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Saipem

Cosa ha detto Cao su Saipem, energia, transizione e ruolo dell’Italia nel mondo

Noi, Eni ed Enel, campioni che non sfigurano affatto con i concorrenti globali”, ha ammesso il numero uno di Saipem.

La transizione energetica è avviata ma giorno per giorno si devono fare piccoli passi per garantirla. È il pensiero di Stefano Cao, amministratore delegato di Saipem, in una intervista al “Corriere della Sera Economia”.

LA TRANSIZIONE ENERGETICA NON È DIETRO L’ANGOLO

“Il fatto che quotidianamente se ne discuta (di transizione energetica, ndr) come se la svolta fosse dietro l’angolo non significa che il più è fatto, al contrario”, ha spiegato Cao. “Tutti sappiamo – ha continuato il manager – che fonti fossili come il petrolio producono CO2. E che a tendere dobbiamo arrivare quasi all’azzeramento di questa CO2 che avvelena il pianeta. Ma da qui al 2050 dobbiamo continuare a realizzare impianti che producano energia rinnovabile come i nostri parchi eolici offshore e sviluppare le nuove tecnologie come il Kitegen (aquilone eolico) e le correnti marine. Dovremo usare sempre di più l’idrogeno. Nel frattempo catturare e stoccare la Co2 che comunque verrà prodotta. La nostra divisione E&C Onshore ha ordini che per il 70% non sono legati ad attività oil related. Nonostante ciò investitori e analisti finanziari ancora mettono in relazione il valore delle nostre azioni al prezzo del petrolio”.

SAIPEM, ENI ED ENEL CAMPIONI GLOBALI CHE NON SFIGURANO

“Noi, Eni ed Enel, campioni che non sfigurano affatto con i concorrenti globali”, ha ammesso il numero uno di Saipem. Il Corriere della Sera ha ricordato che Cao è alla testa di un gruppo che “fattura 9 miliardi e ha un portafoglio ordini di 24. Il 96% del giro d’affari è fatto all’estero, ma coinvolge 2.900 imprese tricolori. Stetano Cao fa parte di quel ristretto gruppo di ‘signori dell’energia’ che nel mondo prima si occupava di cercare risorse per ‘far andare’ l’economia globale, e oggi, a capo di una delle maggiori aziende italiane e con in tasca una leadership mondiale, ha vinto la sfida della sostenibilità. ‘L’Italia spesso non si prende molto sul serio’, dice il capo azienda di Saipem. (…) ‘O meglio – spiega Cao – ne abbiamo ma, per paura di gestire il territorio, si rischia di danneggiare l’intera nazione. Pensi alle risorse di gas naturale, attualmente la fonte energetica che possiamo definire più ambientalmente accettabile perché garantisce il passaggio alle rinnovabili con le minori emissioni possibili. L’Italia dispone di importanti riserve di gas che non utilizziamo, soprattutto nel mar Adriatico, con il risultato che potrebbero essere altri Paesi a perforare e ad attingere a risorse che sono anche nostre. Risorse che, se non sfruttate, a valle della transizione energetica perderebbero qualsiasi valore’”.

Ma come fa a dire che disponiamo di una leadership mondiale nell’energia? “Proprio perché siamo ovunque nel mondo, pensi all’Enel, leader nelle rinnovabili in tutto il continente americano, o all’Eni, che è tecnologicamente all’avanguardia nella scoperta di nuovi giacimenti e, pur essendo la più piccola delle grandi major, è in grado di competere con i colossi, o a Saipem stessa, presente strutturalmente in 70 Paesi che chiedono sempre più spesso i nostri servizi e prodotti”.

SAIPEM NON È SOLO PETROLIO E GAS MA ANCHE TECNOLOGIE RINNOVABILI

“Dobbiamo continuare a realizzare impianti che producano energia rinnovabile come i nostri parchi eolici offshore e sviluppare le nuove tecnologie come il Kitegen (aquilone eolico) e le correnti marine. Dovremo usare sempre di più idrogeno. Nel frattempo catturare e stoccare la CO2 che comunque verrà prodotta. La nostra divisione E&C Onshore ha ordini che per il 70% non dipendono da attività legate al greggio. Nonostante ciò investitori e analisti finanziari ancora mettono in relazione il valore delle nostre azioni al prezzo del petrolio!”.

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