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Carbone

Il 42% delle centrali a carbone lavora in perdita

Per Carbon Tracker, oggi costa di più gestire il 35% delle centrali a carbone piuttosto che costruire nuovi impianti a fonti rinnovabili

Una buona parte delle centrali a carbone lavora in perdita. A denunciarlo è una ricerca del think tank londinese sulla transizione energetica Carbon Tracker, che ha analizzato la profittabilità di 6.685 centrali a carbone nel mondo, che rappresentano il 95% di tutta la capacità operativa (1.900 GW) e il 90% della capacità in costruzione (220 GW).

La ricerca, in particolare, conclude che ben il 42% delle centrali a carbone lavorano in perdita: in pratica, non sono più profittevoli a causa degli alti costi del carburante. La percentuale potrebbe crescere vertiginosamente nei prossimi anni e al 2040 potrebbe raggiungere il 72%.

E c’è di più: secondo il think tank, già oggi costerebbe di più gestire il 35% delle centrali a carbone piuttosto che costruire nuovi impianti a fonti rinnovabili. Al 2030 costruire nuove centrali pulite sarà più conveniente che continuare a far funzionare il 96% delle centrali a carbone esistenti oggi e in programma.

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