Advertisement Skip to content
Italian Energy Summit

Cosa è emerso dalla prima giornata dell’Italian Energy Summit 2023

L’evento – organizzato dal Sole 24 Ore e giunto alla sua 23esima edizione – si svolge oggi e domani alla Borsa Italiana di Milano e vedrà la partecipazione delle istituzioni politiche e dei principali operatori del settore dell’energia in Italia e all’estero

Il ruolo dei principali attori del settore energetico per rilanciare l’economia italian, le strategie dei Paesi Ue per fronteggiare uno scenario energetico trasformato dalla guerra Russia-Ucraina e la transizione energetica. Sono questi i principali temi di cui si è discusso stamane all’Italian Energy Summit 2023, dal titolo “Transizione energetica ed innovazione per vincere le grandi sfide globali”. L’evento – organizzato dal Sole 24 Ore e giunto alla sua 23esima edizione – si svolge oggi e domani alla Borsa Italiana di Milano e vedrà la partecipazione delle istituzioni politiche e dei principali operatori del settore dell’energia in Italia e all’estero.

PICHETTO FRATIN: NO A VECCHIE CENTRALI, MA TECNOLOGIE INNOVATIVE E SICURE

“Accanto al progressivo aumento percentuale delle Fer (fonti di energie rinnovabili, ndr) si prevede l’introduzione di nuove tecnologie, di combustibili verdi, alternativi che accompagneranno il graduale phase out del carbone. Si inquadra in questa attenzione a tutte le tecnologie green e alle esigenze di sicurezza e indipendenza energetica nazionale l’avvio della piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile”.

“L’iniziativa – ha aggiunto Fratin – ha l’obiettivo di definire in tempi certi un percorso finalizzato alla possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare nel nostro paese attraverso nuove tecnologie sostenibili in corso di studio. Non si tratta”, precisa il ministro, “di proporre il ricorso in Italia alle vecchie centrali nucleari di grande taglia ma di valutare le nuove tecnologie più sicure, quali gli small e micro modular reactor, i reattori nucleari di quarta generazione allo studio, all’interno di uno scenario politico ed economico in grande mutamento e non privo di tensioni e turbative”.

BESSEGHINI (ARERA): SULLA SITUAZIONE ENERGETICA DOBBIAMO AVERE UN APPROCCIO CAUTO E ATTENTO

Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, ha spiegato che “dobbiamo ancora avere un approccio cauto e attento riguardo la situazione del sistema energetico. Stiamo vedendo un settore in evoluzione, che ha messo in campo iniziative di diversificazione, una flessibilità molto maggiore rispetto a prima. Non abbiamo più i prezzi che mordono come un anno fa, nessuno si illude di avere i livelli del 2019, la cosiddetta serie storica. Abbiamo una componente inflattiva molto più rilevante e rimangono oscillazioni importanti. Per questa ragione, prevediamo aumenti, poiché le oscillazioni sui mercati sono significative e ribattono sul prossimo trimestre”.

“Il processo di diversificazione è avvenuto – ha aggiunto Besseghini -: Pensiamo all’Algeria. Pensiamo al rigassificatore di Piombino, partito nei tempi stabiliti e sta dando un contributo al sistema. Si dice che non serve, ma la capacità è stata prenotata per diversi anni. Siamo ancora in un percorso di costruzione del nuovo assetto energetico. Oggi possiamo chiedere all’industria investimenti sull’efficienza energetica per resistere a eventuali shock. Abbiamo autorizzato l’Adriatica proprio in un’ottica di flessibilità. Attenzione però all’over shooting, dobbiamo ottimizzare gli elementi di sicurezza per rapportare costi e benefici in maniera efficiente. Il Testo integrato del dispacciamento elettrico rappresenta un grande disegno”.

