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Nucleare

Chi protesta e chi gongola sul ritorno del nucleare in Italia

Armaroli (Cnr), Sepede (Unisalute), Pistella (ex Cnr), Zollino (Azione) si sono schierati chi a favore chi contro all’ipotesi del nucleare in Italia. Ecco cosa dicono

Il governo italiano ha lanciato la Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile, che entro nove mesi porterà allo sviluppo di linee guida per l’eventuale reintroduzione del nucleare tra le fonti energetiche nazionali.

PARTITA LA PRIMA PIATTAFORMA NAZIONALE SUL NUCLEARE

La scorsa settimana si è tenuta la prima riunione della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile, istituita dal governo italiano per definire in tempi certi il percorso finalizzato alla possibile ripresa dell’uso dell’atomo in Italia e per riprendere in mano il discorso sulle filiere.

SI GUARDA ALLA IV GENERAZIONE E AI REATTORI MODULARI

Non si tratta di una novità assoluta visto che il ritorno al nucleare era stato già anticipato nel programma elettorale del governo di centrodestra. Il governo ha tuttavia escluso l’uso di grandi centrali nucleari di terza generazione, ma guarda a nuove tecnologie nucleari innovative e sicure come i piccoli reattori modulari (SMR) e i reattori nucleari di quarta generazione (AMR), come ha detto lo stesso ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin durante il confronto e come ha ribadito ieri nell’informativa al Consiglio dei ministri in relazione alla Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile (PNNS) di cui il Consiglio dei ministri ha preso atto.

LE CRITICHE DI ARMAROLI (CNR): IL GRAN RITORNO AL NUCLEARE È PASSATO INOSSERVATO

Il dibattito, come naturale, si è infiammato e tra le pagine dei social si trovano diversi commenti pro e contro questa scelta. Critico ad esempio Nicola Armaroli chimico italiano, dirigente di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche: “Doveva essere la settimana del gran ritorno al nucleare per l’Italia, ma il lancio della nuova Piattaforma (21 settembre) è passato praticamente inosservato. Il Ministro Pichetto-Fratin ha dichiarato che di grandi centrali non se ne parla, raggelando chi sostiene che dobbiamo cominciare a costruirle domattina per avere una flotta nuova fiammante fra 5-10 anni. Il Piano contempla solo nuove tecnologie di piccola taglia, che oggi non sono sul mercato e, se mai vi saranno, se ne parla fra 20 anni. Ci dobbiamo accontentare di una roadmap. Amen”, ha scritto su Linkedin.

SEPEDE (UNISALUTE): L’OBIETTIVO È CHIARO, L’ITALIA NON PUÒ PERDERE TEMPO

Risposta piccata di Lorenzo Sepede, Digital Transformation & Governance presso UniSalute S.p.A (Gruppo Unipol)Digital Transformation & Governance presso UniSalute S.p.A (Gruppo Unipol) che ha replicato senza mezzi termini le parole di Armaroli. “Quando uno oramai è abituato ad andare in giro come i cavalli sotto al Colosseo a Roma, compiendo lo stesso tragitto – in questo caso mentale – per andare avanti e indietro sempre per la stessa strada, non riesce neanche più a capire i passi avanti – si legge su Linkedin -. E allora tocca spiegarglielo come si farebbe con un bimbo delle elementari, solo che questo lavora al #Cnr, a fedele dimostrazione che certo pressappochismo lo troviamo in ogni dove. Punto primo il Ministro Fratin ha esordito con la motivazione per cui è necessario il nucleare: ‘Le energie rinnovabili non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico del Paese. La transizione energetica si fa con realismo e pragmatismo. Per soddisfare le richieste dell’industria e per sopperire alla discontinuità delle rinnovabili dobbiamo investire nel nucleare di ultima generazione. Non è un’opzione. Produrre energia sicura e pulita è una priorità. L’Italia, come già previsto nella proposta di aggiornamento del Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), punta sulla vasta diffusione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica per garantire la decarbonizzazione e la sicurezza energetica, anche attraverso la diversificazione delle fonti e l’integrazione delle diverse soluzioni tecnologiche disponibili”, ha scritto Sepede.

