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Batterie European Battery Alliance

Cos’è la European Battery Alliance e perché può aiutare l’Europa nel passaggio alla mobilità elettrica

Supportata dalla Commissione Ue e dalla Banca Europea per gli Investimenti, l’EBA riunisce le autorità nazionali, le regioni, gli istituti di ricerca industriale e altri soggetti interessati nella catena del valore delle batterie dell’Unione europea

L’industria automobilistica è uno dei settori più grandi dell’Unione europea, responsabile del 10% dell’occupazione nel settore manifatturiero. Il passaggio dai motori a combustione interna (ICE) all’elettrificazione della flotta automobilistica europea richiede massicci investimenti e un cambiamento fondamentale nella tecnologia di produzione, e questo implica degli asset non recuperabili, sia in termini di proprietà intellettuale che di strutture produttive, ma anche in termini di competenze.

Le aziende – scrive in un paper il think tank Bruegel – non riusciranno a trarre vantaggio dalla tecnologia ICE sviluppata in passato e anche i lavoratori specializzati in questa tecnologia troveranno meno opportunità di sfruttare le proprie competenze.

LA QUESTIONE DELLE COMPETENZE NEL PASSAGGIO ALLA MOBILITÀ ELETTRICA

Nell’ambito dei suoi tentativi più ampi di promuovere un’industria nazionale delle batterie, l’Ue ha proposto delle politiche per sviluppare le competenze richieste, che vengono spesso proposte come modello per le politiche sulle competenze in altri settori a tecnologia pulita. Tuttavia, nonostante l’importanza ampiamente riconosciuta delle competenze per la politica industriale e il ruolo significativo che la disponibilità di lavoratori qualificati gioca nelle decisioni di investimento, l’Ue deve ancora trovare una strategia convincente in questo settore.

Considerata la loro rilevanza, rendere le competenze un pilastro più sostanziale della politica industriale Ue dovrebbe essere una priorità. Bruegel ha esaminato le politiche Ue in materia di competenze nel settore delle batterie come un esempio di come funziona attualmente la politica delle competenze Ue e di come potrebbe essere migliorata.

LA MANCANZA DI MANODOPERA QUALIFICATA

In questo senso, la European Battery Alliance Academy (EBA Academy) è lo strumento principale, in quanto fornisce uno strumento economicamente vantaggioso volto ad affrontare la prevista carenza di competenze in questo settore in crescita. Tuttavia, maggiori finanziamenti e maggiore attenzione dovrebbero essere destinati a tutti quei lavoratori che potrebbero non poter ricevere formazione tramite i programmi del settore privato.

La European Battery Alliance (EBA) è stata lanciata nel 2017 dalla Commissione europea, dai Paesi Ue, dall’industria e dalla comunità scientifica. Supportata dalla Commissione e dalla Banca Europea per gli Investimenti, l’EBA riunisce le autorità nazionali, le regioni, gli istituti di ricerca industriale e altri soggetti interessati nella catena del valore delle batterie dell’Unione europea.

La transizione dalle auto alimentate dal motore a combustione interna a quelle a batteria elettrica implica un cambiamento fondamentale nelle tipologie di competenze richieste dall’industria. Tuttavia, quest’ultima deve affrontare diversi problemi nel trovare lavoratori idonei. I sondaggi mostrano che la mancanza di manodopera qualificata è vista dalle imprese come un problema grandezza simile agli alti costi energetici. Sullo sfondo di una generale carenza di competenze nell’Unione europea, la carenza di manodopera qualificata rappresenta un grave ostacolo allo sviluppo di un’industria europea delle batterie.

LA EUROPEAN BATTERY ALLIANCE ACADEMY

La European Battery Alliance Academy è la componente principale della strategia Ue per affrontare il problema. Sviluppa corsi e materiali di formazione per assistere gli enti locali di formazione e funge da modello per le politiche in materia di competenze in altri settori. Tuttavia, data la portata della sfida, rappresenta più una risposta simbolica che sostanziale. Per Bruegel “si dovrebbe fare di più: i poteri limitati dell’Ue nelle politiche del mercato del lavoro favoriscono una soluzione a livello sindacale. Nel breve termine, i programmi di formazione sviluppati dalla European Battery Alliance Academy potrebbero rivolgersi in modo più esplicito ai gruppi demografici che non sono adeguatamente serviti dai fornitori di formazione privati. Nel medio termine, l’Ue dovrebbe riconsiderare le proprie competenze sul mercato del lavoro per sviluppare un pilastro sociale a sostegno della transizione verde europea”.

Per il settore delle batterie, le stime variano, ma tendono a suggerire che il passaggio dalle auto a combustione alle auto elettriche avrà un impatto netto negativo sull’occupazione nella catena automobilistica europea del valore fino al 2040. Ciò include nuovi posti di lavoro associati alla crescita del nascente settore delle batterie agli ioni di litio.

IL CRESCENTE RUOLO DELLE BATTERIE E IL SUO IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE

All’interno di questo settore, le batterie diventeranno sempre più importanti in termini di occupazione: l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha stimato che, in uno scenario di politiche introdotte per raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050, i posti di lavoro nella produzione di veicoli elettrici e batterie entro il 2050 rappresenteranno oltre i due terzi dell’occupazione globale nel settore automobilistico, rispetto al solo 8% del 2022. In altre parole, mentre l’espansione del settore europeo delle batterie potrebbe non riuscire a generare una crescita netta dell’occupazione lungo tutta la catena del valore automobilistica, potrebbe servire a mitigare le perdite di posti di lavoro attese da un declino nel settore ICE.

