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Macron Francia nucleare

La Francia vuole rinviare l’accordo sull’obiettivo climatico Ue al 2040

La Francia si sta schierando con Polonia e Ungheria, tradizionalmente Paesi Ue ritardatari in materia di clima, chiedendo a Bruxelles di separare i due obiettivi climatici al 2035 e al 2040

La Francia vuole rinviare l’accordo sul prossimo obiettivo climatico dell’Unione europea. Lo ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron dopo il vertice dei leader Ue di giovedì scorso. La prossima settimana la Commissione europea presenterà una controversa proposta volta a ridurre le emissioni di gas serra dell’Ue del 90% entro il 2040.

Bruxelles pianifica da tempo di separare l’obiettivo climatico al 2035 da questo obiettivo legislativo. Quest’ultimo non è vincolante, ma è richiesto a tutti i Paesi nell’ambito dell’Accordo di Parigi prima del vertice ONU sul clima di novembre a Belem, in Brasile.

POLONIA, UNGHERIA E FRANCIA VOGLIONO SEPARARE I DUE OBIETTIVI CLIMATICI 2035 E 2040

Poiché l’ONU ha fissato a settembre la scadenza per l’obiettivo al 2035, la Commissione si aspetta che i governi raggiungano rapidamente un accordo sull’obiettivo al 2040. Alcuni Paesi, però, si stanno ribellando: mercoledì scorso Politico ha riferito che la Francia si sta schierando con Polonia e Ungheria, tradizionalmente Paesi Ue ritardatari in materia di clima, chiedendo a Bruxelles di separare i due obiettivi.

La notizia inizialmente era stata accolta con ferme smentite da parte dei funzionari del governo francese ma, dopo la conclusione del Consiglio europeo di giovedì a Bruxelles, Macron ha confermato di voler affrontare separatamente l’obiettivo al 2035 e di prendersi più tempo per discutere di quello al 2040.

MACRON: “IL DIBATTITO SUGLI OBIETTIVI AL 2040 NON PUÒ SVOLGERSI IN POCHE SETTIMANE”

“Ciò che ci viene chiesto per Belem sono le traiettorie nazionali per il 2035, e le faremo”, ha dichiarato in una conferenza stampa rispondendo ad una domanda di Politico, e ha aggiunto: “ora c’è il desiderio di avere obiettivi per il 2040. Sono favorevole a questi obiettivi, ma non possono essere un dibattito tecnico che si svolge in poche settimane, devono essere una discussione democratica tra i 27 governi Ue”.

Disaccoppiare gli obiettivi rischia di portare ad un obiettivo per il 2035 inferiore alle aspettative, gettando dubbi sul ruolo di leadership dell’Unione europea in materia di clima a livello globale, in un momento in cui molti si aspettano che l’Ue colmi il vuoto lasciato dal ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi.

MACRON: “PER BELEM SERVONO GLI OBIETTIVI AL 2035, NON QUELLI AL 2040”

Tuttavia, Macron non ritiene che valga la pena affrettare la discussione: “sarebbe fantastico se avessimo l’obiettivo al 2040 per Belem, ma non è quello che ci si aspetta da noi. È l’obiettivo al 2035, non gli obiettivi europei al 2040, quindi non spingiamoci troppo oltre”, ha spiegato il presidente francese. “Quindi – ha concluso – smettiamola di darci la zappa sui piedi: se ce la faremo per Belem fantastico, se ci vorrà più tempo, ci prenderemo più tempo per farlo bene”.

FRANCIA: “L’UE DOVRÀ INLUDERE RINNNOVABILI E NUCLEARE NEI FUTURI PIANI CLIMATICI”

Macron ha detto anche che l’obiettivo al 2040 deve essere “compatibile con la nostra competitività”, e ha insistito sul fatto che le energie rinnovabili e l’energia nucleare dovrebbero essere trattate allo stesso modo nei futuri piani climatici Ue. I Paesi necessitano inoltre di maggiore margine di manovra per raggiungere l’obiettivo, ma “servono anche più investimenti”, ha detto ancora il leader francese, spiegando che solo con questi aspetti inclusi nel pacchetto 2040 della Commissione si potrà sostenere l’obiettivo”.

AL VERTICE DEI LEADER UE È ANDATO IN SCENA “UN DIBATTITO ACCESO”

Molti governi hanno inviato lunghe liste di richieste per concordare un obiettivo al 2040, e si prevede già che la Commissione concederà ai Paesi una notevole flessibilità per raggiungere l’obiettivo, in modo da convincere la maggioranza dei Paesi.

Giovedì sera i leader europei hanno discusso dell’obiettivo durante la cena, in un dibattito che il primo ministro belga Bart De Wever ha descritto come “acceso”.  L’iniziativa di Macron è stata sostenuta dal presidente polacco Donald Tusk, mentre l’Ungheria ha già espresso il suo sostegno alla separazione dei due obiettivi.  Al contrario la Danimarca – che la prossima settimana assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea – intende rispettare la tempistica indicata dalla Commissione e raggiungere entrambi gli obiettivi entro settembre.

I NUOVI OBIETTIVI DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI

La Commissione intende fissare l’obiettivo del 2035 a metà strada tra l’attuale obiettivo Ue per il 2030 e il nuovo traguardo del 2040, che equivale ad una riduzione del 72,5% rispetto ai livelli di emissioni del 1990. Senza l’obiettivo al 2040, non esiste un percorso chiaro da seguire. Una traiettoria lineare tra il 2030 e la scadenza per la neutralità climatica dell’Unione nel 2050 – l’opzione sostenuta dalla Polonia – si tradurrebbe in un obiettivo di neutralità climatica inferiore al 2035, pari a circa il 66%.

La Francia spesso si autoproclama protettrice dell’Accordo di Parigi, che quest’anno celebra il suo decimo anniversario, e la spinta francese a rinviarlo è stata accolta con entusiasmo dai sostenitori del clima e dai Paesi più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale.

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