Dopo il passo indietro di Baku Steel, il Governo guarda a Jindal come salvatore dell’ex Ilva. Ma l’offerta indiana convince poco, mentre Flacks Group e Bedrock rilanciano con formule insolite
La vendita dell’Ilva è un rebus sempre più complicato. Dopo il retrofront di Baku Steel, il Governo punta sugli indiani di Jindal. Intanto, a sorpresa spunta il nome di Flacks Group, che offre 1 euro per gli asset. Resta ancora in corsa il fondo Bedrock. Tutte le offerte per l’Ilva.
JINDAL IL FAVORITO DEL GOVERNO PER L’ILVA
Tramontata l’opzione Baku Steel, il primo candidato per acquisire l’Ilva è Jindal. Il Governo spera che il gruppo indiano possa portare finalmente alla risoluzione del rebus. Il colosso siderurgico internazionale già dall’anno scorso ha manifestato il suo interesse per l’acquisto degli asset di Acciaierie d’Italia.
Il gruppo indiano ha offerto 80 milioni, più il valore di magazzino. Una cifra che non si avvicina neanche lontanamente a quella offerta dal gruppo azero, che aveva messo sul piatto 950 milioni di euro (450 milioni cash più 500 milioni per il magazzino). Tuttavia, ad oggi sembra l’offerta più alta in gara. Il problema, come sottolinea Start Magazine, è che Jindal potrebbe non essere davvero interessato. Infatti, il gruppo indiano, infatti, ha presentato un’offerta di acquisizione per l’unità siderurgica del conglomerato tedesco Thyssenkrupp, il maggiore produttore di acciaio in Germania.
FLACKS GROUP SI AGGIUNGE ALLA CORSA PER ILVA
La corsa per l’Ilva è sempre più serrata. Oggi Flacks Group ha presentato la sua offerta non vincolante per l’acquisizione degli asset di Acciaierie d’Italia, secondo quanto riporta il Giornale. Il gruppo specializzato nell’acquisizione e nel turnaround di aziende in situazioni complesse che ha un patrimonio di oltre 4 miliardi di dollari a livello globale vuole acquisire il 100% del polo siderurgico, dietro la promessa di mantenere il livello di forza lavoro attuale. Tuttavia, l’offerta prevede che il gruppi paghi un importo totale nominale di 1 euro per l’acquisto, che avverrà senza liquidità né debiti.
BEDROCK ANCORA IN CORSA
Il terzo candidato all’acquisizione dell’Ilva è Bedrock. L’offerta del fondo statunitense specializzato in asset industriali e infrastrutturali (ha partecipato a gare in Europa), però, non è di quelle che fanno tremare i polsi. Infatti, è limitata al valore del magazzino, con una parte cash bassa o pari a zero. Una formula che è “consuetudine da fondo americano”, cioè, “è formulata secondo i criteri di un private equity, con il capitale che verrebbe via via sostenuto finanziariamente dai futuri (auspicati) guadagni. Una formula incompatibile con una società in amministrazione straordinaria”, scrive il Sole 24 Ore.
Sullo sfondo resta la possibilità dello spezzatino. Gli asset di Acciaierie d’Italia potrebbero essere venduti a blocchi. Una soluzione che tutti, dai sindacati al Governo, sperano di dover evitare.