DESCALZI (ENI): ESSERE SOSTENIBILI MA COMPETITIVI, SERVONO INVESTIMENTI MA SPAZIO FISCALE È POCO

Per Claudio Descalzi, Ceo di Eni, “dobbiamo essere sostenibili ma anche competitivi. L’anno scorso pagavamo l’energia due volte di più del Medio Oriente, questo porta a conseguenze. Bisogna mettere insieme tutti i punti di vista, perché non possiamo creare povertà facendo iniziative positive per l’ambiente. L’America non sta lavorando dal punto di vista della sostenibilità con gli stessi obiettivi europei, però negli ultimi due anni riducendo lo sforzo sugli idrocarburi l’Europa ha aumentato dell’8% l’utilizzo di carbone, mentre gli USA lo hanno ridotto del 10% compensandolo con il gas. Stiamo facendo un quarto di quello che dovremmo investire in rinnovabili, però gli Stati Uniti hanno il gas. Dobbiamo cercare di fare le cose mettendo insieme il breve e il lungo periodo”.

“Bisogna investire tanto per realizzare la transizione energetica. L’AIE ha parlato di 4.500 miliardi ogni anno al 2030. Poi ci sono le sovvenzioni che dobbiamo dare ai consumatori per i prezzi dell’energia, cambiare le infrastrutture. Tuttavia, abbiamo uno spazio fiscale troppo piccolo per realizzare tutte queste cose. Bisogna dare ad ogni Paese la libertà di raggiungere gli obiettivi in funzione del suo assetto energetico e delle tecnologie che ha”, ha aggiunto Descalzi. “Dobbiamo abituarci alle oscillazioni di prezzo del gas perché sono scomparsi molti miliardi di metri cubi. Per il futuro prevedo una situazione non semplice, tra una mancanza di investimenti e la Russia che non darà gas all’Unione Europea per molto tempo, forse per sempre. Quindi il sistema ha subito un forte colpo, mentre era già debole”, ha concluso.

VENIER (SNAM): IL MERCATO DEL GAS È ANCORA FRAGILE

“Il mercato mondiale del gas è ancora molto fragile. La Cina – ha dichiarato il CEO di Snam, Stefano Venier – sta recuperando la leadership mondiale in termini di volumi importati, anche il Giappone e gli altri Paesi del Far East seguono questa strada. Dobbiamo essere attrezzati per affrontare picchi giornalieri che potrebbero verificarsi il prossimo inverno. Da questo punto di vista, dovremo tenere le antenne alzate per essere pronti in situazioni di questo tipo”.

“Siamo partiti con la prima fase della realizzazione della Linea Adriatica già da qualche mese – ha spiegato Venier -, dicembre 2026 è la scadenza fissata nel Repower Ue. I vantaggi dell’infrastruttura riguardano la resilienza del sistema infrastrutturale perché integra le condotte che viaggiano sul fronte tirrenico. Inoltre, aggiungiamo una capacità di trasporto di 10 miliardi di metri cubi, diversificando le fonti nel Sud Italia. Il terzo elemento è la competitività, quanto più diversifichiamo, migliori saranno i prezzi. Inoltre, avremo maggiore flessibilità nel percorso dei flussi nelle condotte dal Sud al Nord”.

LANZETTA (ENEL): LE CER SONO LA GRANDE SFIDA, MA MANCANO INCENTIVI

“Il decreto sulle aree idonee – ha affermato Nicola Lanzetta, direttore di Enel Italia – procede ma le tempistiche preoccupano. Infatti, le Regioni hanno sei mesi di tempo per inserirlo nei piani ambientali. Le comunità energetiche rinnovabili sono la grande sfida che ci aspetta. Manca solamente un ultimo elemento, la parte di incentivo. Il Mase ha messo a punto un decreto, sottoposto all’Europa il 6 giugno, siamo in fervida attesa affinché l’Ue dia l’ok. Ci sono tanti progetti in corso e tanti clienti pronti a investire in questa nuova modalità”.

“La fine della maggior tutela provocherà un cambiamento radicale. Il dubbio è: oggi il cliente è in grado di capirlo? Non vale la pena prendersi un po’ di tempo per metabolizzarlo? Inoltre, tutte le attività legate all’industria come possono essere migrate nel nuovo modello. Una proroga sarebbe utile anche da questo punto di vista”, ha aggiunto Lanzetta.

