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Com’è avvenuto il passaggio dell’Europa dal gas russo al (costoso) GNL americano

I funzionari del governo di Kiev e delle aziende europee stanno valutando delle alternative al gasdotto che attraversa l’Ucraina, tra cui la possibilità di acquistare e iniettare gas dall’Azerbaigian nei gasdotti russi diretti in Europa 

I funzionari europei sono impegnati in discussioni per garantire la continuità della fornitura di gas attraverso un gasdotto cruciale tra Russia e Ucraina, nel contesto del conflitto in corso. Lo ha riferito Bloomberg. Nonostante gli sforzi per ridurre la dipendenza dal gas russo, diversi Paesi dell’Europa orientale, per la fornitura, fanno ancora affidamento su un gasdotto che attraversa l’Ucraina. L’attuale accordo che regola il gasdotto scadrà alla fine dell’anno, sollevando preoccupazioni su potenziali interruzioni dell’approvvigionamento energetico dell’Europa.

Per affrontare il problema, i funzionari del governo e delle aziende europee stanno valutando delle alternative, tra cui la possibilità di acquistare e iniettare gas dall’Azerbaigian nei gasdotti russi diretti in Europa. Questa strategia potrebbe aiutare l’Europa ad evitare lo stigma legato all’acquisto di gas russo e allo stesso tempo tentare di limitare le entrate di Mosca.

L’IMPORTANZA DEI TRANSITI DI GAS PER L’UCRAINA

L’idea sta guadagnando terreno, soprattutto perché l’Ucraina – che nel 2021 ha guadagnato circa 1 miliardo di dollari dalle entrate legate al transito di gas – sembra essere favorevole. Questi fondi sono vitali per l’economia di Kiev, gravemente colpita dalla guerra. Parlando a Bloomberg News, l’amministratore delegato della società ucraina Naftogaz, Oleksiy Chernyshov, ha dichiarato che “ci sono due fattori che dovremmo sempre ricordare: il primo è che l’Ucraina ha un’incredibile infrastruttura di transito e stoccaggio del gas e che è predisposta ad utilizzare questa infrastruttura, perché porta molti vantaggi”. Qualsiasi opzione, inclusa la cooperazione con la russa Gazprom PJSC, è stata respinta dal CEO, che ha aggiunto che “l’importazione di gas dall’Azerbaigian potrebbe avere un futuro”. Socar, la compagnia energetica statale dell’Azerbaigian, non ha commentato, così come il ministero dell’Energia azero. Anche il governo russo e Gazprom hanno rifiutato di commentare.

IL GAS RUSSO ALL’INIZIO DELLA GUERRA IN UCRAINA

Quando l’Unione europea imposto alla Russia delle sanzioni in seguito all’invasione dell’Ucraina del 2022, il gas era al centro dell’attenzione. La Russia era il principale fornitore del continente e stava per smettere di esserlo. All’epoca lo stato d’animo dominante in Europa era la fiducia: anche se Mosca avesse chiuso i rubinetti, ci sarebbero state molte alternative. E in effetti era così. Ciò che è avvenuto, però, è stato sostituire una dipendenza – il gas russo – con un’altra, il GNL. E c’è molta più concorrenza nel settore del GNL che nel gas russo.

Nel 2022 – quando le prime navi metaniere statunitensi iniziarono ad arrivare nei porti europei – i leader nazionali e dell’Unione europea si rallegrarono e sostennero che gli europei si erano facilmente liberati dalla dipendenza dal gas russo senza effetti negativi. Alcuni mesi dopo, però, il presidente francese Emmanuel Macron ha criticato gli Stati Uniti per aver chiesto un prezzo troppo alto per il loro GNL, lasciando allo scoperto il tema di cui nessun altro voleva parlare: il prezzo.

IL PASSAGGIO DELL’EUROPA DAL GAS RUSSO AL GNL AMERICANO

Il passaggio dell’Europa dal gas russo al GNL americano ha avuto un prezzo. Continua a costare caro, motivo per cui il vecchio continente non ha ancora fermato tutte le importazioni di gas russo, incluso il GNL. Il problema è che presto la via di transito ucraina verrà chiusa, poiché Kiev ha dichiarato che non rinnoverà il suo accordo di transito con Gazprom, che scadrà alla fine dell’anno.

