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Idrogeno

Cosa hanno detto Starace, Descalzi, Alverà e Mazzoncini sull’idrogeno

Se ne è parlato durante l’evento digitale del Sole 24 Ore ‘La strategia sull’idrogeno e la transizione energetica. Prospettive e opportunità per un’Italia green’

“Sull’idrogeno si è letto e si leggerà tanto: il suo utilizzo maggiore è quello che terrà conto del suo grande apporto energetico, bisogna cominciare con la chimica i fertilizzanti decarbonizzare acciaio e cemento, sono questi gli utilizzi con cui questo vettore potrebbe essere utilizzato nella maniera più intelligente. Sarebbe una sciocchezza produrre elettricità con l’idrogeno come usarlo per il riscaldamento”. Lo ha detto Francesco Starace, Ceo di Enel durante l’evento digitale del Sole 24 Ore ‘La strategia sull’idrogeno e la transizione energetica. Prospettive e opportunità per un’Italia green’. “Le decisioni sull’idrogeno le prende la fisica. E’ una molecola molto piccola, permea e attraversa i metalli. L’idrogeno ha una incredibile capacità di intrufolarsi tra i metalli viene consumato dove si produce perché è difficile da trasportare, bisogna allora comprimerlo molto. Creare gas arricchito di idrogeno è un altro discorso ma non è la soluzione alla transizione energetica”, ha spiegato Starace.

DESCALZI: NESSUNA COMPETIZIONE TRA IDROGENO BLU E VERDE

Secondo Claudio Descalzi “ci sono stati sicuramente miglioramenti tecnologici” nel settore dell’idrogeno. “Finalmente – ha precisato – diventa una necessità perché abbiamo bisogno sempre più di vettori energetici” per via della domanda in crescita. “Soprattutto per la mobilità pesante può avere una prospettiva insieme all’elettrico”. Ma non solo. “Noi ci siamo attrezzati e cominceremo ad avere stazioni di servizio multifunzionali ma penso che in futuro come successo con l’elettrico ci sarà una crescita – ha proseguito Descalzi -. L’idrogeno dà molti vantaggi perché il pieno della macchina si fa in qualche minuto e può essere utile nelle ferrovie”.

Nessuna competizione invece tra Idrogeno blu e verde: “In un’industria in cui c’è bisogno di energia e di decarbonizzare se si cerca contrapposizione si rallenta il processo, bisogna essere neutri e lavorare in funzione degli scopi. Non prevedo che creeremo idrogeno blu per andare sulla mobilità o per vederlo a terzi lo dobbiamo fare perché siamo i primi produttori e consumatori e dobbiamo soddisfare le nostre esigenze. Il nostro obiettivo è togliere CO2 catturandola, è quindi una soluzione per decarbonizzare i nostri impianti”, ha ammesso Descalzi.

Per quanto riguarda la Cattura di CO2 “siamo stati selezionati da Uk a Liverpool bay per decarbonizzare la loro industria pesante e in giro per il mondo viene incentivato perché è il metodo più efficace per decarbonizzare i sistemi energetici, ammoniaca, cartiere. Probabilmente su idrogeno e biocarburanti ci sarà bisogno di un sistema regolato per raggiungere gli obiettivi: diciamo da 20 anni che bisogna far sparire il carbone ma è ancora lì bisogna fare i conti con la realtà e creare un contesto per raggiungere i target”.

ALVERA’: SERVONO TUTTE LE TECNOLOGIE PER PRODURRE ENERGIA

Discorso simile anche per Marco Alverà di Snam secondo cui “servono tutte le tecnologie” per produrre energia. “Secondo Irena l’elettricità arriverà a coprire il 50% del fabbisogno mondiale rispetto al 20% di oggi: il restante e tutti i consumi che non possono essere elettrificati o che non ha senso elettrificare devono ricorrere a molecole come idrogeno e biofuels. Insomma, c’è molto spazio per tutti. Le risorse sono enormi e bisogna essere agili. Se pensiamo a quanti soldi sono stati spesi per far scendere i costi dei pannelli solari questo ha portato la transizione a essere un’opportunità piuttosto che un costo. Bisogna concentrarsi sulle tecnologie che funzionano o fare scelte industriali diverse da altre paesi: la nostra stella polare deve essere l’Europa e al suo interno la Germania che ha un tessuto economico simile al nostro. Quello che è importante è non fare scelte infrastrutturali che poi possono essere sbagliate”, ha detto Alverà. “Il bello dell’idrogeno è proprio la sua versatilità e la possibilità che può essere trasportato. L’acciaio che abbiamo usato dopo il 1986 per le nostre condutture è già certificato per poter trasportare fino al 100% di idrogeno e lo abbiamo già trasportato anche miscelato con il gas. Il blending può essere un modo tattico per creare domanda di idrogeno senza cambiare nulla e non investire sulle infrastrutture”.

Alverà ha ricordato che “solo per le esigenze elettriche abbiamo bisogno di 10GW di rinnovabili in Italia e ne abbiamo 1. Dobbiamo ricordare che in Germania non vogliono più le pale eoliche e la scorsa settimana ad esempio il fotovoltaico non ha funzionato per la neve. Ancora una volta la stella polare dev’essere l’Europa e la Germania che ci sta dicendo che dobbiamo andare a usare l’idrogeno e nel loro caso prenderlo da fuori: il Nord Stream ad esempio, non si dice, ma può essere utilizzato anche per questo. Bisogna considerare che il trasporto via tubo costa 10 volte meno del trasporto via nave e che noi in Italia abbiamo un vantaggio geografico importante anche per la vicinanza con Algeria, Tunisia e Libia” dove possiamo “realizzare giga factory e poi importare idrogeno verde. Sicuramene dove c’è gas a basso costo come in Russia o Emirati l’idrogeno blu costerà sempre meno di quello verde. Per la competitività dell’industria i tedeschi hanno un approccio daltonico poi useranno soldi pubblici per creare una filiera verde a livello interno”.

MAZZONCINI: IL NODO E’ OTTENERE IDROGENO GREEN A COSTI COMPETITIVI

“La specificità di A2a è che produciamo energia elettrica da tantissime fonti ed è chiaro che l’idrogeno costituirà un mix per il futuro ma il problema più grosso da risolvere è se l’idrogeno si potrà trasportare o no. È un tema assolutamente cruciale – ha detto Renato Mazzoncini, numero uno di A2A -. Anche perché l’idrogeno può avere molti utilizzi ma sono convinto che non vedremo auto di questo tipo in Europa visto che le elettriche hanno raggiunto un certo livello. Diverso il discorso per i truck o sulle ferrovie. Il nodo è ottenere idrogeno green a costi competitivi”, ha spiegato il numero uno di A2A.

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