Il dossier più importante della conferenza, quello sul fondo per aiutare i Paesi vulnerabili al riscaldamento globale, non ha ricevuto dal G20 la spinta per sbloccare un negoziato bloccato da giorni
Oggi alla COP29 in corso a Baku si percepisce una certa delusione per il mancato segnale venuto dal G20 di Rio de Janeiro, dopo l’appello lanciato ieri dal presidente della vertice ONU sul clima, il ministro per l’ecologia azero Mukhtar Babayev.
ANCORA NESSUN ACCORDO SULL’AUMENTO DEI FONDI AI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Si sperava in una dichiarazione politica che impegnasse le grandi economie mondiali ad incrementare gli aiuti ai Paesi invia di sviluppo contro gli effetti del cambiamento climatico, ma dal vertice invece è uscita solo una generica dichiarazione sulla “necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali per colmare il divario di finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo”.
Nessun impegno concreto su un aumento dei fondi per gli aiuti, da 100 miliardi a 1000 miliardi di dollari, come chiedono i Paesi vulnerabili. Il dossier più importante della conferenza, quello sul fondo per aiutare i Paesi vulnerabili al riscaldamento globale, non ha ricevuto dal G20 la spinta per sbloccare un negoziato bloccato da giorni.
OGGI ALLA COP29 GIORNATA DEDICATA A CIBO, AGRICOLTURA E ACQUA
Oggi alla COP29 – che si chiuderà venerdì 22 – è la giornata dedicata a cibo, agricoltura ed acqua. I ministri dell’Ambiente e dell’Energia interverranno nel negoziato, mentre sulla finanza climatica le posizioni sono ancora distanti, con l’azero Babayev che ieri si era detto preoccupato. Si registrano invece dei progressi sul meccanismo di mercato internazionale del carbonio, previsto dall’articolo 6 dell’Accordo di Parigi.
IL TAVOLO SULLA FINANZA ALLA COP29
Per quanto riguarda la questione principe della COP29 – ovvero i fondi da mobilitare a favore dei Paesi in via di sviluppo, che chiedono 1.300 miliardi di dollari all’anno – l’Unione europea, che contribuisce maggiormente ai fondi per il Clima, al momento non mette sul tavolo un numero, ma chiede che si allarghi la base dei Paesi che donano.
Secondo il commissario Ue per l’azione sul Clima, Wopke Hoekstra, un punto critico potrebbe essere quello dei contributi su base volontaria.
SULLE EMISSIONI LA ROTTURA TRA CINA, PAESI AFRICANI E PAESI ARABI
Un altro importante tema del vertice di Baku è quello della riduzione delle emissioni. Qui sabato notte, durante una plenaria, è andata in scena una importante rottura: la Cina, i Paesi africani e i Paesi arabi erano pronti a rimandare tutto a dopo Baku.
Nelle ultime ore la presidenza sta cercando di mediare: senza i soldi per la finanza, infatti, non si potrà ottenere una riduzione delle emissioni, e senza quest’ultima la crisi climatica non potrà di certo migliorare.
PICHETTO: EVITIAMO DI PARLARE DI CIFRE
Il ministro Pichetto Fratin prenderà parte al negoziato e parteciperà a diversi eventi, due dei quali si svolgeranno al Padiglione Italia. Il ministro italiano interverrà inoltre alla sessione sulla sicurezza ambientale in Ucraina e all’evento di lancio del Giubileo dell’ambiente.
“Le trattative sono in corso, ma evitiamo di parlare di cifre”, ha dichiarato stamattina Pichetto a margine di un evento al Padiglione Italia. Il titolare del Mase ha confermato che l’Italia continua ad essere impegnata ed ha “piena volontà” di discutere un nuovo quadro finanziato che includa fondi multilaterali: “ci sono ancora tutta una serie di valutazioni da portare avanti sia sul quadro della finanza, che vede ancora una situazione abbastanza difficile, sia per le posizioni prese da importanti Paesi, come la Cina, sui sistemi di misurazione, sia dei Paesi in via di sviluppo, che non vogliono tenere in considerazione la parte di misurazione. La trattativa sull’articolo 6 dell’accordo di Parigi sembrava a buon punto, ma dobbiamo andare con cautela, perché stanotte c’è stata qualche difficoltà”. Per il ministro, sulle trattative tecniche valuteremo come andrà nei prossimi due giorni. Alcune prese di posizione determinano la revisione di alcune parti. In questo momento evitiamo di parlare di cifre, abbiamo appena finito la riunione e l’impegno assunto è di non parlare di numeri”.
PICHETTO: L’ITALIA PROSEGUE SULLA STRADA DEL G7 E DEL G20
Ad ogni modo, Pichetto ha spiegato che l’Italia partecipa alla COP29 “in continuità con ciò che abbiamo portato al G7 e al G20, con la posizione assunta a Dubai e ribadita la scorsa settimana dalla presidente Meloni: pieno impegno sui fondi finora definiti, disponibilità per il fondo clima e impegno nel loss and damage, nel momento in cui verranno definite le modalità. Abbiamo poi ribadito la base del documento unitario dell’Unione europea, votato un mese fa dai 27 Paesi, da cui emerge la piena volontà di discutere un nuovo quadro finanziato che sia legato ad un sistema di misurazione. Va portata dentro tutta la parte dei fondi multilaterali, che così permetterà di allargare la base”.