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Banco Energia 2025

Il Banco dell’Energia lancia l’allarme: in Italia il 9% della popolazione è in povertà energetica

A Roma, durante la settima plenaria del Banco dell’Energia, sono stati condivisi i progetti e i risultati realizzati in questi mesi e sono stati presentati il Bilancio Sociale 2024 della Fondazione e le nuove iniziative in programma

Oggi a Roma, si è svolta la Settima Plenaria del Banco dell’Energia, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dall’ARERA – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

È stata l’occasione per condividere i progetti e i risultati realizzati in questi mesi e presentare il Bilancio Sociale 2024 della Fondazione e le nuove iniziative in programma. I partecipanti hanno riflettuto sui dati di scenario relativi al fenomeno della povertà energetica presentati da IPSOS e OIPE.

L’incontro ha visto la presenza di grandi player energetici quali A2A, Edison, Eni Plenitude e Iren e di importanti realtà del terzo settore, tra cui Croce Rossa Italiana, Legambiente, Save The Children e Una nessuna centomila, già partner di Banco.

ENERGIA, GUALTIERI: POVERTÀ ENERGETICA PORTA CON SÉ TEMI DI SOSTENIBILITÀ CLIMATICA E SOCIALE

“Il tema della povertà energetica porta con sé tanti temi cruciali, in particolare quelli della sostenibilità climatica e della sostenibilità sociale, che sono strettamente collegati tra loro. Come Roma Capitale, noi siamo il primo Comune ad aver aderito al manifesto per contrastare la povertà energetica, e stiamo cercando di affrontare questo grandissimo tema”. Lo ha dichiarato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

“Noi – ha aggiunto Gualtieri – siamo tra i 9 Comuni italiani selezionati dalla Commissione europea per la Missione “100 climate neutral and smart cities by 2030”, e abbiamo quindi l’obiettivo di una decarbonizzata rafforzata e anticipata. Oltre ad aver approvato la nostra strategia di mitigazione, abbiamo adottato anche la prima strategia di adattamento climatico della città. Un punto centrale riguarda il tema delle comunità energetiche, intrecciando l’alimentazione energetica degli edifici con l’utilizzo solidale dei benefici della transizione energetica. Su questo abbiamo un partner importante nel Banco dell’Energia, che è stato protagonista di alcune delle CER che stiamo realizzando”.

CER, GUALTIERI: IMPORTANTI PERCHÉ FAVORISCONO LO SVILUPPO DI RETI SOLIDALI E COMUNITARIE

“Le comunità energetiche rinnovabili secondo noi rappresentano un modello praticamente importante, non solo perché tecnicamente riducono le emissioni, riducono i costi in bolletta e aiutano le persone più fragili ma perché, promuovendo dei modelli di gestione comunitaria, favoriscono quella condivisione di pratiche e quello sviluppo di reti solidali e comunitarie che di per sé costituiscono un fattore indispensabile se si vogliono perseguire gli obiettivi della transizione energetica in modo sostenibile”. Lo ha dichiarato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

GORI (ITRE): IL 9% DELLA POPOLAZIONE ITALIANA È IN CONDIZIONI DI POVERTÀ ENERGETICA

“Il Banco dell’Energia è un’iniziativa valenza europea, perché a livello europeo sono in crescita le persone che vivono in una condizione di povertà energetica, che non riescono ad accedere al servizio energetici essenziali. Parliamo del 10,6% della popolazione al 2023″. Lo ha dichiarato Giorgio Gori, vicepresidente della Commissione ITRE per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

Per Gori, “non è quindi un problema soltanto italiano. In Italia va detto che ci sono alcuni fattori che si sono concentrati negli ultimi anni: ne è una prova anche il rapporto che la Caritas ha pubblicato proprio ieri, in cui descrive una forte crescita della condizione di povertà nel nostro Paese, con il numero delle famiglie assistite da Caritas che rispetto a 10 anni fa è aumentato del 62%. La povertà si declina tra povertà abitativa, povertà alimentare, povertà sanitaria, ma anche povertà energetica. Il 9% della popolazione italiana, in crescita dell’1,3% – parliamo di 2 milioni e 300.000 famiglie -, si trova in una condizione di povertà energetica, ed è per queste persone che si realizzano prioritariamente l’iniziativa del Banco dell’Energia”.

MALAMAN (ARERA): L’AUMENTO DEI PREZZI È UN RISCHIO CHE C’È SEMPRE

“L’energia è una componente fondamentale della qualità della vita e della vita stessa. Parliamo di un Paese, l’Italia, che è un’economia forte, ma considerando che la spesa per l’energia incide più fortemente sul budget delle famiglie povere, abbiamo il quadro di drammaticità del tema che discutiamo”. Lo ha dichiarato Roberto Malaman, segretario generale di Arera, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

“Sugli approvvigionamenti internazionali, che oggi sono a forte rischio geopolitico, e sui prezzi ogni tre giorni il quadro cambia, quindi il rischio di ritrovarci con un aumento dei prezzi di energia c’è sempre, perché sono fattori non controllati da un singolo governo e da una singola istituzione, quindi il Paese deve essere pronto in ogni momento con i suoi strumenti. Pronto in ogni momento significa che devono continuare le azioni di studio, monitoraggio e stimolo, devono continuare a crescere le azioni sul territorio e devono essere rafforzati e pronti gli strumenti di policy. Senza queste tre gambe siamo zoppi e, quando lo scenario si fa più buio, inciampiamo”.

