Sogin assume la responsabilità dello smantellamento del reattore Ispra-1 di Varese
E’ stato firmato questa mattina da Sogin e dal Centro Comune di Ricerca (CCR) di Ispra (Varese) l’atto di presa in carico che regola il trasferimento definitivo alla Società del reattore Ispra-1, situato all’interno del Centro.
IL PASSAGGIO A SOGIN
Si legge in una nota che in attuazione della legge di ratifica entrata in vigore il 22 maggio di quest’anno, l’atto firmato questa mattina ha trasferito la titolarità dell’impianto a Sogin che assume la responsabilità dello smantellamento di un ulteriore impianto nucleare italiano, dopo le quattro centrali nucleari – Trino, Caorso, Latina e Garigliano – e i cinque impianti di ricerca legati al ciclo del combustibile – Eurex di Saluggia, Fn di Bosco Marengo, Opec e Ipu di Casaccia e Itrec di Rotondella.
LE TRE FASI DEL DECOMMISIONING DEL REATTORE
Le operazioni di decommissioning del reattore Ispra-1 sono programmate in tre fasi: attività preliminari, smantellamento del reattore e bonifica finale del sito.
Tali attività saranno avviate solo a valle dell’approvazione da parte dell’Autorità di controllo, Isin, dell’istanza di smantellamento, che Sogin presenterà entro gennaio del prossimo anno.
IL REATTORE ISPRA-1
Il reattore Ispra-1 è un reattore termico eterogeneo di tecnologia americana, costruito dal Consiglio Nazionale Ricerche Nucleari – successivamente Cnen e poi Enea – fra il 1957 e il 1958, e rappresenta l’ultima versione della serie Chicago-Pile research reactors sviluppata da Enrico Fermi. Con una potenza di 5 MW, è stato il primo reattore nucleare di ricerca realizzato in Italia, in esercizio dal 1959 al 1973.