Dall’8 gennaio ripartono gli incentivi per l’acquisto di automobili elettriche, una misura annunciata da mesi ma a lungo rimandata. Quanto è costato il ritardo a Stellantis? Che conseguenze avrà l’effetto annuncio sulle vendite? L’allarme della FIM CISL
Tornano gli incentivi per l’acquisto di automobili elettriche, ma potrebbero rivelarsi un boomerang. Il ritardo è costato a Stellantis un calo nella produzione della 500 elettrica, secondo quanto affermato nel corso della conferenza stampa trimestrale sull’andamento delle produzioni automobilistiche italiane da un rappresentante del sindacato FIM CISL. Inoltre, l’effetto annuncio potrebbe avere effetti negativi sulle vendite, secondo diverse associazioni.
INCENTIVI, QUANTO È COSTATO IL RITARDO A STELLANTIS?
Il ritardo negli incentivi ha tagliato le gambe alla produzione della 500 elettrica, secondo il sindacato FIM CISL. Infatti, lo scorso anno sono uscite dalle fabbriche Stellantis appena 77.260 unità di questo modello, in leggero calo rispetto al 2022 (77.500). Numeri molto lontani dalle stime iniziali, che prevedevano 90.000 vetture. In particolare, nella seconda metà del 2023 la produzione ha visto un importante rallentamento, a cui ha contribuito lo stop di 20 giorni di alcune fabbriche.
INCENTIVI, I RISCHI FUTURI
L’effetto annuncio sugli incentivi rischia di confondere i consumatori e rallentare, se non addirittura paralizzare, il mercato delle automobili elettriche, secondo FIM CISL e diverse associazioni che rappresentano i produttori.
“Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la Piattaforma Invitalia, è molto forte e preoccupante il rischio che i nuovi incentivi non siano operativi in tempi brevi. Una situazione che porterebbe a un ulteriore rallentamento o alla paralisi del mercato”, ha affermato il presidente dell’associazione delle Case estere, Michele Crisci.
“È negativo che si parli da luglio di piano incentivi perché chi vuole comprare un veicolo sostenibile aspetta. Questo annuncio bloccherà i consumatori finché non vedranno il Dpcm”, ha affermato il segretario nazionale di FIM CISL, Ferdinando Uliano.
“Siamo stati rassicurati sugli effetti positivi che queste misure potranno avere sugli stabilimenti Stellantis, unico produttore nel nostro Paese. Naturalmente, non influiranno su Maserati o Grecale, ma su 500 elettrica, Panda, modelli ibridi di Melfi”, ha aggiunto Uliano.
I NUMERI DEL MERCATO
Le vendite di auto elettriche rallentano e la quota di mercato si ferma al 4,2%. Il 2023 si è chiuso con 1.566.448 immatricolazioni, il 18,96% in più del 2022. Numeri positivi solo in apparenza, poiché il confronto con il 2019 evidenzia un calo del 18,3%.
Stellantis ha venduto 591.156 automobili in Italia, il 10,5% in più dell’anno precedente, raggiungendo una quota di mercato pari al 33,5%. Tuttavia, a dicembre le immatricolazioni sono calate del 4,6% rispetto allo stesso mese del 2022, attestandosi su quota 36.833. In particolare, il gruppo si è confermato leader nel settore delle vetture elettrificate, inclusi veicoli commerciali leggeri, con una quota di mercato del 25,1%.
“La ripresa dall’agosto 2022 si sta esaurendo e il mercato dell’auto sta entrando in una sostanziale e non breve stagnazione con la prospettiva per il 2024 di un volume di immatricolazioni allineato a quello del 2023, cioè di 1.573.000 unità”, ha affermato il Presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano.