Tesla perde talenti strategici e operativi, con un esodo senza precedenti di manager importanti. Dojo è stato abbandonato, mentre la concorrenza nel mercato dell’auto elettrica è sempre più agguerrita. Riuscirà a reagire o è l’inizio del suo declino?
Dietro la facciata di successo globale l’impero di Tesla nasconde crepe sempre più profonde. Quest’anno un’ondata di dimissioni ha travolto i vertici dell’azienda. Infatti, dieci dirigenti di alto livello hanno fatto le valigie, mentre le vendite in Europa toccano nuovi minimi storici.
TESLA, GLI ADDI PIU’ DOLOROSI
L’esodo dei manager rischia di minare l’innovazione e la continuità aziendale di Tesla. Infatti, a fare le valigie non sono solo figure operative ma anche strategiche. L’ultimo manager ad aver abbandonato la barca di Tesla è Piero Landolfi. Il direttore dei servizi per il Nord America, che dopo quasi nove anni saluta la casa automobilistica per approdare nel mondo di AI e robotica a Nimble. Ma Landolfi è solo l’ultimo di una serie, un simbolo eloquente di una fuga di cervelli che attraversa tutte le aree chiave della società, lanciando un’allarmante ombra sulla stabilità interna e sulla sostenibilità futura dei profitti.
ADDIO BANNON E IL SOGNO DOJO
Un altro addio doloroso per la casa di Musk è quello di Pete Bannon, vice presidente dello sviluppo hardware e pilastro del progetto “Dojo”, la mega infrastruttura di supercomputer di Tesla, pensata per dominare la guida autonoma e il robot umanoide Optimus. Un addio che coincide con la fine del sogno Dojo. Musk ha recentemente definito il progetto “un vicolo cieco evolutivo”, intraprendendo un drastico cambio di rotta strategico che ha lasciato sgomenti gli ingegneri, spingendo Bannon a fare un passo indietro.
PERCHE’ I TOP MANAGER FUGGONO DA TESLA
Storicamente Tesla è una calamita per menti brillanti e talenti. Oggi, invece, sembra faticare a trattenere i suoi manager. Quali sono le motivazioni che stanno spingendo i vertici a lasciare la casa automobilistica? I risultati economici non esaltanti e la feroce concorrenza nel mercato delle Ev hanno un peso rilevante, ma non sono gli unici responsabili. Infine, Tesla ha recentemente subito una pesante condanna negli Stati Uniti per razzismo interno, con testimonianze di un ambiente di lavoro tossico e divisivo, che mina la coesione e l’attrazione per i talenti. La creatura di Musk riuscirà a riorganizzarsi in tempo per non perdere ancora terreno nella corsa elettrica e riaffermare la sua leadership interna?