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Ue

Clima, UE approva il meccanismo CBAM sul regolamento del carbonio alle frontiere

Le Maire: “Importante nella lotta al cambiamento climatico, ma anche misura di giustizia economica e ambientale”

L’Unione Europea ha approvato oggi il regolamento generale sul Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), il meccanismo di regolamento del carbonio alle frontiere.

Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha spiegato che “stamattina, a stragrande maggioranza, abbiamo approvato il regolamento generale sul CBAM, il meccanismo di regolamento del carbonio alle frontiere. È una decisone molto importante per l’Unione Europea perché segna una battuta d’arresto per la rilocalizzazione delle emissioni di CO2, è un’operazione ecologica. La Francia è da anni che porta avanti l’idea di un CBAM e oggi finalmente la decisione è stata presa. È un passo avanti importante nella lotta al cambiamento climatico, ma anche una misura di giustizia economica e ambientale: noi facciamo degli sforzi per decarbonizzare le nostre industrie, ma non volgiamo vanificare questi sforzi reimportando prodotti con grande utilizzo di carbonio, e questo crea anche una disparità nelle condizioni di concorrenza”.

“Con la decisione di oggi – ha aggiunto Le Maire – il clima diventa un elemento importante nelle relazioni commerciali internazionali, e l’Europa è la prima a dotarsi di questo strumento. È il risultato del lavoro dei 27 ed è la concezione di un modello economico più giusto e più sostenibile”.

COS’È IL CBAM E COSA PREVEDE

Il sistema CBAM funzionerà in questo modo: gli importatori dell’Unione Europea acquisteranno certificati di carbonio corrispondenti al prezzo del carbonio che sarebbe stato pagato se le merci fossero state prodotte secondo le norme UE sui prezzi della materia prima. Al contrario, se un produttore non UE potrà dimostrare di aver già pagato un prezzo per il carbonio utilizzato nella produzione dei beni importati in un Paese terzo, il costo corrispondente potrà essere detratto integralmente per l’importatore UE.

Il CBAM aiuterà a ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, incoraggiando i produttori dei Paesi non UE a rendere più ecologici i loro processi di produzione.

Dei meccanismi CBAM sono già in atto in alcune regioni del mondo, come la California, dove viene applicato un adeguamento a determinate importazioni di elettricità. Un certo numero di Paesi – come Canada e Giappone – stanno pianificando iniziative simili.

Per fornire alle imprese e ad altri Paesi certezza del diritto e stabilità, il CBAM sarà introdotto gradualmente e inizialmente si applicherà solo a un numero selezionato di beni ad alto rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio: ferro e acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio e generazione di elettricità.
A partire dal 2023 si applicherà un sistema di rendicontazione per quei prodotti, con l’obiettivo di facilitare un’introduzione regolare e facilitare il dialogo con i Paesi terzi, e gli importatori inizieranno a pagare un conguaglio finanziario nel 2026.
Infine, come potenziale risorsa propria dell’Unione Europea, le entrate del CBAM contribuiranno al bilancio UE, come stabilito nell’accordo interistituzionale del dicembre 2020 sul bilancio e le risorse proprie.

COME FUNZIONERÀ IL CBAM NELLA PRATICA

Il CBAM rispecchierà l’ETS, nel senso che il sistema si basa sull’acquisto di certificati da parte degli importatori. Il prezzo dei certificati sarà calcolato in base al prezzo medio settimanale d’asta delle quote EU ETS espresso in €/tonnellata di CO2 emessa. Gli importatori delle merci dovranno, individualmente o tramite un rappresentante, registrarsi presso le autorità nazionali dove potranno anche acquistare i certificati CBAM.

Le autorità nazionali autorizzeranno la registrazione dei dichiaranti nel sistema CBAM, oltre alla revisione e alla verifica delle dichiarazioni. Saranno anche responsabili della vendita dei certificati CBAM agli importatori. Per importare nell’UE merci coperte dal CBAM, dovranno dichiarare entro il 31 maggio di ogni anno la quantità di merci e le emissioni incorporate in tali merci importate nell’UE nell’anno precedente. Allo stesso tempo, dovranno consegnare alle autorità i certificati CBAM che hanno acquistato in anticipo.

Garantendo che gli importatori paghino lo stesso prezzo del carbonio dei produttori nazionali nell’ambito dell’ETS dell’UE, il meccanismo CBAM consentirà la parità di trattamento per i prodotti fabbricati nell’UE e le importazioni da altri Paesi ed eviterà la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio

CBAM, LA FASE TRANSITORIA DEL MECCANISMO

Secondo la proposta della Commissione Europea, in una fase transitoria gli importatori dovranno segnalare le emissioni incorporate nelle loro merci senza pagare un conguaglio finanziario. La fase transitoria inizierà nel 2023 e terminerà alla fine del 2025, dando il tempo necessario per l’attuazione del sistema definitivo.

Questa fase transitoria, unita all’introduzione graduale del CBAM nel tempo, consentirà una transizione attenta, prevedibile e proporzionata per le imprese e le autorità UE e non UE.
Una volta che il sistema definitivo sarà pienamente operativo, nel 2026, gli importatori dell’UE dovranno dichiarare annualmente la quantità di merci e di emissioni incorporate nel totale delle merci che hanno importato nell’UE nell’anno precedente e restituire il corrispondente importo di certificati CBAM.

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