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Snam

Ecco come Snam tutela il territorio

Massima attenzione dell’azienda sui reperti rinvenuti durante gli scavi e filo diretto con le soprintendenze per conservare e valorizzare i ritrovamenti effettuati

Non solo gas e infrastrutture per Snam ma anche competenze eccellenti nel campo della tutela archeologica. Tutto merito dei suoi 75 anni di storia, durante i quali l’azienda ha costruito e gestito condutture lungo l’intera Penisola. Basti pensare che oggi Snam gestisce in Italia, circa 32.500 chilometri di gasdotti e nove siti di stoccaggio per una capacità complessiva di 16,7 miliardi di metri cubi di gas ed entro il 2021 investirà 5,2 miliardi di euro destinati in gran parte al rafforzamento della rete italiana e alla sua integrazione con le infrastrutture europee, evidenziando ancora di più la necessità di abilità particolari in ciascuna fase del lavoro per attraversare contesti orografici complessi, parchi naturali protetti e corsi d’acqua: si va dalla progettazione ai monitoraggi ambientali, geomorfologici e vegetazionali ante e post operam, dalla costruzione all’attività di ripristino degli ecosistemi conseguente alla posa dei metanodotti, alla realizzazione degli impianti di compressione. Fino all’attenzione riservata ai reperti archeologici ritrovati durante gli scavi che hanno indotto l’azienda a tessere un filo diretto con le soprintendenze per conservare e valorizzare i ritrovamenti effettuati.

snamL’ATTENZIONE DI SNAM PER I REPERTI GRAZIE A UN TEAM DI SPECIALISTI

Durante tutte le fasi di realizzazione dei progetti, Snam si avvale del contributo specialistico di un team di archeologi individuato secondo le indicazioni della competente soprintendenza. I professionisti che affiancano l’azienda e le imprese incaricate per la posa dei metanodotti sono costantemente presenti nei cantieri e hanno il compito di supervisionare i lavori sotto il profilo archeologico, effettuando indagini e approfondimenti e informandone la soprintendenza. Solo nel 2016 Snam ha effettuato ripristini su oltre 200 chilometri di territorio e monitoraggi ambientali su più di 550 chilometri, nei luoghi in cui la rete è a contatto con contesti naturalistici di particolare valore faunistico ed ecologico. Le spese ambientali sono state pari a circa 140 milioni di euro. Al termine dei lavori, i territori vengono sempre riportati alle loro condizioni originarie, e spesso migliorate.

LE SCOPERTE PIÙ IMPORTANTI DEGLI ULTIMI ANNI

La sinergia di Snam con le soprintendenze ha portato, solo negli ultimi anni, a scoperte rilevanti in Lombardia (insediamenti del Neolitico, dell’età del Bronzo, dell’età del Ferro e di epoca romana nel Cremonese e nel Lodigiano), nel Lazio (strutture monumentali, vie lastricate e tombe di epoca romana a Marcellina e a Terracina), in Piemonte (necropoli, villa romana e vari manufatti di pregio nel Vercellese) e in Emilia-Romagna (necropoli e area urbana di epoca romana a Minerbio).

LA VILLA ROMANA DI CAMPOFILONE (FM): UN ESEMPIO RECENTE

Uno degli esempi più recenti degli interventi di Snam riguarda i ritrovamenti effettuati durante i lavori per l’allacciamento dell’area di servizio Piceno Est, nell’area di Campofilone (FM) durante i quali sono stati riportati alla luce insediamenti rurali di età romana. Si tratta, nello specifico, di alcuni settori di una grande villa che, allo stato attuale delle indagini, mostra uno sviluppo lineare di almeno 80 m e che, per estensione e articolazione rappresenta un unicum per l’area costiera che si sviluppa da Fermo fino a San Benedetto del Tronto. Di particolare pregio è l’area della villa occupata dalle terme, rinvenuta in uno straordinario stato di conservazione, che risalta per i materiali utilizzati e per le scelte progettuali adottate. Il ritrovamento di una necropoli a circa un centinaio di metri dall’insediamento principale, lascia presupporre che lo sviluppo dell’area ricopra un periodo cronologico di circa 5 secoli. Le indagini archeologiche, interamente finanziate da Snam, sono condotte dagli archeologi della In Terras Soc. Coop di Forlì sotto la Direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

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