TASCA: AD OGGI 100 SOGGETTI HANNO SOTTOSCRITTO IL MANIFESTO DEL BANCO DELL’ENERGIA

“Oggi celebriamo un risultato estremamente positivo, cioè che un’iniziativa – che originariamente è stata gemmata da un gruppo energetico – si è poi potuta sviluppare congiuntamente con altri concorrenti”. Lo ha dichiarato Roberto Tasca, presidente di A2A e del Banco dell’Energia, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

“Nel 2016 – ha spiegato Tasca – nasce ufficialmente come comitato onlus il Banco dell’Energia. Nel 2017, insieme alla Fondazione Cariplo, adoriamo al primo bando ‘Doniamo energia’, e c’è quindi la prima iniziativa materiale che prende avvio sulla spinta del Banco, che nasce dal contributo di A2A e delle fondazioni legate ad A2A. Progressivamente nel tempo, dal 2021, attraverso la pubblicazione e la sottoscrizione di questo manifesto che è intitolato ‘Insieme per contrastare la povertà energetica’, si crea un’adesione progressiva, e oggi abbiamo 100 soggetti che hanno sottoscritto formalmente il manifesto”.

“Oggi – ha proseguito il presidente del Banco dell’Energia – abbiamo soggetti nel mercato dei servizi pubblici o nella produzione di energia che si sono uniti, ma non solo loro: abbiamo anche enti territoriali, enti del terzo settore e associazioni. Il Banco svolge quattro attività, la prima delle quali è il sostegno, cioè aiutare le persone a pagare le bollette. Questo intervento ha consentito, soprattutto nei periodi di maggiore innalzamento dei prezzi dell’energia, di tener fuori talvolta dalla soglia di povertà, o comunque di sostenere numerose famiglie.

LE ATTIVITA’ DEL BANCO DELL’ENERGIA

Ci occupiamo poi di efficienza energetica, aiutando a sostituire gli elettrodomestici. Abbiamo fornito anche kit di lampadine efficienti, aiutando il cambiamento materiale delle lampadine, e in alcuni casi abbiamo anche sostenuto interventi edilizi sul rifacimento dei cappotti termici di realtà di piccole dimensioni. Abbiamo concorso a promuovere una tipologia particolare di comunità energetica rinnovabile, che è quella solidale. Abbiamo sostenuto quelle comunità che sostanzialmente producono e consumano energia ma, non esaurendo il consumo all’interno della Comunità, rivendono l’eccesso di offerta sul mercato e ne traggono utilità economica, che impiegano per altre attività sociali”, ha concluso.

MONTI (EDISON): IL BANCO DELL’ENERGIA È UNA VOCAZIONE PER DARE UN CONTRIBUTO SENTITO

“Generalmente noi e A2A siamo competitor in un mercato, quello della vendita di energia, che conta circa 800 operatori. Qui nel Banco dell’Energia abbiamo 100 soggetti che hanno firmato il manifesto, e c’è una forte rappresentatività di soggetti che hanno interessi e che si confrontano sul mercato. Credo quindi che questa sia una vocazione che tutti abbiamo, di dare un contributo sentito. Una vocazione che nasce dall’esperienza del Covid e dall’aumento dei costi dell’energia, che oggi è diventato un qualcosa che ha creato una barriera di ingresso”. Lo ha dichiarato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

“Con l’inflazione si è creato un differenziale per cui il costo dell’energia oggi è un costo importante. Sapere che quasi il 10% delle famiglie italiane sono in una situazione di povertà energetica è qualcosa che noi non ci eravamo immaginati, pensavamo fosse un argomento da Paesi non dico del Terzo Mondo, ma di certo non da Paesi che fanno parte del G7. Pian piano stiamo allargando gli orizzonti d’intervento del Banco dell’Energia, e io sono molto felice di questa collaborazione e di questa comunità d’intenti che abbiamo tutti noi”.

GOBERTI (ENI PLENITUDE): LE COMUNITÀ ENERGETICHE STIMOLANO COMPORTAMENTI POSITIVI

“La tecnologia è sicuramente parte dell’evoluzione e della transizione energetica, e credo che il tema della Comunità energetiche vada un po’ in quel senso, perché gli strumenti per il funzionamento di una CER sicuramente sono abilitati anche da nuovi strumenti tecnologici, che aiutano non solo alla produzione, ma alla condivisione di quell’energia e a tenere il giusto conteggio dei consumi tra le comunità”. Lo ha dichiarato Stefano Goberti, amministratore delegato di ENI Plenitude, intervenendo alla plenaria del Banco dell’Energia.

“Come Plenitude – ha aggiunto Goberti – abbiamo chiesto al Banco dell’Energia di muoversi su interventi più strutturali, perché la comunità energetica stimola comportamenti positivi: io consumerò energia quando la mia comunità la sta producendo. È un po’ anche il tema che va affrontato non soltanto dal Banco dell’Energia, ma a livello Paese quando, con la generazione distribuita, diventiamo un po’ tutti parte attiva di questo processo, che è anche tecnologico e che porta a modificare la curva di domanda, cioè andare a concentrare il consumo quando l’energia la produciamo e costa un po’ meno grazie alle fonti rinnovabili”.

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