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Consiglio Informale Praga

Tetto al prezzo del gas, l’Ue verso un nuovo rinvio

Al Consiglio informale di Praga, i leader degli Stati membri parlano per lo più di Ucraina. Non si attendono svolte nel pomeriggio

Una telenovela destinata a prolungarsi di ora in ora. Peggio, di settimana in settimana. La guerra in Ucraina della Russia continua, la dipendenza europea dal gas di Mosca diminuisce progressivamente e allora ogni ritardo sulla decisione di un tetto al prezzo diventa sempre più deleterio per l’efficacia della misura.

OGGI FINISCE IL CONSIGLIO INFORMALE DELL’UE A PRAGA

Oggi è il secondo ultimo giorno del meeting informale dei presidenti di governo degli Stati membri dell’Unione europea, riuniti nel primo esperimento macroniano della Comunità politica (Ue allargata anche ad altri stati partner). Sul tavolo il conflitto di Putin, i rischi nucleari ma anche la partita energetica.

Se fino alla vigilia di ieri l’attesa e le speranze positive di una riuscita dell’intesa erano alte, dopo l’inconcludente di ieri e lo stallo di questa mattina tutto è tornato in un clima più scettico.

LA PROPOSTA DI UN CAP DINAMICO

Perché ieri c’era fiducia? Perché Polonia, Italia, Belgio e Grecia hanno elaborato una proposta per l’Unione Europea per l’introduzione di un “corridoio dinamico dei prezzi” del gas, nel tentativo di abbattere i prezzi elevati dell’energia e l’impennata dell’inflazione. Un range da apporre “a tutte le transazioni all’ingrosso, non limitate all’importazione da specifiche giurisdizioni e non limitate all’uso specifico di gas naturale”, recitava la bozza.

TRA PALCO E REALTÀ

Oggi, invece, il risveglio è stato più traumatico. “Non si deciderà oggi sul price cap” ha avvertito Ursula von der Leyen (analogamente al presidente del Consiglio Charles Michel), in contrapposizione al “una soluzione si troverà” di Paolo Gentiloni, Commissario all’Economia. La numero uno della Commissione, la settimana scorsa, aveva risposto alla lettera di esortazione di Italia, Francia e altri Paesi sostenitori del price cap chiedendo all’Ue di prendere in considerazione un tetto massimo di prezzo temporaneo per il tempo necessario a lavorare al lancio di un indice di riferimento alternativo al Title Transfer Facility

Oggi, arrivando al meeting, alcuni leader europei hanno rilasciato brevi commenti d’apertura che hanno rimesso sul tavolo le reali distanze. Da un lato, riporta Reuters, il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha affermato che qualsiasi limite di prezzo deve essere ideato e implementato in modo da sostenere i fornitori di energia. “I negoziati sono in corso. E saranno intensi perché è il nostro obiettivo sostenere i fornitori di energia con esso, in modo che la fornitura di gas non diminuisca”, ha detto.

Il primo ministro ceco Petr Fiala, invece, ha specificamente menzionato la limitazione dei prezzi del gas utilizzato per la produzione di elettricità, mentre la lettone Krisjanis Karins ha detto che un limite sarebbe “grande” se il blocco potesse ancora garantire le forniture dei produttori.

I COMMENTI ALL’ARRIVO AL MEETING

Meno ottimisti o più distaccati, invece, sono stati i commenti dei leader di Polonia, Lituania, Svezia e Lussemburgo.

“Il mio messaggio per la Germania è: siate solidali con tutti noi altri, nei momenti difficili serve essere uniti sulla base di un denominatore comune”, ha detto arrivando stamani al Consiglio informale il premier polacco Mateusz Morawiecki. Intervistata dal Corriere della Sera, Ingrida Šimonyte (premier lituana) ha risposto alla domanda “un tetto al prezzo del gas ha senso?” dicendo che “Sì, perché siamo lontani dalle condizioni di mercato. Lo abbiamo visto ad agosto, quando i prezzi hanno raggiunto i 370 euro per megawattora, che non hanno nulla a che fare con i fondamentali. Quindi è importante prendere in considerazione un tetto massimo”.

“Forse avremo il price cap, ma non avremo energia”, ha invece affermato all’arrivo al meeting informale Ue di Praga sull’energia Xavier Bettel, primo ministro del Lussemburgo. E, infine, secondo la premier svedese Magdalena Andersson ha affermato che “la Svezia non è molto dipendente dal gas russo ma supportiamo quelli che lo sono. Discutiamo il disaccoppiamento dei prezzi di energia e gas (…) Dobbiamo risolvere tutti insieme questa crisi energetica che riguarda l’Europa. Sui gasdotti Nord Stream 1 e 2 le nostre indagini si sono concluse ieri e hanno rafforzato l’ipotesi di sabotaggi”.

Insomma, i dubbi sulla reale fattibilità di un’intesa per il tetto al prezzo del gas in Europa sono ancora dominanti.

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