Le commissioni di Camera e Senato approvano la nomina del board a larga maggioranza. Subito al lavoro su remunerazione reti, dispacciamento e tutela dei consumatori vulnerabili.
Il percorso istituzionale per il rinnovo dei vertici dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha superato il primo scoglio decisivo. Dopo il parere favorevole del Senato, anche le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato le nomine con la prescritta maggioranza qualificata dei 2/3: 44 voti favorevoli e tre astensioni. Nicola Dell’Acqua è stato confermato alla presidenza, affiancato dai componenti Alessandro Bratti, Livio De Santoli, Lorena De Marco e Francesca Salvemini. Manca ora solo l’ultimo passaggio formale per l’emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica (Dpr) per l’insediamento ufficiale del nuovo Collegio, chiamato a gestire una fase di transizione cruciale per il settore energetico italiano.
PLACET IN SCADENZA E IL NODO DELL’INSEDIAMENTO
La prima emergenza sul tavolo dei neo-commissari è già segnata in rosso sul calendario: il 31 dicembre scade la proroga delle offerte Placet per il gas, uno strumento di tutela essenziale per milioni di famiglie nel passaggio al mercato libero. Proprio su questo punto, Livio De Santoli aveva lanciato un allarme durante le audizioni dei giorni scorsi, sottolineando come i tempi tecnici per l’insediamento rischino di rendere complessa un’azione tempestiva. La volontà politica di intervenire c’è, ma la corsa contro il tempo per garantire continuità e protezione ai consumatori sarà il primo vero banco di prova per la nuova governance.
LE EREDITÀ SCOTTANTI: DAL ROSS AL TIDE
Dell’Acqua raccoglie il testimone da Stefano Besseghini trovandosi di fronte a un pacchetto di riforme avviate ma ancora da metabolizzare pienamente dal sistema. I due pilastri sono il ROSS (Regolazione per Obiettivi di Spesa e di Servizio), che ridisegna la remunerazione delle infrastrutture di rete basandosi sulla spesa totale, e il TIDE (Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico), fondamentale per integrare le fonti rinnovabili e garantire flessibilità alla rete. Strumenti innovativi che dovranno essere governati per evitare distorsioni, come il rischio di “bolle di incentivazione” per le rinnovabili al Sud che potrebbero pesare sulle bollette finali.
MERCATO LIBERO E NUOVE TUTELE
L’altro grande fronte aperto è quello del post-tutela. Con la liberalizzazione ormai completata nel 2024, l’Autorità dovrà monitorare l’evoluzione dei prezzi e l’introduzione di nuovi contratti, come le tariffe dinamiche. Francesca Salvemini ha già indicato la rotta: semplificare la vita ai cittadini di fronte a un’offerta commerciale sempre più vasta e complessa. Parallelamente, resta viva l’ipotesi di una fiscalizzazione graduale degli oneri di sistema, tema caldo che potrebbe rientrare nel prossimo Decreto Energia e che richiederà un delicato bilanciamento tra esigenze di gettito e protezione dei consumatori.
TRASPARENZA E DATI CERTI
Il metodo di lavoro annunciato segna una discontinuità: “Nessun isolamento”, ha promesso Dell’Acqua, garantendo un dialogo costante con il Parlamento. Un approccio che si riflette anche sulla necessità di completare l’indagine conoscitiva sui mercati energetici, come ribadito da Lorena De Marco: servono dati certi e completi prima di trarre conclusioni definitive, per evitare di navigare a vista in un mare agitato da volatilità dei prezzi e tensioni geopolitiche.


