Oggi il vertice di maggioranza per le nomine delle partecipate pubbliche. Il ministro Giorgetti propone di spalmare i pagamenti del PNRR. Il decreto Bollette finanzierà sconti aggiuntivi in caso di aumenti del prezzo del gas con le maggiori entrate Iva. La rassegna Energia
LE NOMINE DI PRIMAVERA DELLE PARTECIPARE PUBBLICHE
L’ultimo passaggio, forse il più delicato, per le nomine di primavera delle partecipate pubbliche, dovrebbe avvenire nelle prossime ore. La maggioranza di governo, rappresentata da Meloni, Salvini, Tajani, con il ministro dell’Economia Giorgetti, deve accordarsi sui nomi di vertice di importanti società del Paese. Gli sherpa hanno già provveduto a fornire i candidati per i vari consigli di amministrazione, ora tocca ai piani alti. Ma quando si parla di nomine pubbliche il condizionale è d’obbligo perché possono intervenire logiche del confronto politico non considerate in precedenza. Così sarà sul tavolo della maggioranza per il vaglio finale l’accordo promosso nelle ultime ore da Salvini e accettato dagli azionisti per le Autostrade. Accordo che prevede Antonio Turicchi alla presidenza e Arrigo Giana nel ruolo di ad. Ma da esaminare ci sarà anche la questione Snam, dove la conferma di Stefano Venier è stata nelle ultime ore suggerita anche da Claudio Descalzi, mentre a bordo campo si sta scaldando Agostino Scornajenchi (Cdp venture capital). In Italgas si dà invece per scontata la conferma dell’ad Paolo Gallo mentre bisogna decidere la presidenza. Stesso discorso per Fincantieri, si attende la conferma per Pierroberto Folgiero e del presidente Biagio Mazzotta. Così come in Invitalia, saldissimo l’ad Bernardo Mattarella, da trovare il nuovo presidente. Tra le partecipazioni della Cdp i cui vertici devono essere rinnovati ci sono anche Ansaldo Energia, Cdp Real estate, Simest. Mentre al Mef direttamente spetterà l’indicazione dei vertici Sace. Il puzzle è in via di completamento. Si legge su La Repubblica.
IL MINISTRO GIORGETTI VUOLE SPALMARE I PAGAMENTI DEL PNRR
Il mezzo è un tema secondario. Quello che conta, dice Giancarlo Giorgetti, è che «si arrivi al fine ». L’obiettivo di cui parla il ministro dell’Economia al termine del Consiglio dei ministri che dà il via libera al Documento di finanza pubblica (l’ex Def) è «una spalmatura dei pagamenti» del Pnrr. Si legge su La Repubblica. Un allungamento della loro contabilizzazione oltre il 2026, «al 2027, magari anche al 2028», sottolinea durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine della riunione di governo. Non è una retromarcia rispetto agli impegni presi con Bruxelles nel 2020, quando nacque il Recovery. Per questo il titolare del Tesoro specifica che gli obiettivi possono restare ancorati alla scadenza del 31 agosto 2026.
Il punto è un altro. E cioè prendere atto di quello che definisce uno scopo «ragionevole» per liberare spazio nel bilancio italiano, evitando così un affaticamento dei conti. Spalmare i pagamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza su un numero maggiore di anni rispetto alla tabella di marcia attuale – spiega – «ci aiuterebbe moltissimo sia per le traiettorie » della spesa, «sia eventualmente per il finanziamento per la difesa e per gli indennizzi e i ristori ai settori danneggiati dalla politica dei dazi». Un messaggio che Giorgetti consegna all’Europa, contraria a uno slittamento del Pnrr.
«Credo – dice il ministro – che debba prendere atto di questa situazione ». Anche perché – aggiunge – «il tema della proroga può essere declinato in tanti modi, qualsiasi mezzo va bene» pur di raggiungere l’obiettivo. Sul tavolo, ricorda, ci sono altre proposte che vanno nella direzione auspicata, a iniziare da quella avanzata da Raffaele Fitto sui fondi di coesione. Il riferimento è alla possibilità, indicata dal vicepresidente esecutivo della Commissione europea, di spostare i progetti del Pnrr in ritardo sulla Coesione, tutelandoli anche se con tempi più lunghi, e liberando allo stesso tempo risorse che possono essere riversate su altri investimenti dello stesso Piano. «C’è la proposta di mettere il 10 per cento sui progetti Step (le tecnologie strategiche ndr) », indica ancora il responsabile di via XX Settembre: «Vedo che in modo surrettizio e laterale poi si arriva al fine», quello di allungare il Recovery oltre la scadenza prevista.
La questione preme su un quadro macroeconomico complesso, come spiegano i numeri del nuovo Def: la crescita si attesterà quest’anno allo 0,6%, «dimezzata » – annota Giorgetti – rispetto all’ 1,2% indicato a fine settembre nel Piano strutturale di bilancio (Psb). Il contesto è «difficile, ma aggiunge – io sono del partito degli ottimisti».
IL DECRETO BOLLETTE ALL’ESAME DELLA CAMERA
Il decreto sulle bollette all’esame della Camera promette a «famiglie e microimprese vulnerabili» sconti aggiuntivi all’una tantum da 200 euro in caso di aumenti del prezzo del gas. Lo si legge sul Sole 24 Ore. Il decreto spiega che li finanzierà con «le maggiori entrate Iva derivanti dal medesimo aumento del prezzo del gas naturale». Ma la promessa rischia di rimanere sulla carta a lungo.
A spiegarlo è il parere della commissione Bilancio di Montecitorio, quella da cui passano tutti i provvedimenti per la verifica delle coperture. Il meccanismo, si legge nel parere, potrà essere applicato «in misura coerente con i presìdi che il nuovo quadro normativo interno adotterà al fine di tenere conto delle nuove regole della governance economica europea». Tradotto: le regole non permettono di coprire spese con entrate future, e l’intera legge di contabilità deve essere ora riscritta per adeguarla al quadro Ue. Quando sarà terminato questo lavoro, che a oggi non è nemmeno iniziato, prenderanno forma i «presìdi» chiamati a regolare l’applicazione di questo sistema che gira alle bollette dei fragili l’extragettito Iva una volta accertato. Difficile fare previsioni: certamente l’attesa non si presenta brevissima. Nel frattempo, in commissione Attività produttive a Montecitorio sono proseguiti i voti sugli emendamenti al decreto. Fra gli approvati va segnalato il correttivo presentato da FdI che blocca i pignoramenti della casa quando il debito condominiale delle bollette non supera i 5mila euro.
Via libera anche all’emendamento di Fi che permette di «scegliere soluzioni di autoproduzione simultaneamente con più e diversi produttori». Si allungano poi da 30 giorni a tre mesi i tempi concessi ad Arera per fissare le regole per le bollette trasparenti. Atteso per oggi il via libera in Commissione della clausola di salvaguardia per le auto aziendali ordinate entro il 31 dicembre 2024 e concesse in uso ai dipendenti entro il 30 giugno 2025.