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Dl Energia

Cosa dice il Dis su energia, gas e infrastrutture italiane. La relazione dell’intelligence

Condizioni geopolitiche, eccessiva dipendenza dall’estero ma anche diversificazione degli approvvigionamenti e delle infrastrutture nella relazione del Dis “La tutela degli assetti strategici”

“La strutturale dipendenza dell’economia italiana dalle fonti fossili di importazione – che attualmente coprono due terzi del fabbisogno – appare destinata a permanere, sebbene in misura decrescente, anche nei prossimi decenni. Un quadro, questo, a fronte del quale appare evidente la necessità del monitoraggio informativo garantito dalla nostra intelligence, anche in relazione alle condizioni geopolitiche indispensabili per garantire la produzione e il transito dei flussi diretti in Italia”. È quanto si legge nella Relazione “La tutela degli assetti strategici“La tutela degli assetti strategici” sulla politica dell’informazione per la sicurezza del Dis relativa all’anno 2019 pubblicata oggi.

COSA DICE LA RELAZIONE DEL DIS

“Continuativo e mirato è stato pure l’impegno degli Organismi informativi a tutela del sistema energetico nazionale, che, avviato sul sentiero della transizione verde, prospetta nuove sfide sul piano della sicurezza, di breve e di lungo periodo – si legge nella relazione -. Tenendo conto di entrambi gli orizzonti temporali, il monitoraggio dell’intelligence ha riguardato in particolare le dinamiche del settore privato, lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione delle politiche energetico-ambientali a livello internazionale nonché la stabilità dei nostri approvvigionamenti. Guardando ai decenni che ci separano dalla decarbonizzazione profonda del settore energetico entro il 2050 concordata a livello Ue, la sfida più importante che il Paese si troverà ad affrontare rimanda all’obiettivo di pervenire alla contrazione delle emissioni e alla parallela diffusione delle fonti rinnovabili garantendo al con-tempo che, in ogni fase della transizione, non aumentino i rischi per la stabilità della rete elettrica né, più in generale, per la continuità dei flussi di energia”.

STRUTTURALE DIPENDENZA DALL’ESTERO DELL’ITALIA

“In tal senso, un ruolo centrale sarà giocato dal framework normativo, europeo e nazionale, cui spetta il compito complesso di definire gli indirizzi politici generali in campo ambientale, consentendo, al contempo, sia adeguata competitività al sistema produttivo italiano sia l’imprescindibile rispetto dell’equità sociale nella ripartizione dei costi – sottolinea la relazione -. La sintesi di queste esigenze sarà, poi, inevitabilmente demandata alle scelte di investimento degli operatori privati, in un contesto, peraltro, nel quale eventuali fenomeni distorsivi del mercato potrebbero impattare sulla sicurezza energetica nazionale ed in cui la strutturale dipendenza dell’economia italiana dalle fonti fossili di importazione – che attualmente coprono due terzi del fabbisogno – appare destinata a permanere, sebbene in misura decrescente, anche nei prossimi decenni. Un quadro, questo, a fronte del quale appare evidente la necessità del monitoraggio informativo garantito dalla nostra intelligence, anche in relazione alle condizioni geopolitiche indispensabili per garantire la produzione e il transito dei flussi diretti in Italia. Un impegno cui le nostre Agenzie non si sono sottratte neanche nel 2019 – e che dovrà proseguire costante per il tratto a venire – affiancando l’azione informativa mirante a prevenire minacce dirette all’operatività di gasdotti, oleodotti, siti di stoccaggio, impianti di raffinazione e altre infrastrutture da parte di potenziali soggetti ostili, interni ed esterni, anche una particolare attenzione per le dinamiche acquisitive/di integrazione nel settore”.

PROBLEMI PER GLI APPROVVIGIONAMENTI DALLA CRISI LIBICA E DALLE TENSIONI IN MEDIO ORIENTE

“A tale attività di ‘presidio’ sul versante interno è poi corrisposto analogo impegno sia in direzione delle macro-dinamiche dei mercati globali di idrocarburi – che nel corso dell’anno hanno conosciuto, nonostante la presenza di incertezze tanto sul lato della domanda quanto su quello dell’offerta, una relativa stabilità – sia, e soprattutto, nei confronti di quei fattori che, in diverse aree del mondo, hanno rischiato di compromettere le attività direttamente collegate all’approvvigionamento nazionale di gas e petrolio, a cominciare dall’instabilità di carattere geopolitico che ha interessato i quadranti nordafricano, mediorientale (incluse le tensioni nel Bacino del Levante) ed est-europeo. Significativi, al riguardo, i rischi per la continuità dei flussi di gas diretti in Italia – seppure minimizzati dalla nostra politica di diversificazione degli approvvigionamenti – connessi all’aggravamento della crisi libica nonché quelli legati alle tensioni in Medio Oriente, il cui diretto impatto sul settore è attestato, tra l’altro, dagli attacchi del 14 settembre alle raffinerie saudite di Abqaia e Khurais”, ha aggiunto ancora la relazione.

IL FOCUS SUL GNL

“La prospettiva di lungo periodo cui rimanda la decarbonizzazione dei sistemi energetici europei determina la necessità di disporre, per alcuni decenni, di una fonte fossile – quale il gas naturale – affidabile e a (relativamente) basse emissioni, in grado di accompagnare la transizione e, al contempo, garantire sicurezza e competitività alle economie europee. Già oggi primo elemento del mix energetico italiano, il gas, a causa della riduzione progressiva della produzione interna, è importato per oltre il 95% del fabbisogno. A fronte di tale strutturale dipendenza dalle forniture estere, la sicurezza energetica nazionale è garantita da un’ampia e diversificata dotazione infrastrutturale, in termini sia di stoccaggio sia di capacità di importazione”, si legge nel focus dedicato al gas liquefatto.

IL CARATTERE STRATEGICO DELLE INFRASTRUTTURE GAS

“In questo quadro, un ruolo particolarmente rilevante è giocato dai terminali di rigassificazione del gas naturale liquefatto (GNL): questi, a differenza dei gasdotti, non essendo vincolati ad un singolo produttore, consentono di sostituire un flusso laddove ragioni di necessità o di convenienza economica ciò consiglino e rappresentano inoltre piccole unità di stoccaggio utilizzabili, oltre che nell’importazione, anche nella gestione dei flussi di emergenza. L’Italia dispone attualmente di tre terminali (Livorno, Panigaglia e Rovigo) – per una capacità complessiva di 16 miliardi di metri cubi (Gmc) all’anno (su circa 100 totali) – che nel 2019 hanno permesso di importare 14 Gmc, pari a poco meno di un quinto del consumo interno lordo e sta sviluppando nuove progettualità relative al cd. small scale LNG. In un contesto globale caratterizzato da un’ampia e crescente disponibilità di GNL – grazie anche agli ingenti investimenti effettuati negli ultimi anni in Australia, Qatar, Russia e Stati Uniti – i Paesi importatori come l’Italia possono contare su un’offerta sempre più ampia, la cui flessibilità è garantita dalla diffusione di meccanismi di vendita spot, più vicini al modello del mercato petrolifero. A confermare il carattere strategico delle infrastrutture di adduzione del gas naturale è arrivata, in aprile, la decisione del Governo di avvalersi dei poteri speciali imponendo condizioni all’acquisizione, da parte del fondo australiano First State, di una quota del rigassificatore OLT, tra cui il mantenimento del terminale (basato su una nave riconvertita e ancorata al fondale) nell’attuale posizione al largo di Livorno, a servizio delle necessità del nostro sistema energetico”, ha concluso la relazione.

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