Ancora una volta, i leader europei sono fiduciosi e sostengono apertamente che l’Europa starà bene senza il gas russo. Quello che però, ancora una volta, omettono è che la crescente dipendenza dal GNL manterrà elevati i prezzi dell’energia nel continente, compromettendo la competitività che Bruxelles sta cercando duramente di promuovere per gli industriali europei.

I DATI SUI FLUSSI RUSSI DI MAGGIO 2024

I dati sui flussi di gas per maggio hanno mostrato che i flussi di Gazprom attraverso l’Ucraina verso l’Europa sono aumentati del 39% rispetto allo scorso anno. Dall’inizio del 2024 Gazprom ha esportato in Europa circa 13 miliardi di metri cubi di gas naturale, una frazione di quello che inviava verso ovest. Il resto è stato sostituito dal GNL, e questo è un problema per l’Europa.

Javier Blas di Bloomberg, in un recente articolo, ha sostenuto che la crisi europea del gas è lungi dall’essere finita, andando contro tutte le dichiarazioni ufficiali dall’inverno 2022, secondo cui l’Europa aveva affrontato la crisi prima ancora che potesse manifestarsi. Quell’inverno l’Europa ebbe fortuna con un clima mite spinto da El Niño. L’influenza di El Niño sul clima però si sta avvicinando alla fine e sta arrivando il momento de La Niña, che porta un clima più fresco. Ciò significa inverni più freddi nell’emisfero settentrionale e, a sua volta, una maggiore domanda di gas. E questo, in definitiva, significa prezzi ancora più alti per l’energia consumata dagli europei. 

LA QUESTIONE DEL PREZZO DEL GNL

Ai politici europei non piace ancora parlare dei prezzi del GNL, perché si tratta di un argomento scomodo. I prezzi sono diminuiti sostanzialmente rispetto ai picchi toccati a metà del 2022, ma non sono ancora lontani dal prezzo medio del gas su cui l’Europa prosperava prima di quell’anno. Ciò che è ancora più scomodo è uno dei due principali motivi del calo dei prezzi, insieme all’ampia offerta statunitense, ovvero la minore attività industriale, derivante dagli alti prezzi del gas.

Secondo Blas di Bloomberg, però, ci sono delle buone notizie: l’inverno 2024/2025 probabilmente sarà l’ultimo con un’offerta limitata di GNL, che farà salire nuovamente i prezzi in un contesto di intensa concorrenza tra Europa e Asia.

DAL 2025 FORNITURE DI GNL DA QATAR E USA

Secondo Blas, a partire dal 2025 la nuova offerta di GNL arriverà dal Qatar e dagli Stati Uniti, allentando la pressione della domanda. Tuttavia, i prezzi del GNL non saranno in linea con le importazioni di gas dalla Russia, che hanno alimentato la crescita industriale dell’Europa.

Ciò suggerisce che la crescita industriale di cui sopra non tornerà presto, non senza un massiccio sostegno governativo, che i governi non sono né disposti, né in grado di fornire essendo focalizzati sulla riduzione delle emissioni. Ed è per questo che discorsi come “decrescita” e “post-crescita” stanno iniziando a farsi strada nella narrativa politica ufficiale in Europa. Un ritorno alla crescita effettiva è impossibile senza energia a basso costo, e non c’è energia a basso costo nell’orizzonte europeo.

IL COSTO DEL GNL È DESTINATO AD AUMENTARE

C’è invece un GNL ancora più costoso a causa delle politiche energetiche Ue. Il mese scorso l’Unione europea ha approvato una nuova legge che fissa limiti alle emissioni di metano per ogni molecola di gas che entra nel blocco. Ciò significa che gli esportatori verso l’Europa dovranno investire in alcune serie riduzioni delle emissioni di metano, e questo comporta che il prodotto finale sarà più costoso. È improbabile che l’inverno 2024/2025 sarà l’ultimo inverno difficile per gli europei… probabilmente sarà il terzo di molti inverni difficili.

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