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Libia

Cosa sta accadendo in Libia e perché si rischia un crollo dell’industria petrolifera

Nei prossimi giorni si terranno incontri tra il primo ministro, Abdul Hamid Dbeibah, Oun e Sanalla ma la produzione petrolifera della Libia potrebbe essere soggetta a improvvisi cali di offerta come accaduto dal 2011

Con la produzione di petrolio già oggetto di varie dispute politiche dall’inizio della guerra civile nel 2011, in Libia si è aperta in questi giorni un’altra spaccatura, quella tra il ministro del petrolio libico, Mohamed Oun, e il presidente della sua National Oil Corporation (NOC), Mustafa Sanalla. Indipendentemente dal fatto che questo litigio venga risolto rapidamente o meno, è probabile che l’emergere di un’altra grave frattura nel settore petrolifero libico avrà un impatto negativo sulla sua produzione di greggio nel tempo, in particolare alla luce del contesto incerto per gli investimenti esteri in nuovi progetti petroliferi.

IL CONTRASTO TRA SANALLA E IL MINISTRO DEL PETROLIO OUN

L’attuale problema tra il ministero del petrolio e la NOC è iniziato solo pochi giorni fa, quando Oun ha licenziato Sanalla con la motivazione di essersi recato in viaggio d’affari senza chiedere l’approvazione preventiva del ministero. Sanalla ha finora ignorato il licenziamento e ha proseguito ad operare nelle funzioni di presidente del NOC. Ma potrebbe creare problemi specialmente considerando l’avvicianrsi delle elezioni presidenziali e parlamentari di quest’anno, previste per il 24 dicembre. Al centro della disputa c’è l’annosa querelle sulla delimitazione delle diverse responsabilità del ministero del petrolio.

LICENZIAMENTO ANCORA VALIDO

Per il momento la situazione è in stallo, come si legge sul Libya Observer: “Il ministero del petrolio e del gas ha affermato che la decisione di licenziare il presidente della National Oil Corporation (NOC) Mustafa Sanallah è ancora in vigore e in attesa di provvedimenti legali. Il ministero ha aggiunto che sta facendo il suo lavoro nonostante gli ostacoli affermando che le sue raccomandazioni per la sostituzione del consiglio di amministrazione del NOC sono ancora in vigore”, si legge sul sito.

IL SOSTITUTO AL-AWKALI NON È RIUSCITO A ENTRARE NELLA SEDE DI NOC

A sostituire Sanalla il ministro del Petrolio ha chiamato Jadallah Al-Awkali ma Al-Awkali ha affermato che “non avrebbe accettato il lavoro visto che gli è stato impedito di entrare nel quartier generale di NOC mentre Sanallah si trovava all’estero”, sottolinea ancora il Libya Observer che ha aggiunto come il primo ministro libico “è intervenuto domenica e ha incontrato sia Oun che Sanallah, ma l’incontro sembra non aver avuto alcun effetto”.

QUAL È LA QUESTIONE CHIAVE

La risoluzione di queste questioni chiave sulla ripartizione delle responsabilità – e, quindi, sui ricavi petroliferi – era stata una delle questioni chiave che già avevano animato precedente contrasti e che avrebbero dovuto essere risolte a settembre 2020 quando venne firmato un accordo tra Khalifa Haftar, il comandante dell’Esercito nazionale ribelle libico (LNA) ed elementi del governo di accordo nazionale (GNA) di Tripoli riconosciuto dall’ONU per revocare il blocco delle infrastrutture energetiche della Libia.

LA PRODUZIONE LIBICA: TARGET 2 MLN DI BARILI AL GIORNO A FINE 2022

In quel periodo la produzione di petrolio della Libia era in media solo di circa 70.000 barili al giorno, rispetto a circa 1,2 milioni di barili al giorno attuali, che avrebbero dovuto arrivare a 1,45 milioni di barili entro la fine di quest’anno, 1,6 milioni di barili al giorno entro due anni e 2,1 milioni di barili al giorno entro tre o quattro anni nelle previsioni di Noc.

