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Giuseppe Conte

Cosa pensa il Movimento 5 Stelle della crisi energetica

Conte ribadisce la strada dell’Energy Recovery Fund. Per Crippa: “Nel decreto energia c’è un primo passo verso il price cap europeo”. 

Si è tenuta nel primo pomeriggio la conferenza griffata 5 Stelle presso la sala stampa della Camera dei Deputati. A partecipare vi erano: il capo politico dei grillini ed ex premier Giuseppe Conte; il capogruppo Davide Crippa; il professore e presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli e Marcello Minenna, Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Sul banco, gli interlocutori hanno trattato il tema del caro-energia: dalle proposte europee ai problemi nazionali immersi in una crisi ucraina che ha già superato il terzo mese di combattimenti e relative conseguenze.

CONTE: SERVE UN ENERGY RECOVERY FUND

Non cambia la linea di Giuseppe Conte. Il presidente del M5S, già carico di pressioni politiche per la sua (non) leadership, ha ribadito come occorra “una forte reazione sul piano interno ed europeo” per quanto riguarda il conflitto. “Le nostre proposte: sostegno immediato a famiglie e imprese per caro Energia. Poi contrastare pratiche speculative che vanno al d ilà delle ordinarie logiche economiche. Tetto europeo al gas e misure per efficienza energetica. Sistemi di stoccaggio, lavorare per misure forti, tempestive. Serve un Energy Recovery Fund”.

“Ridurre dipendenza dai combustibili dalla Russia è un mal comune dell’Europa” ha insistito l’ex Presidente del Consiglio. “Occorre sviluppare nuove interconnessioni elettriche, aumentare misure efficienza, promuovere la mobilità sostenibile. Raccomandazioni fatte anche dal pacchetto Ue di primavera è che da tempo rivendichiamo come Movimento”. Ecco perché “bisogna intervenire contro i danni dell’emergenza per evitare interventi ancor più costosi. Serve solidarietà: mettere a fattor comune gli stoccaggi a livello europeo. Il REPowerEU va bene ma serve altro di ancor più efficace”.

CRIPPA GUARDA AL PRICE-CAP EUROPEO

E proprio sulla strada europea si è inserito il capogruppo alla Camera del MoVimento, Davide Crippa. “Prendendo spunto dai dati: il gas importato in Italia costa molto meno dei valori all’ingrosso. Il prezzo doganale quindi è differente da quello avvertito da consumatori e imprese. Su questo tema si gioca una partita importante: l’Italia ha un costo di importazione molto basso, secondo la DG Energy per l’ultimo trimestre 2021. Oggi al Ttf siamo a 85 euro ma in queste settimane ci sono state fluttuazioni importanti”.

Una delle questioni più in primo piano in queste settimane è quella al tetto sul prezzo del gas con cui frenare ogni vantaggio e ricatto di Putin e della Russia. “Nel decreto energia abbiamo previsto una norma per valutare nei reali costi di importazione la stima del prezzo che l’autorità deve stabilire. Questo è un primo passo per un Price cap europeo”. Anche perché: “Spagna e Portogallo hanno chiesto e ottenuto il price-cap, oggi lo sta chiedendo anche la Grecia e forse partirà dal prossimo luglio. Benissimo andare avanti sul percorso europeo per il tetto al prezzo del gas. Distanza reale tra mercato degli scambi e borse rimane importante. Sarà importante intervenire anche qui. Quale price-cap è conveniente per l’Italia?”.

Guardando alle prossime mosse nazionali ha quindi aggiunto: “A inizio giugno ci sarà la nuova indicizzazione trimestrale delle bollette e ci aspettiamo nuovi interventi normativi per chiarire questione costi materie prime. Spero che i contratti rispondano alla situazione doganale. Ancora oggi paghiamo il periodo febbraio-marzo. Nel decreto aiuti andremo avanti su questo”.

TABARELLI (NOMISMA): SERVE IL TETTO A PREZZO GAS

Anche il numero uno di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha tenuto il punto sulle strategie da attuare a livello comunitario. “I prezzi devono essere collegati ai costi. Oggi stanno guadagnando gli esportatori in Italia. Equinor non ci sta aiutando, per esempio. Non accettare un price-cal europeo è assurdo. Noi come Italia dobbiamo agire a livello comunitario, non siamo isolati come la Spagna.”

E allora: “Ben venga un tetto basato su ciò che gli USA ci stanno mandando ora. Questo tentativo serve per nostra industria, per le famiglie”.

PER MINENNA (DOGANE) EMERGENZA NON AIUTA

Un altro parere esterno e rilevante lo ha fornito Marcello Minenna, Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. “Muoversi sempre sull’emergenza non necessariamente porta alle soluzioni migliori. La guerra ha portato in alto i prezzi a causa della volatilità. In tutti i mercati si sono innestate dinamiche speculative, oggi si verificano strane situazioni che non hanno certo ripercussioni solo in ambito finanziario”, ha detto.

“Indubbiamente parlare di price-cap genera “emozioni” e segmentazioni nei mercati. Non è semplice definirlo in ambito europeo. L’Italia non ha sbagliato la sua strategia di distribuzione e approvvigionamento. Ma due elementi agiscono tra i tanti: il primo è i paesi a elevata instabilità politica con cui Italia deve aver a che fare. Russia ma non solo; il secondo è che il 90% delle rinnovabili è collegato all’idroelettrico. Infine, il tema dei rigassificatori che rimangono punti strategico e chiave”. I prossimi giorni, le prossime settimane potranno chiarire e dare riscontro dei temi sollevati alla Camera qualche ora fa.

 

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