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Co2

CO2, l’Europa vuole riduzione del 40% entro 2030

I negoziatori UE sono a lavoro per presentare una proposta forte alla Cop23 di Bonn; essa comprenderà l’introduzione dell’Ets per ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 nell’aria contrastando l’effetto serra

 

Dopo il -20% fissato al 2020, l’Europa vuole ridurre le emissioni del 40% entro il 2030. I negoziatori UE sono a lavoro per un nuovo obiettivo e un programma forte da presentare all’Ets, l’Emissions Trading Scheme, che si occupa del mercato europeo di CO2, al negoziato Cop23 di Bonn attualmente in corso.

pollL’Ets è il sistema “cap-and-trade” individuato dall’Europa al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica, contrastando il riscaldamento dell’aria provocato dall’effetto serra. Secondo questo sistema, viene dato un tetto massimo totale detto “cap”per l’emissione di CO2 agli impianti identificati come “settori Ets” cioè acciaierie, centrali termoelettriche e cementifici: coloro i quali superano il tetto di emissione, per assicurare la continuità di produzione devono comprare i diritti di emissione CO2 necessari per sforare il limite ma compreranno da coloro ne vendono poiché al di sotto del tetto. Il senso di questa compravendita è penalizzare l’economia e la competitività delle industrie inquinanti, valorizzando e incentivando gli investimenti verdi delle altre.

Attualmente, il prezzo per tonnellata di CO2 è quotato a pochissimi euro (circa 4,77) mentre per stimolare un circolo virtuoso dovrebbe aggirarsi intorno ai 30 euro; con cadenza irregolare, i Paesi membri dell’Unione lo riformano per tentare di regolamentarlo in aumento ma senza successo.

Dopo mesi di colloqui, il 9 novembre scorso è stato raggiunto un nuovo accordo. La discussione ha riguardato per gran parte i limiti forti imposti all’assegnazione di diritti gratuiti di emissioni ai settori in difficoltà e nuove imprese, avente tema centrale la “modernizzazione dell’energia” per i Paesi più poveri.
Saranno aiutare la Grecia e le centrali a carbone ma solo se ne verrà aumentata la loro efficienza tramite progetti di teleriscaldamento in Paesi il cui Pil pro-capite è inferiore del 30% alla media UE.

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