VIGLIOTTI (BEI): BEI CONTRIBUIRÀ CON 45 MILIARDI, EOLICO OFFSHORE HA GRANDE POTENZIALE

“La Bei contribuirà con 45 miliardi di euro da qui al 2027, con un finanziamento per ogni progetto fino al 75% per accelerare la transizione energetica”. Lo ha affermato Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI che ha aggiunto: “ci aspettiamo che da questi fondi saranno promossi investimenti per 150 miliardi di euro. Avevamo deciso di non finanziare le grandi aziende di Oil&Gas. Tuttavia, abbiamo rivisto questa attitudine perché ci siamo resi conto che solo aziende del calibro di Eni e altre dell’Oil&Gas hanno la capacità finanziaria di investire nel rinnovabile con risorse importanti dove ci sono progetti con alto valore innovativo. Abbiamo rivisto i limiti di esposizione rispetto alle grande utilities. Tanto può passare attraverso l’efficientamento dell’energia, l’obiettivo finale è assorbire meno energia. La Commissione Europea stima che con l’1% in meno di assorbimento possiamo ridurre sensibilmente le importazioni di gas dalla Russia. È un settore su cui vogliamo puntare in modo importante”.

“Nel settore dell’offshore eolico siamo ancora indietro. Pensiamo ci siano opportunità anche nel nostro Paese, anche perché hanno un potenziale di generazione di energia green importante. Nell’idrogeno, invece, abbiamo ancora criticità in termini di prezzo della versione green. L’aumento di domanda e produzione però potrebbe colmare il gap con l’idrogeno non verde. I progetti che hanno il maggiore potenziale riguardano le grandi industrie che usano molta energia. In Italia i processi costano più degli altri Paesi, ma ci sono sforzi importanti”, ha concluso Vigliotti.

PRYSMIAN: INVESTIAMO IN CAPACITÀ PER GESTIRE FORTE DOMANDA EOLICO OFFSHORE

Massimo Battaini, CEO-designate di Prysmian Group, ha sottolineato che “stiamo vedendo una crescente domanda di infrastrutture che collegano i parchi eolici e i parchi solari alla rete e all’applicazione finale. C’è una forte domanda in Europa che si sta espandendo anche in Ameria e in altre aree del mondo. C’è una forte spinta sull’offshore, ma i costi sono un ostacolo e alla fine ricadono sui consumatori finali”.

“Noi veniamo da 2 anni di inflazione – ha aggiunto Battaini – ma negli ultimi 12 mesi questa si sta riducendo. Non riteniamo ci sia un rallentamento del settore, e anzi stiamo investendo costantemente nella capacità per poter gestire questa forte domanda, che prevediamo durerà per i prossimi 10 ani, poi si stabilizzerà per poi crescere fino al 2050. Nei prossimi 5 anni investiremo 2 miliardi di euro in capacità produttiva. Stiamo facendo tantissimo per rendere il settore più sostenibile, offrendo delle soluzioni tecnologiche che rendono i nostri cavi sottomarini più competitivi”.

A2A: ELETTRIFICAZIONE NON PUÒ ESSERE UNICO STRUMENTO PER DECARBONIZZARE

“Stiamo attraversando un percorso di decarbonizzazione, nostra e dell’Italia”, ha affermato Stefano Granella, chief strategy & Growth di A2A, che ha aggiunto: “la decarbonizzazione viaggia sulle rinnovabili, su cui abbiamo investito molto. In questo momento abbiamo in costruzione 150 MW di nuovi impianti eolici e fotovoltaici. Per le aziende hard to abate, però, l’elettrificazione non può essere l’unico strumento per decarbonizzare, quindi entra in gioco il tema della molecola verde, come il biometano e l’idrogeno”.

