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CO2

Allarme Onu: livelli CO2 nell’aria da record

Livelli co2 mai così alti da 800mila anni. Anche l’Italia sta messa male 

 

 

Sarà sempre più difficile mettere limiti agli effetti provocati dal cambiamento climatico prodotto dall’attività umana all’inizio dell’era industriale: questo quanto emerge dai dati diffusi dall’organizzazione meteorologica mondiale, Wmo, l’agenzia ONU che monitora clima e atmosfera.

Nell’anno 2016, la CO2 del nostro pianeta ha superato il record degli ultimi 800mila anni con una quota di 403,3 parti per milione (ppm) di concentrazione, contro le 400 ppm del 2015. Quest’ultimo è un aumento considerevole e superiore di 1,2 alla media dell’ultimo decennio, che è stato del 2,1 ppm annuo.

La ricerca afferma che la CO2 cresce ormai 100 volte più velocemente rispetto all’Era Glaciale, accelerata dalla deforestazione, industrializzazione, crescita demografica e agricoltura intensiva ma anche la presenza nel 2016 del fenomento meteo “E l Niño”, verificatosi nel continente australe. Esso ha interagito con la vegetazione dei continenti provocando e aumentando gli incendi e rendendo meno efficace l’assorbimento della CO2 da parte delle foreste.

C’è da preoccuparsi: di questo passo, in venti anni arriveremo alle 450 ppm. Questo significa che saranno superati i 2 gradi di aumento della temperatura globale, cosa che secondo la scienza produrrà disastri meteo sul pianeta. Purtroppo, gli accordi stabiliti dagli Stati alla COP di Parigi del 2015 sono insufficienti, dice il rapporto dell’Unep sul cosiddetto “emissions gap” (il differenziale di emissioni).

La responsabilità è da attribuirsi anche all’Italia “dove -a detta del fisico Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club – le emissioni negli ultimi due anni sono aumentate, cosa che rende difficile centrare gli obiettivi Ue del 2030″.

“Senza rapidi tagli nelle emissioni di CO2 e degli altri gas serra – commenta Petteri Taalas, segretario generale del Wmo – inevitabilmente finiremo per registrare pericolosi aumenti della temperatura entro la fine del secolo, molto al di sopra dell’obiettivo di Parigi. Le generazioni future erediteranno un pianeta molto più inospitale”.

Per fortuna, c’è chi si muove su una retta via: è la Cina, il principale responsabile produzione mondiale di CO2, ha visto un leggero calo delle emissioni sia nel 2015 che nel 2016.

 

Giovanni Malaspina

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