Secondo il ministro delle finanze Khalid Al-Mabrouk, la produzione di petrolio della Libia potrebbe salire a 2 milioni di barili al giorno entro la fine del 2022 se all’industria venissero dati gli 1,1 miliardi di dollari che sono stati stanziati nel bilancio, si legge su Hellenic Shipping News. “Le esportazioni sono aumentate a circa 1,2 milioni di barili al giorno e penso che continueranno a salire fino a raggiungere 1,3 milioni”, ha detto Al-Mabrouk ad Arab News a margine dell’incontro annuale della Banca islamica di sviluppo nella capitale uzbeka, Tashkent. “Se continueremo a questo ritmo, penso che possiamo raggiungere i 2 milioni di barili al giorno entro la fine del 2022”.

Libya can pump 2 million bpd of oil by end 2022 under $1.1bn spending plan: Finance Minister

AMPIE RISORSE NATURALI IN LIBIA

Non c’è dubbio che la Libia abbia le risorse naturali per raggiungere questi nuovi obiettivi, poiché dispone di circa 48 miliardi di barili di riserve accertate di greggio – le più grandi in Africa – e, sotto Gheddafi, era stata facilmente in grado di produrre circa 1,65 milioni di barili al giorno di greggi leggeri e dolci di alta qualità (in particolare Es Sider e Sharara esportano greggi particolarmente richiesti nel Mediterraneo e nell’Europa nord-occidentale per le loro rese in benzina e distillato medio).

L’OTTIMISMO DI UN ANNO FA

Ad aumentare l’ottimismo su una completa ripresa della produzione circa un anno fa c’era stato l’incontro tra il presidente della NOC Sanalla e l’amministratore delegato del colosso petrolifero e del gas, TotalEnergies, Patrick Pouyanne: l’azienda francese aveva accettato di continuare i suoi sforzi per aumentare la produzione di petrolio nei giacimenti petroliferi di Waha, Sharara, Mabruk e Al Jurf di almeno 175.000 barili al giorno. E di rendere prioritario lo sviluppo dei giacimenti petroliferi North Gialo e NC-98 in concessione Waha. Le concessioni Waha – in cui le compagnie petrolifere francesi hanno ottenuto una quota di minoranza nel 2019 – hanno la capacità di produrre insieme almeno 350.000 b/g, secondo il NOC.

Circa sei mesi dopo il tentativo di accordo del settembre 2020, tuttavia, i problemi di demarcazione che circondano l’industria petrolifera libica non erano ancora stati chiaramente definiti e la rivalità tra il ministero del petrolio e NOC si stava intensificando. A marzo, il governo di Tripoli ha formato un nuovo ministero del petrolio, nominando Oun a capo, e il nuovo ministro ha annunciato una divisione di responsabilità: il ministero avrebbe controllato gli elementi del quadro generale del settore petrolifero e del gas, compresa l’aggiudicazione di licenze, mentre NOC si concentrerebbe sull’aumento della produzione di petrolio e gas. Ciò avrebbe segnato una forte riduzione delle responsabilità della compagnia, che, sotto Sanalla, aveva gradualmente ampliato il proprio mandato per includere molti compiti che di solito erano considerati di competenza del ministero del petrolio di un paese.

NUOVI INCONTRI NEI PROSSIMI GIORNI

Nel tentativo di risolvere l’attuale impasse tra il ministero del petrolio e NOC, nei prossimi giorni si terranno incontri tra il primo ministro, Abdul Hamid Dbeibah, e Oun e Sanalla ma non c’è motivo di credere che anche in caso di accordo questo possa essere duraturo. “Ciò significa che la produzione petrolifera della Libia potrebbe essere soggetta a improvvisi cali di offerta come lo è stato dal 2011, con blocchi improvvisi di produzione” ha sottolineato Oilprice.

 

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