ITALGAS: MODIFICARE NORMATIVA SUL BIOMETANO, SOPRATTUTTO SU COSTI PRODUZIONE

“L’accordo che abbiamo fatto con Coldiretti serve ad aiutare la filiera agricola ad affrontare il tema della produzione del biometano. Il primo contributo che noi possiamo dare riguarda tutta l’attività della connessione. L’abbiamo già sperimentata su base standard, con un produttore di grappa: possiamo realizzare una connessione con cui certifichiamo la qualità del biometano ed evitiamo la duplicazione di questa attività rispetto al produttore. Bisognerebbe però modificare la normativa, soprattutto la questione dei costi di produzione, che attualmente gravano per l’80% sul produttore e il 20% sul sistema”. Lo ha dichiarato Paolo Gallo, CEO di Italgas, che ha aggiunto: “Italgas ha deciso di investire in un’azienda del settore idrico perché “negli ultimi anni siamo diventati una società tech che gestisce infrastrutture e riteniamo che le competenza e le tecnologie che abbiamo importato sulla rete del gas possano essere mutuate sulla rete idrica con grandi benefici. Questo ci permetterà di ridurre le perdite sulla rete idrica del 15%-20% e di prioritizzare gli investimenti”, ha spiegato Gallo, rispondendo ad una domanda sull’acquisizione della società idrica francese Veolia da parte dell’azienda.

ERG: SIAMO PASSATI ALLE RINNOVABILI NEL 2008, IN TEMPI NON SOSPETTI

“La nostra trasformazione inizia nel 2008, quando eravamo leader nel settore del downstream petrolifero. Vennero fatte delle dismissioni che portarono alle creazione di un portafoglio di energie rinnovabili. Oggi ERG è una società completamente rinnovabile, abbiamo ancora un impianto a gas, che contiamo di cedere nelle prossime settimane. La nostra azienda è la dimostrazione che si può fare una transizione economicamente sostenibile. Noi l’abbiamo fatta in tempi non sospetti, quando gli asset petroliferi erano al massimo del valore e in pochi puntavamo sulle rinnovabili”. Lo ha dichiarato Paolo Luigi Merli, amministratore delegato di ERG.

ACEA: PER GESTIRE IL SETTORE IDRICO SERVONO INVESTIMENTI E UN APPROCCIO INDUSTRIALE

“Oggi il tema dell’idrico in Italia è trascurato. Siamo una ‘generazione del rubinetto’, nel senso che siamo stati abituati che avevamo acqua in abbondanza, con una disponibilità abbastanza facilmente. L’infrastruttura media ha un’età media di oltre 60 anni. Oggi il cambiamento climatico ha portato alla transizione energetica, ma anche al problema idrico, che è dettato anche dal fatto che oggi piove in modo diverso rispetto a prima. Tutto questo pesa sul settore agricolo, manufatturiero ed energetico”. Lo ha dichiarato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di ACEA.

“La crescita dell’Italia – ha aggiunto Palermo – è correlata anche alla disponibilità di acqua. Serve però un approccio industriale, servono investimenti consistenti per rinnovare le adduzioni e i trasporti; serve una rete nazionale e delle reti regionali, per una gestione integrata. Bisogna favorire la nascita di operatori più grandi e approcciare i modelli tariffari in modo diverso”.

SAIPEM: OFFRIAMO SERVIZI PER L’INTERA FILIERA CCS

“Noi offriamo ai nostri clienti la possibilità di investire nelle energie rinnovabili. Siamo attivi nella generazione dell’eolico offshore, soprattutto nel Mare e Nord, ma anche in Estremo Oriente, come a Formosa. Stiamo completando il progetto NNG in Scozia. La nostra offerta per la transizione energetica non è solo nell’eolico offshore: siamo molto impegnati anche nella cattura della CO2 e siamo forse l’unica società che può offrire l’intera filiera della CCS”. Così Alessandro Puliti, CEO di Saipem.

IREN: CON REPOWERING IMPIANTI IDROELETTRICI AVREMMO UN ROI DI 25 MLD EURO

“L’idroelettrico – ha dichiarato Luca Dal Fabbro, presidente di Iren – è una grande opportunità: con il repowering degli impianti potremmo produrre 4 Twh in più, e dai 2 ai 4 Twh dai bacini del Centro e Sud Italia: in tutto quindi potremmo ottenere 12,5 Twh in più, con 15 miliardi euro di investimenti e un ritorno di 25 miliardi di euro. Gli investitori ci sarebbero e gli operatori industriali pure. È una grande opportunità da attenzionare e di cui parlare, il fatto è che a volte l’Italia manca di una visione a medio-lungo periodo”.

