Sebbene le temperature medie abbiano temporaneamente superato la soglia di 1,5°C anche in precedenza, questa è stata la prima volta che lo hanno fatto nell’estate dell’emisfero settentrionale, che inizia il 1° giugno
Secondo gli esperti del clima, l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale a lungo termine entro 1,5 gradi Celsius sta andando fuori portata, con i Paesi che non riescono a fissare degli obiettivi più ambiziosi, nonostante mesi di caldo da record sia sulla terra che sui mari.
Mentre gli inviati sul clima, a inizio giugno, si sono riuniti a Bonn per prepararsi al vertice COP28 di novembre a Dubai, il Copernicus Climate Change Service (C3S), finanziato dall’Unione europea, ha rilevato che le temperature medie globali dell’aria superficiale sono state per diversi giorni di oltre 1,5°C sopra i livelli preindustriali.
IL RECORD DELLE TEMPERATURE NELL’EMISFERO SETTENTRIONALE
Sebbene le temperature medie abbiano temporaneamente superato la soglia di 1,5°C anche in precedenza, questa è stata la prima volta che lo hanno fatto nell’estate dell’emisfero settentrionale, che inizia il 1° giugno. Anche le temperature del mare hanno battuto i record di aprile e maggio: “abbiamo esaurito il tempo, perché il cambiamento richiede tempo”, ha commentato Sarah Perkins-Kirkpatrick, climatologa della Australia’s University of New South Wales.
Mentre gli inviati del clima dei due maggiori emettitori di gas serra si preparano ad incontrarsi, il mese prossimo, le temperature a Pechino hanno battuto i record di giugno, e delle ondate di caldo estremo hanno colpito gli Stati Uniti. Alcune zone del Nord America questo mese sono state di circa 10°C sopra la media stagionale, e il fumo degli incendi boschivi ha ricoperto il Canada e la costa orientale degli Stati Uniti di una foschia pericolosa, con le emissioni di anidride carbonica stimate al livello record di 160 milioni di tonnellate.
In India – una delle regioni più vulnerabili dal punto di vista climatico – sono aumentati i decessi legati alle alte temperature, e un caldo estremo è stato registrato anche in Spagna, Iran e Vietnam, sollevando timori che la bollente estate dello scorso anno possa diventare una consuetudine.
Nel 2015 i Paesi si accordarono a Parigi per cercare di mantenere gli aumenti della temperatura media a lungo termine entro 1,5°C, ma a maggio l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha affermato che ora c’è una probabilità del 66% che la media annuale superi quella soglia per almeno un anno intero da qui al 2027.
RISCALDAMENTO GLOBALE, MA NON SOLO
Le alte temperature sulla terraferma sono state accompagnate da quelle sul mare, con il riscaldamento intensificato da un evento El Nino ed altri fattori. Le temperature medie globali della superficie del mare alla fine di marzo hanno raggiunto i 21°C e sono rimaste a livelli record per quel periodo dell’anno per tutto aprile e maggio. L’agenzia meteorologica australiana ha avvertito che entro ottobre le temperature marine del Pacifico e dell’Oceano Indiano potrebbero essere di 3°C più calde del normale.
Per Piers Forster, professore di fisica del clima all’Università di Leeds, il riscaldamento globale è il fattore principale, ma anche El Nino, il declino della polvere sahariana che soffia sull’oceano e l’uso di carburanti a basso contenuto di zolfo sono dei co-responsabili. “In tutto – ha spiegato Forster – gli oceani vengono colpiti da un quadruplo fattore. È un segno delle cose che verranno in futuro”.
Migliaia di pesci morti si sono riversati sulle spiagge texane e anche le fioriture algali indotte dal calore sono state accusate di aver ucciso leoni marini e delfini in California. Secondo Annalisa Bracco, climatologa del Georgia Institute of Technology, dei mari più caldi potrebbero anche significare meno vento e pioggia, creando un circolo vizioso che porta ad un calore ancora maggiore.
Sebbene le alte temperature del mare di quest’anno siano causate da “una perfetta combinazione” di circostanze, per Bracco l’impatto ecologico potrebbe durare: “l’oceano avrà una risposta molto lenta, poiché accumula calore lentamente, ma lo trattiene anche per molto tempo”.
VERSO LA COP28 DI DUBAI
Gli esperti del clima affermano che l’estensione e la frequenza delle condizioni meteorologiche estreme è in aumento, e quest’anno ha visto anche delle forti siccità in tutto il mondo, oltre ad un ciclone raro e mortale in Africa.
Il Fondo mondiale per la natura, tuttavia, ha avvertito di “una preoccupante mancanza di slancio” durante i colloqui sul clima a Bonn di questo mese, con pochi progressi compiuti su questioni chiave come i combustibili fossili e la finanza in vista della COP28. “A Bonn erano molto distaccati da ciò che sta accadendo fuori, ne sono rimasto molto deluso”, ha detto Li Shuo, consigliere senior per il clima di Greenpeace a Pechino. “Stiamo arrivando al momento della verità, e spero che la pura realtà ci aiuti a cambiare le scelte delle persone e a cambiare la politica”.
I colloqui tra Stati Uniti e Cina potrebbero riprendere la prossima settimana, con l’inviato statunitense per il clima, John Kerry, che si recherà in visita a Pechino, anche se pochi si aspettano che aggiunga slancio ai negoziati sul clima. “Questo è più un esercizio di costruzione della fiducia. Non credo che nessuna delle due parti sarà in grado di spingere l’altra a dire molto più di quanto sia disposta a fare. La politica non lo permetterà”, ha concluso Li.