Dal momento che si prevede che l’impatto della transizione verde sui mercati del lavoro non sarà uniforme tra vari gruppi e luoghi, si potrebbero utilizzare delle politiche industriali green ben mirate per evitare gli esiti negativi del mercato del lavoro locale associati alle precedenti transizioni energetiche. Tuttavia, da un punto di vista macroeconomico, i benefici netti sull’occupazione derivanti dalla politica industriale Ue sembrano trascurabili. Pertanto, da una prospettiva europea, l’attenzione dovrebbe essere posta sul mercato del lavoro come input per la politica industriale.

LA MANCANZA DI MANODOPERA NEL SETTORE DELLE BATTERIE

Nel fiorente settore delle batterie, e in generale nel settore delle tecnologie pulite, il problema della carenza di manodopera qualificata sembra essere ancora più forte. Sebbene i dati granulari siano limitati, gli indicatori disponibili suggeriscono che i settori cruciali per la transizione verde stanno registrando una crescente carenza di manodopera. Già nel 2018, il Piano d’azione strategico sulle batterie pubblicato dalla Commissione europea ha individuato un divario di competenze nel settore.

Lo scorso anno la Commissione Ue ha descritto il settore dei trasporti e dello storage (ovvero le batterie) come “già affetto da persistenti carenze di manodopera”. Lo stesso tema è stato sottolineato più volte dalle parti interessate nelle interviste. Ad esempio, l’amministratore delegato di Northvolt – uno dei pochi grandi produttori europei di batterie – nel febbraio 2023 ha descritto le questioni legate al lavoro come “probabilmente il principale fattore limitante” nella loro produzione.

IL RUOLO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

La maggiore domanda di manodopera in questo settore riguarda lavoratori con formazione professionale, con circa l’85% dei ruoli che richiedono questo livello di istruzione. Questo è anche il livello di istruzione per il quale le imprese riferiscono di avere di gran lunga maggiori difficoltà di reclutamento. Poco meno della metà (49%) delle PMI operanti nel settore industriale della mobilità, automotive e dei trasporti ha riferito di aver avuto difficoltà nel trovare lavoratori con qualifiche professionali, oltre il doppio della quota che ha segnalato il successivo livello di carenza di lavoratori. Questa carenza di ruoli professionali è comune in tutto il settore dell’energia pulita.

LE RICHIESTE DELL’INDUSTRIA NEI SETTORI UPSTREAM E DOWNSTREAM

Nella catena del valore delle batterie, circa il 90% dei posti di lavoro creati sarà downstream, ad esempio in settori come la produzione, l’installazione e la riparazione di auto elettriche. La Commissione europea cita spesso una stima di 800.000 lavoratori che entro il 2025 avranno bisogno di aggiornamento o riqualificazione lungo la catena del valore delle batterie.

Circa il 90% della carenza di competenze è stimata nella componente downstream: l’industria richiederà ad esempio più meccanici e tecnici che elettrochimici, e i programmi di formazione dovranno essere progettati per riflettere questa esigenza. Ciò evidenzia anche un’altra realtà scomoda per il settore: l’Ue si trova attualmente ad affrontare una grave carenza di posizioni di rilievo tra i colletti blu, tra cui meccanici e riparatori di auto, tecnici di ingegneria elettrica, meccanici e installatori elettrici. Le aziende europee hanno identificato in particolare i tecnici come un ruolo in cui vi sono carenze. Ciò rappresenta anche una sfida per le misure politiche, poiché i lavoratori meno istruiti e meno qualificati che dovrebbero riempire questi ruoli storicamente hanno meno probabilità di fare formazione.

L’IMPORTANZA DELLA EBA ACADEMY PER LA MANODOPERA NEL SETTORE DELLE BATTERIE

Nonostante l’importanza della carenza di manodopera qualificata come ostacolo allo sviluppo di una catena di approvvigionamento europea delle batterie, manca una risposta politica ambiziosa a livello dell’Unione europea. L’EBA Academy – che fornisce soluzioni di formazione – è l’iniziativa principale Ue in materia di competenze per affrontare questo collo di bottiglia. Anche se riceve finanziamenti relativamente bassi, l’EBA Academy è uno strumento potenzialmente prezioso e a basso costo. Tuttavia, la situazione potrebbe migliorare rivolgendosi più esplicitamente a quei lavoratori che, senza sostegno pubblico, potrebbero non ricevere formazione.

Considerata l’importanza che le aziende, in particolare le PMI, attribuiscono alla carenza di lavoratori qualificati disponibili, le attuali risposte politiche non sono soddisfacenti. Sebbene Bruegel sostenga che i mercati del lavoro dovrebbero essere considerati principalmente come un input e non come un output nella politica industriale, ci sono vantaggi politici nel collegare la politica verde Ue con le politiche in materia di competenze. Pertanto, conclude il think tank, “sosteniamo che i Paesi membri consentano all’Unione europea di essere maggiormente coinvolta nelle politiche sulle competenze”.

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