MAIRE: LA TRANSIZIONE ENERGETICA INFLUENZERÀ IL MONDO PER PROSSIMI 30 ANNI

“A marzo abbiamo lanciato un piano industriale decennale. Siamo di fronte a una trasformazione industriale epocale che influenzerà il mondo per i prossimi 30 anni. Ci sono nuovi modelli di business che al momento sono meno efficienti di quelli tradizionali, ci sono investimenti enormi. È una trasformazione che riguarda tutti”. Lo ha dichiarato Fabio Fritelli, CFO di MAIRE Group, partecipando all’Italian Energy Summit 2023.

“Noi – ha aggiunto Fritelli – abbiamo deciso di prendere tutte le tecnologie, le abbaio messe in una business unit e in un’altra tutte le capacità. Offriamo ai nostri clienti delle soluzioni più green che da un punto di vista economico possono essere adottate da subito, come ad esempio l’ammoniaca, che viene utilizzata nei fertilizzanti ma è anche un vettore per l’idrogeno.

SCHIEPPATI (TAP): ENTRO 2027-2028 VOGLIAMO TRASPORTARE OLTRE 20 MLD DI MC DI GAS

“Lo scorso anno abbiamo dato sicurezza all’approvvigionamento energetico dell’Italia. Abbiamo delle strutture che ci permettono di inviare il gas da est ad ovest e viceversa e anche di inviarlo dalla Grecia all’Italia”, ha affermato Luca Schieppati, managing director di TAP , che ha aggiunto: “dobbiamo continuare in questa direzione per garantire la continuità del sistema di trasporto, che si basa su contratti a lungo termine. Quest’anno finora abbiamo trasportato oltre 5 miliardi metri cubi. Grazie connessione con Bulgaria sta dando un’importanza strategica all’infrastruttura che collega due aree geografiche dell’Europa”.

“Da qui al 2027-2028 – ha proseguito Schieppati – puntiamo a trasportare oltre 20 miliardi di metri cubi, considerando anche la molecola verde. Stiamo testando l’idrogeno per vedere se le nostre infrastrutture sono resilienti. Il prossimo anno svolgeremo una gap analysis per valutare ogni elemento. In Albania e in Grecia stiamo testando le opportunità del biometano: se avrà successo, potremo iniettarlo nelle nostre condutture”.

MARSILI (SHELL): ABBIAMO 48 PROGETTI PER INSTALLARE 2GW DI ENERGIA

“Abbiamo adottato l’accordo di Parigi già molti anni fa, prevedendo un piano per il net zero al 2050. Negli anni abbiamo aggiornato la nostra strategia, che chiamiamo ‘power in progress’ per offrire ai nostri clienti delle soluzioni sempre più decarbonizzate. Ciò significa lavorare moltissimo con le istituzioni e i clienti, istituendo anche delle partnership”. Lo ha dichiarato Marco Marsili, Country Chair Shell Italia.

“Siamo un grande player nel gas, abbiamo circa 700 grandi clienti. Questo – ha aggiunto Marsili – ci dà una base anche nel settore delle rinnovabili, in cui abbiamo 48 progetti per installare 2GW di energia. L’Italia è un grande mercato e ha una posizione strategica perché riceve molto gas, e c’è anche l’idea di renderla un energy hub. Andrebbe migliorato il permitting, soprattutto sulle rinnovabili. Il problema però è più fondamentale: nelle nostre operazioni oil e gas soffriamo di una regolamentazione troppo vecchia, con alcuni decreti regi che risalgono agli Anni 30”.

ARRIGONI (GSE): IN 6 MESI INSTALLATI 2,3 GW SOLO DI FOTOVOLTAICO

Il presidente del GSE, Paolo Arrigoni, ha evidenziato il fatto che “l’attitudine degli italiani sulle energie rinnovabili sta cambiando, c’è una rivoluzione culturale in corso. Al 30 giugno erano stati installati oltre 1 milione e 200.000 impianti fotovoltaici. Parliamo prevalentemente di impianti residenziali e di pochi utility scale, ma in 6 mesi abbiamo installato 2,3 GW solo per il fotovoltaico. L’aumento del costo delle materie prime ha fatto andare un po’ peggio le ultime procedure competitive, ma dalla tredicesima procedura ci sarà l’adeguamento Istat. Sul biometano c’è il PNRR, per cui stiamo facendo l’allocazione degli investimenti per la realizzazione di nuovi impianti”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su