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Il Ponte sullo Stretto approda in CdM, in ballo la semplificazione delle procedure edilizie

Oggi in Consiglio dei ministri è prevista l’informativa del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini sul ponte sullo Stretto di Messina, dopo lo stop della Corte dei Conti

Dopo la decisione della Corte dei Conti, il governo, mettendo una toppa, prende in mano le redini del Ponte sullo Stretto di Messina e seguirà d’ora in avanti con molta attenzione il dossier.  Il Mit non avrà più la delega in totale autonomia, una scelta che causa diversi malumori nello staff di Salvini. Intanto, ieri ha riunito al ministero i suoi tecnici per fare il punto sull’iter dell’opera e insistere sull’obiettivo della «posa della prima pietra». Nel corso del Cdm il ministro potrebbe anche parlare della necessità di una legge delega per la riforma del testo unico delle costruzioni per snellire le procedure.

PALAZZO CHIGI AVRA’ L’ULTIMA PAROLA

A seguito della bocciatura del progetto Ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti, Palazzo Chigi seguirà d’ora in avanti con molta attenzione il dossier del Ponte sullo Stretto. Come riporta Repubblica, il ministero delle Infrastrutture, nella sua parte tecnica e burocratica, non avrà più la delega in totale autonomia ad occuparsi dell’argomento. Oltre allo smacco di immagine per l’amministrazione e per il governo il timore è che i rilievi dei magistrati contabili siano insormontabili. Matteo Salvini, dal canto suo, sarebbe irritato con la sua macchina burocratica.

OBIETTIVO LEGA: SEMPLIFICAZIONE

Salvini ripete che non si farà fermare, tornando anche sul piano con cui la Lega vorrebbe sveltire le procedure e ridimensionare il potere degli enti chiamati a vigilare sui progetti. Secondo quanto riporta La Stampa, una volta chiusa la legge di Bilancio, sotto il mirino dei leghisti finiranno: amministrazioni, come quella di vigilanza ambientale, soprintendenze e l’Autorità di regolazione dei trasporti. La proposta trova il consenso di diversi alleati: «È un’idea che va nella direzione giusta. In questo Paese di vigilanza e controlli si muore» sostiene Alessandro Cattaneo di Forza Italia (uno dei vicesegretari e componente della commissione Trasporti alla Camera).

OPPOSIZIONE: SEMPLIFICAZIONE A CORRENTE ALTERNATA

Questa semplificazione trova una ferma reazione tra le fila dell’opposizione: «Le grandi opere si accelerano con progetti maturi, valutazioni trasparenti e risorse certe non con annunci, numeri non verificati e l’ennesima cabina di regia calata dall’alto» ribadisce Lorenzo Basso, senatore Pd e vicepresidente della commissione Ambiente e Lavori pubblici di Palazzo Madama. La volontà di Salvini di non perdere tempo, avverte Angelo Bonelli, va a corrente alternata: «Per fare strade, ferrovie per i pendolari, scuole o opere di difesa dal rischio sismico o idrogeologico non invocano nessuna accelerazione. Quello che interessa alla Lega è gestire l’enorme quantità di soldi pubblici senza controlli».

LE FALLE DEL MIT

«Più volte siamo stati costretti a intervenire pubblicamente per errori commessi all’interno del ministero», dicono i fedelissimi del ministro, citando alcuni burocrati di vertice che si sarebbero disinteressati di alcuni dossier oppure avrebbero voluto strafare facendo invece tutto in proprio e commettendo pasticci. Tra gli esempi riportati dal fronte Mit-Carroccio: la norma del nuovo codice della strada sulle sanzioni in caso di uso di droghe leggere, il regolamento sugli autovelox e il taglio di risorse alle province poi smentito.

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