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Elettricità E Gas

Il Consiglio di Stato da ragione a Iren sui rincari in bolletta. L’Ira delle associazioni dei consumatori

Il Consiglio di Stato sospende il provvedimento con cui l’Antitrust aveva intimato alla Iren Mercato S.p.a. di non modificare le condizioni economiche dei contratti di fornitura di luce e gas. Le Associazioni dei consumatori lanciano l’allarme: nel 2023 potrebbero arrivare nuovi rincari per le bollette

Bollette più alte nel 2023? Il rischio, ora, può dirsi concreto.

“L’Antitrust nel mese di ottobre ha avviato quattro istruttorie e imposto altrettanti provvedimenti cautelari nei confronti delle società Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola; a dicembre sono finite nel mirino del Garante anche Enel, Eni, Hera, A2A, Edison; Acea e Engie. Tutte queste società hanno presentato ricorso ai giudici amministrativi, e la prima risposta che è arrivata è quella relativa a Iren che attende ‘con fiducia il pronunciamento nel merito del Tar Lazio a febbraio 2023’; e le altre compagnie osservano interessate”, scrive il quotidiano La Stampa.

Il Consiglio di Stato, con la sua ordinanza, sospende dunque il provvedimento con il quale l’Antitrust aveva vietato alla società di avanzare con i rinnovi contrattuali a condizioni economiche peggiorative.

IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE L’ISTANZA DI IREN

“(…) ieri il Consiglio di Stato (che è il massimo organo della giustizia amministrativa) ha accolto un ricordo della compagnia Iren e ha annullato un provvedimento sulle bollette emesso dal Garante del mercato, a tutela dei clienti che hanno stipulato contratti a prezzo fisso. Adesso è probabile – per non dire sicuro – che il Consiglio di Stato prenda la stessa decisione sui ricorsi analoghi proposti da altre dieci compagnie dell’energia sul medesimo provvedimento”, scrive il quotidiano La Stampa.

I fornitori di energia elettrica non possono modificare unilateralmente le condizioni di un contratto quando questo è ancora “in vita”. Al contrario, però, possono tranquillamente farlo quando l’accordo arriva a scadenza. Questa decisione consentirà, quindi, alle aziende di applicare gli aumenti che erano stati annunciati ai clienti nei mesi scorsi relativamente ai contratti in scadenza che, invece l’AGCM aveva sospeso. Molte famiglie, dunque, dovranno far fronte a nuovi aumenti nonostante la situazione economica già fortemente precaria. Si tratterebbe, addirittura, di aumenti a tre cifre.

La misura riguarda gli utenti con contratti a libero mercato. L’applicazione degli aumenti è, in ogni caso, una facoltà che le aziende potranno o meno esercitare, mentre la partita non è chiusa perché si attende la sentenza di merito del TAR del Lazio che arriverà a febbraio.

ASSOUTENTI: SUBITO INCONTRO CON ARERA E ANTITRUST

“Siamo di fronte ad una situazione pericolosissima, perché in assenza di certezze sull’interpretazione della norma contenuta nel decreto Aiuti bis che sospende le modifiche unilaterali dei contratti, le società energetiche si muoveranno in ordine sparso forti della decisione del Consiglio di Stato – spiega in una nota il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – Proprio per evitare questo caos, da settimane chiediamo un incontro ad Arera e Antitrust, volto a fornire chiarimenti e certezze in favore di milioni di famiglie del mercato libero, richiesta rimasta finora lettera morta. E’ gravissimo che le autorità coinvolte in questa situazione di grande incertezza ancora non diano risposte ai consumatori, e ribadiamo la necessità di un tavolo urgente con le associazioni dei consumatori perché, in assenza di certezze sulle disposizioni relative alle modifiche unilaterali dei contratti, si apre la strada ad una valanga di ricorsi sia da parte degli utenti che delle società energetiche”, avvisa Truzzi.

FEDERCONSUMATORI: SI PROSPETTANO AUMENTI PER LE FAMIGLIE

Sulla vicenda si esprime anche l’associazione Federconsumatori che, in una nota, lancia un appello auspicando una conferma del pronunciamento di AGCM che blocca tali aumenti, in caso contrario il Decreto Aiuti Bis, che prevedeva la sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti relative alla parte economica, sarebbe svuotato di qualsiasi seria efficacia e ridotto a poco più che carta straccia.

“Chiediamo che il Governo e il Parlamento pongano attenzione sulla questione, anche prevedendo una modifica normativa che sia in grado di chiarire i numerosi dubbi interpretativi, da inserire in una delle disposizioni collegate alla Legge di Bilancio. In ogni caso, la logica dell’aiuto emergenziale, che è indispensabile anche oggi e che aveva presieduto alla norma impugnata da IREN, purtroppo non ben scritta rispetto alla varia casistica contrattuale, offre comunque spazi importanti di intervento a tutela dei consumatori. Tutela che può essere realizzata con diverse modalità, in una dimensione temporanea, per poi trovare un equo punto di equilibrio degli interessi quando il mercato si sarà stabilizzato. Per questo, Federconsumatori, congiuntamente alle principali Associazioni di tutela, aveva nei giorni scorsi chiesto alle Aziende interessate dai provvedimenti di AGCM di aprire un confronto, a questo punto più che mai urgente, che chiediamo ad Arera di facilitare. Riteniamo, però, necessario, in questa fase, insistere con lo stop ai distacchi per morosità e con le lunghe rateizzazioni, anche attraverso una garanzia pubblica a prestiti bancari finalizzati, per famiglie e piccole e medie imprese”, scrive nella nota  Federconsumatori.

IL PARERE POSITIVO DI ARTE

Tra i dissensi emergono, però anche pareri positivi. ARTE, l’associazione dei reseller e trader dell’energia, commenta –  in una nota – l’ordinanza con cui il Consiglio di Stato ha sospeso il provvedimento dell’Antitrust contro l’adeguamento dei prezzi delle forniture energetiche. L’associazione, infatti, si tratta di un “importantissimo risultato per i venditori energetici italiani che, da tempo, stanno protestando contro irragionevoli, discriminatorie e insostenibili soluzioni ‘anticrisi’ adottate dal governo”.

Con l’ordinanza emessa ieri – scrive ARTE – il Consiglio di Stato ha rilevato l’indubbio pregiudizio grave ed irreparabile che gli operatori del settore subiranno se non potranno modificare le condizioni economiche dei contratti una volta scaduta l’offerta economica. Un pregiudizio che rischia di compromettere la tenuta del sistema. Secondo i giudici, infatti sussiste “il rischio dell’insolvenza qualora l’operatore, in mancanza della possibilità di adeguare i prezzi dei contratti scaduti, rimanga costretto a continuare a vendere largamente sottocosto”. L’Antitrust oltretutto “su questo aspetto non ha dedotto validi argomenti contrari se non relativi alla emergenza economica in atto”, invece avrebbe dovuto fornire “una anche sommaria valutazione prospettica dell’impatto della misura configurata sulla tenuta del sistema delle imprese elettriche e quindi della sua sostenibilità o quantomeno dell’impatto sulla singola impresa destinataria dell’ordine”.

“Siamo molto soddisfatti della pronuncia del Consiglio di Stato – commentano in una nota gli avvocati di ARTE Fabio Ferraro e Alessia Lubrano – . Adesso stiamo valutando le possibili azioni nei confronti dello Stato, dell’AGCM e delle Associazioni di Consumatori querelanti per il risarcimento dei danni patrimoniali e all’immagine patiti dai nostri Associati”.

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