Che poi ha aggiunto: “L’obiettivo è talmente chiaro che solo Armaroli non lo riesce a capire ‘L’Italia non può perdere tempo: dev’essere chiaro l’obiettivo di tornare a produrre energia pulita e sicura tramite il nucleare, a partire dai prossimi anni’. Le incrostazioni mentali tolgono sempre lucidità evidentemente – ha scritto ancora Sepede -. Se è chiaro questo punto (ovviamente non per Armaroli), passiamo al punto secondo ‘Non si tratta evidentemente di proporre il ricorso in Italia alle centrali nucleari di grande taglia della terza generazione, ma di valutare le nuove tecnologie sicure del nucleare innovativo. L’intento è sviluppare delle nuove tecnologie nucleari nel medio e lungo termine, con una particolare attenzione agli Small modular reactor (Smr) e ai reattori di IV generazione e comprendere le possibili ricadute di queste tecnologie in termini di sicurezza e costi-benefici del sistema’. Ora se Armaroli non capisce che puntare su un reattore di piccola taglia modulabile, costruito in laboratorio e allocato con tempi veloci in loco è un enorme passo in avanti e non indietro il tema è esclusivamente suo. Perché mai dovrebbero costruire una mega centrale nucleare? Ma poi non era lui che diceva che le grosse centrali in caso di invasione del Paese possono essere conquistate dai nemici mettendo sotto scacco il Paese? Last but not least qualsiasi progetto parte sempre da una roadmap. Alla fine come siamo oramai abituati #noArmaroliNoParty”, ha concluso Sepede.

PISTELLA: CONSIDERAZIONI DEL MINISTRO PICHETTO FRATTIN SONO ISPIRATE DA RAGIONEVOLEZZA BUON SENSO E ADERENZA ALLA REALTÀ

Altro parere illustre quello di Fabio Pistella ex presidente del Cnr e direttore generale di Enea, che si è detto favorevole invece all’ipotesi di far ripartire l’atomo: “Le considerazioni del Ministro Pichetto Frattin sono ispirate da ragionevolezza buon senso e aderenza alla realtà. Farà scalpore quanto dichiarato, senza pregiudizi, sulle prospettive del nucleare, in piena coerenza con le scelte dell’Unione europea, ma ancor più importanti nell’immediato sono per assicurare la tenuta del sistema produttivo e dell’occupazone le sue indicazioni su come deve avvenire la transizione energetica in Italia e più in generale in Europa – ha scritto su Linkedin il giorno del varo della Piattaforma sul nucleare -: ‘Dobbiamo essere realisti: noi puntiamo a eliminare prima il carbone, poi il petrolio, e a conservare il gas fino a che le rinnovabili saranno abbastanza sviluppate da raggiungere la neutralità carbonica nel 2050. Ma nel lungo periodo la continua richiesta di energia sarà tale da dover prevedere l’uso di fonti che garantiscano, al contrario delle rinnovabili, continuità nell’erogazione dell’energia. Proprio come il nucleare’”.

ANCHE AZIONI APPOGGIA IL NUCLEARE.

Altro alleato del governo sul fronte nucleare è Azione, il partito di Carlo Calenda. Giuseppe Zollino, responsabile energia per il partito, non ha mai nascosto le sue intenzioni, così come lo stesso Calenda: “Azzerare le emissioni in Italia con sole rinnovabili significa tempi, spazi, materiali e costi insostenibili. Ci serve un mix di rinnovabili e nucleare. Non è un’opinione, ma il risultato di precise analisi di scenario con numeri incontrovertibili”, le parole su X di Zollino di qualche giorno fa.

LA VON DER LEYEN RIBADISCE CHE IL NUCLEARE È CENTRALE NEI MIX ENERGETICI DI ALCUNI PAESI

Intanto, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso programmatico al Summit del Green Deal di Praga, ha ricordato che malgrado i prezzi dell’energia europei si siano ‘raffreddati’ i costi rimangono comunque più alti rispetto ad altri continenti, minando la competitività globale. Per questo, ha aggiunto la soluzione “dipende dal mix energetico di ciascun paese” ma “sappiamo che il Nucleare gioca un ruolo centrale” in alcuni come la Repubblica Ceca, dove si trovava la presidente.

POSSIBILE ESAMINARE RICHIESTE AIUTI DI STATO PER IL NUCLEARE

La von der Leyen ha anche menzionato la disponibilità ad esaminare le richieste di aiuti di Stato da parte di uno Stato membro “anche per l’energia Nucleare come per altre fonti di energia. È necessario ricordare che siamo tecnologicamente neutrali quando si parla di fonti energetiche”, ha ammesso la numero uno europea secondo quanto riferito dal portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, nel briefing quotidiano con la stampa.

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