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Agsm, rinvio a venerdì sulla scelta del terzo partner

La fusione Agsm-Aim non viene messa in discussione da nessuno. Ma, al contrario della Lega, sia Finocchiaro che il sindaco di Verona Sboarina, vogliono tenerla strettamente collegata alla scelta di un terzo partner, quello industriale.

“Sarebbero stati tre no e due sì. Ma per evitare una rottura totale e definitiva, si rinvia a venerdì, dopodomani. Finisce così, clamorosamente, l’atteso CdA di Agsm, chiamato a decidere le future aggregazioni della multiutility veronese e della vicentina Aim”. È quanto si legge sul Corriere di Verona.

PRESIDENTE MESSO IN MINORANZA DA LEGA, VERONA DOMANI E PD

“Il presidente dell’Azienda, Daniele Finocchiaro, è stato messo in minoranza dai consiglieri della Lega, del movimento civico Verona Domani e del Pd. Finocchiaro aveva infatti chiesto il mandato di proseguire la trattativa con le tre big del settore (Hera, Iren e la cordata Alperia-Dolomiti) che hanno presentato proposte alternative a quella di A2A, sul tavolo da mesi. La proposta non è piaciuta né alla rappresentante della Lega, Francesca Vanzo, né a quello di Verona Domani, il vicepresidente Mirco Cordioli, né alla rappresentante delle opposizioni, Stefania Sartori del Pd”, ha sottolineato il quotidiano.

“A quel punto, per evitare di dover mettere una pietra tombale sulla trattativa, Finocchiaro ha rinviato la discussione, chiedendo di approfondire le conseguenze sul piano legale di un blocco dell’iter. Anche per venerdì, comunque, la Lega conferma il suo sì alla fusione Agsm-Aim ma con un diniego totale a vincolare quell’aggregazione alla ricerca del terzo partner industriale”, ha proseguito il quotidiano.

FUSIONE NON IN DISCUSSIONE

“Si ripartirà venerdì, ma la situazione sembra abbastanza definita. La fusione Agsm-Aim non viene messa in discussione da nessuno. Ma, al contrario della Lega, sia Finocchiaro che il sindaco di Verona, Federico Sboarina, vogliono tenerla strettamente collegata alla scelta di un terzo partner, quello industriale. Secondo Sboarina, infatti, sia il concambio tra Verona e Vicenza, sia la governance paritaria della nuova società, sarebbero accettabili solo all’interno della nuova, grande MuVen (la futura multiutility del Veneto «a tre teste»), mentre non lo sarebbero più se ci fosse la sola fusione tra Agsm e Aim (che, peraltro, creerebbe una sorta di ‘grande Agsm’, con sede a Verona e presidenza veronese). E su questo si è rotto. Almeno per ora”, ha concluso il quotidiano.

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