzazione di uno o più elettrolizzatori per produrre idrogeno rinnovabile e relativi sistemi ausiliari necessari al processo produttivo. E ancora: la costituzione e realizzazione di comunità energetiche rinnovabili pubbliche, o in composizione mista pubblico-privato, oltre che la realizzazione di una rete di distribuzione, ma anche la produzione, stoccaggio e autoconsumo, collettivo o condiviso, di energia da fonte rinnovabile per gli impianti sportivi. Mentre a imprese, organismi di ricerca, autorità pubbliche, reti di imprese a beneficio di pmi, si rivolge H2 Ecolab per la ricerca di tecnologie e prodotti basati sull’utilizzo dell’idrogeno. C’é poi una misura che riguarda lo sviluppo di incubatori e acceleratori di impresa, nonché altre dedicate alla creazione di impresa (anche rivolte a giovani, donne, disoccupati, lavoratori in procinto di perdere il posto, lavoratori precari e autonomi con partita Iva) e alla formazione continua (destinatari, imprese, ITS, enti di formazione, cassintegrati a zero ore)”, continua il giornale.

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