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Come l’Ue vuole contrastare le dichiarazioni fuorvianti delle aziende sulle emissioni di CO2

Nel marzo 2022 la Commissione europea ha proposto una legge per proteggere i consumatori dalle affermazioni esagerate di neutralità del carbonio da parte di molte aziende europee
A seguito del divieto dell’Unione europea alle aziende di dichiarare che i loro prodotti sono climaticamente neutri, molte richieste di decarbonizzazione da parte di una serie di aziende sono sotto esame. Mentre le organizzazioni internazionali e i governi di tutto il mondo incoraggiano tutti i settori a decarbonizzare le proprie attività, molte società hanno fatto affermazioni coraggiose sulle pratiche in atto utilizzate per ridurre il carbonio nelle loro catene di approvvigionamento e nei processi di produzione.

Man mano che la tendenza è cresciuta, scrive Felicity Bradstock su Oilprice, molti ambientalisti hanno chiesto maggiori prove a sostegno di queste affermazioni, accusando le aziende di greenwashing in quanto esagerano la loro azione sul clima davanti ai consumatori. Ora, la legge aggiornata dell’Unione europea potrebbe portare a maggiori restrizioni sulle tecniche di marketing utilizzate per promuovere le aziende e i loro prodotti come “green”.

LA NUOVA LEGGE APPROVATA DALLA COMMISSIONE EUROPEA

Nel marzo 2022 la Commissione europea ha proposto una legge volta a proteggere i consumatori dalle affermazioni esagerate di neutralità del carbonio da parte di molte aziende in tutta Europa. La legge è stata approvata dalla Commissione europea lo scorso settembre ed ora è in attesa dell’approvazione finale da parte dei Paesi membri. Biljana Borzan, l’eurodeputata croata che ha guidato i negoziati, ha dichiarato che “abbiamo raggiunto un ottimo accordo per i consumatori”.

La nuova legge entrerà in vigore nel 2026, concedendo ai Paesi il tempo necessario per adottare le modifiche. Gli europarlamentari si aspettano che la nuova normativa ridurrà significativamente il numero delle false dichiarazioni sul clima avanzate dalle aziende in tutto il continente.

IL GREENWASHING DELLE AZIENDE

Negli ultimi anni, molte aziende di tutto il mondo sono state accusate di greenwashing, poiché hanno fatto affermazioni fuorvianti sull’impatto ambientale delle loro attività. Un recente studio ha rilevato che, tra il 2018 e il 2023, i settori dei servizi bancari e finanziari hanno registrato un aumento del 70% del numero di incidenti di greenwashing legati al clima in Europa e nelle Americhe.

Molte aziende hanno rivendicato la neutralità del carbonio, affermando che i loro prodotti sono a zero emissioni poiché utilizzano fonti di energia rinnovabile o schemi di compensazione del carbonio per aiutare a decarbonizzare le operazioni. Tuttavia, Ursula Pachl, vicedirettrice del BEUC (l’organismo a difesa dei consumatori Ue), ha dichiarato che “non esistono formaggi, bottiglie di plastica, voli o conti bancari ‘carbon neutral’, le affermazioni sulla neutralità carbonica sono puro e semplice greenwashing”.

LA PRATICA DELLA COMPENSAZIONE DEL CARBONIO

La compensazione del carbonio – una pratica sempre più utilizzata dalle aziende che vogliono dichiarare la neutralità carbonica – è stata a lungo criticata per la mancanza di regolamentazione nel settore, il che significa che le aziende che gestiscono questi programmi spesso non riescono a monitorare e segnalare accuratamente l’impatto delle loro pratiche.

Gli ambientalisti ritengono inoltre che la compensazione del carbonio non rappresenti un approccio praticabile a lungo termine alla decarbonizzazione, poiché la CO2 viene ancora rilasciata nell’atmosfera. Per rivendicare finalmente la neutralità del carbonio, le aziende devono piuttosto abbandonare i combustibili fossili, rivolgersi ad alternative rinnovabili e adottare tecnologie pulite, oltre a chiedere di fare lo stesso a tutte le aree della loro catena di approvvigionamento.

Le aziende che fanno molto affidamento sui sistemi di compensazione delle emissioni di carbonio, come le compagnie aeree, oggi sono accusate di sottrarsi alle proprie responsabilità ambientali e di fuorviare i consumatori.

LE CONSEGUENZE DELLA LEGGE UE SULLE AZIENDE E I CONSUMATORI

Anche se la nuova legge imporrà solo un cambiamento legale in Europa, sta stimolando un maggiore controllo sulle richieste climatiche da parte delle aziende di tutto il mondo e potrebbe fornire il modello da seguire per altri governi. Diversi Paesi in tutto il mondo hanno assunto degli impegni ambiziosi sul clima che fanno molto affidamento sul sostegno del settore privato. Se le politiche climatiche di vasta portata – come l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti – stanno incoraggiando le aziende ad investire nel passaggio dai combustibili fossili alle alternative verdi, diversi governi sperano che le aziende scelgano di effettuare il passaggio senza incentivi finanziari. Poiché i consumatori chiedono di più, le aziende sono sempre più concentrate nel far sì che le loro pratiche ESG sembrino di vasta portata.

Tuttavia, l’utilizzo di programmi di compensazione delle emissioni di carbonio e le affermazioni esagerate potrebbero portare i governi a non riuscire a mantenere gli impegni assunti sul clima. L’approvazione di una legge come quella dell’Unione europea potrebbe sostenere le ambizioni del governo di incitare le aziende di un’ampia gamma di settori a compiere uno sforzo concertato per decarbonizzare.

Molte grandi aziende internazionali stanno già subendo la pressione da parte dei parlamentari e dei consumatori affinché smettano di fare affermazioni false e siano più trasparenti sulle loro pratiche ambientali. A settembre Apple ha messo le sue credenziali “rispettose dell’ambiente” al centro del suo più grande lancio annuale di prodotto, e ha dichiarato che alcuni modelli di Apple Watch sono “i nostri primi prodotti a zero emissioni di carbonio”. Apple ha annunciato lo stesso obiettivo per tutti i suoi prodotti entro il 2030. Eppure, l’azienda di Cupertino continua a fare molto affidamento sui crediti di carbonio per controbilanciare i 7-12 kg di emissioni di gas serra dietro ogni suo smartwatch. Se questo tipo di affermazioni venissero bandite in Europa, molti si chiedono se le grandi aziende utilizzeranno ancora queste tecniche di marketing per promuovere i loro prodotti a livello internazionale.

La recente legge approvata dall’Ue vieterà alle aziende di esagerare sulla neutralità carbonica delle loro attività e dei loro prodotti a partire dal 2026. Ciò significa che le aziende europee dovranno riconsiderare le loro dichiarazioni ESG ed investire in un cambiamento significativo verso l’ambiente, se vogliono promuovere le loro pratiche ambientali positive ai consumatori. Inoltre, la legge potrebbe spingere le aziende ad abbandonare il greenwashing a livello internazionale, per evitare il controllo da parte dei consumatori, oltre che per il timore che altri governi nei prossimi anni possano introdurre dei divieti simili.

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